Il vero problema è la scomparsa dei valori di riferimento culturali trainanti, la genesi di un immaginario collettivo analfabeta, privo di sostanza ma pieno di illusioni, la rinuncia, da parte dei soggetti politici, dei partiti, dei sindacati, a chiedere e pretendere l’unica risposta sensata, pragmatica, efficace: una redistribuzione immediata e più equa della ricchezza nazionale, esigendo che coloro che detengono la ricchezza investano sul territorio nazionale, a lungo termine, nei campi strategici della ideazione e della manifattura italiana, dall’arte all’agricoltura, dalla scienza all’innovazione.