La democrazia è organizzazione
Ne abbiamo prova quando constatiamo che le classi dominanti non hanno mai, e sottolineo mai, rinunciato ad organizzarsi e a coordinarsi, con l’obiettivo di distorcere, fuorviare, ingannare, turlupinare le classi popolari, spesso promuovendo e sostenendo organizzazioni che fittiziamente si presentavano come loro paladine. E dunque, se il “nemico” non rinuncia ad organizzarsi, e al giorno d’oggi ne abbiamo prove inconfutabili, perché mai le classi dominate dovrebbero rinunciare a ciò e adottare lo slogan “uno-vale-uno“? Come possiamo farci sedurre da uno slogan così bambinesco?
E’ un’élite, un nuovo clero di intellettuali ed opinionisti, che ogni giorno mercifica nella scatola televisiva il corpo della donna, nei reality le vite della gente comune, è nelle pubblicità che si pervertono i nostri parametri di interpretazione del reale. E’ l’élite ad aver procreato nel corso del tempo una nuova Weltanschauung eversiva, improntata sull’antropologia hobbesiana, per cui l’uomo deve sopraffare l’uomo per garantire i propri interessi, e ad averla estesa a tutte le forme dell’esistente. Il mito del progresso liberale è quindi un’ideologia post-rivoluzionaria, ma sempre dirompente, desacralizzante, annichilente. Si può ancora essere rivoluzionari, contro un’ideologia rivoluzionaria?
http://www.lintellettualedissidente.it/contro-lelite-rivoluzionaria-la-logica-della-dissidenza/