Disoccupazione giovanile, diseguaglianze distributive e “meritocrazia”

In altri termini: da un lato, i figli di famiglie con alto reddito e con titoli di studio elevati, che in assenza di domanda di lavoro coerente con le competenze acquisite, restano inattivi (o emigrano) e, dall’altro, i figli di famiglie con basso reddito e basso titolo di studio, che vedono ulteriormente ridotta la loro retribuzione.

Keynes blog

disoccupazionegiovani-unicitta-it

di Guglielmo Forges Davanzati* per Keynes blog

L’ultimo Rapporto OCSE (link) mette in evidenza il fatto che il tasso di disoccupazione è in crescita in quasi tutti i Paesi industrializzati e, in particolare, nell’eurozona e in Italia. Banca d’Italia, fin da 2010, registra che la riduzione dell’occupazione si è manifestata più sotto forma di riduzione delle assunzioni che di aumento dei licenziamenti (link), e che la crescita della disoccupazione riguarda principalmente la componente giovanile della forza-lavoro. Il tasso di attività di individui di età compresa fra i 15 e i 64 anni, nel 1993, era del 58%, a fronte del 42% di quello di individui collocati nella fascia d’età 15-24. Nel 2004, il tasso di attività nella fascia d’età 15-64 è aumentato collocandosi a oltre il 62%, mentre, nello stesso arco temporale, si è ridotto il tasso di attività giovanile, collocandosi intorno al 35%. Nel corso…

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