Populismo

A pensarci bene è la stessa etichetta che si utilizza in Europa per bollare chi critica il sistema dell’Euro.

Si legga questa intervista rilasciata da Fausto Bertinotti, che riflette circa il superamento del tradizionale conflitto tra destra e sinistra, dopo i risultati delle recenti elezioni europee: “Ha ragione Marine Le Pen. Oggi lo scontro è tra alto e basso della società”.

Ed alla giornalista che gli domanda: Da una parte i populismi dall’altra la democrazia?

Risponde: «Questa contrapposizione è fasulla. Chi dice, per opporsi ai populismi, di stare dalla parte delle democrazia, non fa una affermazione vera. Perché i populismi e la contrapposizione alto/basso nascono dallo strangolamento della democrazia. Contrapposto ai populismi c’è una sorta di neobonapartismo, un potere delle élites che hanno smesso la redistribuzione del reddito alle classi più deboli.»

E così, mentre negli States il significato del Populismo è People’s Party, «Partito del popolo, delle persone, della gente», da noi quel termine ha assunto un’accezione del tutto negativa. Spiega l’Accademia della Crusca: 

‘All’inizio del Novecento i due termini passarono dall’inglese all’italiano, diventando populismo e populista; si diffusero, in particolare, dopo la seconda guerra mondiale, quando furono adoperati per qualificare il tipo di politica attuata da Juan Domingo Peron in Argentina dal 1946 al 1955: da allora in poi le due parole hanno indicato in senso spregiativo l’atteggiamento di chi da una parte esalta in modo velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi, dall’altra cerca di conquistarne il favore con proposte irrealizzabili ma di facile presa: cioè, come si dice, demagogiche.’ http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/proposito-populismo

Pertanto, non si deve aver timore di affrontare di petto questioni fondamentali per la vita democratica, siamo ancora una volta alla riedizione dello scontro tra oligarchia e repubblica.

In alto l’1%, i pochi che intendono difendere lo status quo; in basso il 99% che lotta per arrestare l’impoverimento generalizzato.

La questione è: quanti sono disposti ad uscire da questa divisione “classista”? 

Chi sono i politici che prenderanno sul serio i problemi del paese piuttosto che darne un’adesione puramente strumentale solo per i fini elettorali? 

Si è creata un élite che gode dei finanziamenti dei signori della finanza e della sponsorizzazione della grande stampa, che presenta i problemi seri in modo tale da farli sembrare impossibili da risolvere, ma in questo modo si alimenta solo il malcontento sociale. 

Assottigliandosi la classe media e aumentando la disuguaglianza, assisteremo sempre più frequentemente allo scontro tra “Alto” e “Basso”.

 

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