E’ ormai tempo di chiusura per l’importante manifestazione fotografica francese; cogliamo l’occasione per ricordare che il circolo fotografico “Colpo d’occhio” di Bondeno, in collaborazione col fotoclub di Padova, raccoglie prenotazioni per un soggiorno di una settimana per l’edizione del prossimo anno (luglio).
Chi è interessato invii una mail a fotocircolo@uac.im entro febbraio 2011.
Per dare un’idea dell’importanza della manifestazione alleghiamo un articolo apparso su Exibart.com:
Arles si dilata in 60 sedi espositive, dalle chiese ai musei, dai capannoni industriali alle scuole. È la 41esima edizione dei Recontres. Una città celebre per le vedute impressioniste guarda il mondo con nuovi occhi digitali… |
pubblicato domenica 12 settembre 2010 L’onnipresente rinoceronte rosa portafortuna di Michel Bouvet, che cura dal 2002 la veste grafica delle Recontres, impera e domina la città. Il titolo scelto quest’anno è Du lourd e du piquant. È un festival impegnativo per moltitudine di tematiche, ma anche dalle ardite scelte curatoriali. Le novità si notano subito: oltre sessanta sedi, dieci giornate inaugurali, un villaggio dedicato alle gallerie del settore, più di venti curatori e collaboratori internazionali. Un approccio trasversale che dibatte sia delle tecniche che del nuovo ruolo sociologico della fotografia. Sei le passeggiate tematiche, a cominciare dalla Promenade argentine che ospita León Ferrari (Leone d’Oro alla 52. Biennale di Venezia), invitato in qualità di ospite d’onore. L’artista indaga i temi dell’anticlericalismo e della dittatura con ironia spiazzante, come nella serie Nunca mas (1965) e nelle cartoline dove usa la fotografia come arma di denuncia sociale, sottesa al gioco dadaista e surrealista del fotomontaggio. Belle le madri di Plaza de Majo di Marcos Adandia, ritratte con o senza il fazzoletto bianco in testa, e il lavoro di Sebastian Mauri sul tema dell’identità. La Promenade rock riunisce la prima mostra di ritratti di Mick Jagger in un arco di cinquant’anni, dove è evidente quanto la sua bocca sia divenuta simbolo di un gruppo. In mostra I am a cliché, échos de l’esthétique punk, con i più celebri personaggi musicali degli anni ‘70, oltre alla grande retrospettiva del francese Claude Gassian e a Jean Pigozzi, che racconta il variegato mondo del jet set internazionale. Di rilievo la mostra storica Libre Cours di Pierre Jean al Museo Réattu, con le sue vedute delle strade parigine degli anni 30’ e 40’, le sperimentazioni surrealiste che rimandano ad Atget, le pubblicità e i ritratti Le nuts (1947) per un progetto di illustrazione visiva dell’opera di Jean Cocteau. Divertente la rassegna Shoot! La photographie existentielle, curata da Clément Chéroux, che racconta i rapporti tra cinema e fotografia. Alla Promenade avec les amis de la Fondation Luma è in evidenza la vincitrice di quest’anno del Luma Award, Trisha Donnelly, mentre il Discovery Award è andato a Taryn Simon con la serie Innocents, che racconta i più eclatanti errori giudiziari accostando accusati e accusatori o ancora ritraendo i presunti colpevoli sul luogo del delitto. Lo spazio di San Martin Mejan ospita l’importante retrospettiva su Mario Giacomelli, dove la celebre serie dei seminaristi viene esaltata in un allestimento dallo sfondo nero, e le opere del mondo industriale di Peter Klasen. Si distinguono Paolo Woods, con un lavoro che dal 2005 lo ha impegnato nel ritrarre la controversa società iraniana (imperdibile il video sulla repressione del movimento verde) e Zhang Dali con La Seconde Histoire, nella Promenade argentique, dove evidenzia il valore della manipolazione fotografica e il suo rapporto con il potere, ricordandoci quanto le nuove tecnologie digitali non abbiano inventato nulla in tal senso, ma solo accelerato le tecniche. Infine, un’edizione decisamente curata anche negli allestimenti, dalle soluzioni illuminotecniche alle riproduzioni di prestigiose edizioni appese ai muri, ai cinquecento cataloghi in mostra interamente consultabili.articoli correlati luisa prina cerai dal 3 luglio al 19 settembre 2010 |