… più o meno ogni vent’anni
L’apologia della carità privata di Bergoglio, per assistere i poveri e alleviarne le sofferenze, ricorda molto il disegno sociale (e criminale) dei neocon americani (sì, proprio quelli del nuovo secolo americano e della guerra infinita al terrore), che volevano eliminare l’assistenza pubblica affidando per intero le sorti degli “incapienti” al buon cuore dei ricchi. La mancata denuncia delle vere ragioni della povertà significa accettare, non l’amore di dio per noi in Gesù Cristo (come ama scrivere Bergoglio), ma il nuovo vitello d’oro neocapitalistico, rappresentato dal libero mercato. Del resto, l’imperativo è sempre “dare a Cesare ciò che è di Cesare”, tollerando la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi dominanti, quale presupposto della povertà di massa. Si distingue nettamente e ipocritamente fra il sociale e lo spirituale, dando a dio ciò che è di dio, ossia soltanto le anime evanescenti la cui esistenza non è provata.
Citazione estratta da: http://pauperclass.myblog.it/archive/2013/09/11/non-siamo-bergoglioni-di-eugenio-orso-e-anatolio-anatoli-568.html