Renzi ha già finito…
AlessandroPedrini Finanza&Mercati
Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo 1901
Qualche riflessione sulle parole di Mario Draghi a proposito di sovranità
Alessandro Pedrini
Dopo averci portato al tracollo grazie alla finanza creativa è finalmente venuto allo scoperto il vero volto del sistema bancario, dimostrando agli occhi di tutti che loro sono gli effettivi governatori della UE, alla faccia dell’Europa dei popoli e dei cittadini.
All’inizio di luglio è il presidente della Bundesbank, il falco Weidmann che attaccava ironicamente l’Italia intromettendosi in questioni politiche che certo non gli competono.
Ora è l’italianissimo Mario Draghi che, a margine del Consiglio Direttivo dell’Eurotower del 6 agosto, affermava che “…è venuto il momento che i Paesi dell’Eurozona cedano sovranità all’Europa sulle riforme strutturali”. Chiedetelo ai cittadini greci che cosa significa cedere sovranità alla Troika. Un’affermazione tanto grave che pesa come un macigno. Un’affermazione fatta dal governatore della BCE che non è certo eletto dai cittadini…
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La domanda interna diminuisce? Bene. Tagliamo la spesa pubblica per 23 miliardi, privatizziamo quel poco di pubblico che potrebbe fare politica industriale (0,7% di Pil di entrate), svendiamo le public utility per 3 miliardi, tagliamo l’Irap alle imprese in attesa che facciano investimenti (5 miliardi di minori entrate), nonostante il costo del lavoro italiano sia tra i più bassi dell’area Ocse, non aumentiamo i salari del pubblico impiego e continuiamo a favoleggiare su avanzi primari miracolosi, cioè una riduzione della domanda interna, dell’ordine di 3–4 punti di Pil.
L’Italia da anni non cresce più. Ha eroso il risparmio e comincia a intaccare la ricchezza, unitamente a una deflazione che dovrebbe far tremare le vene. La buona stella questa volta non ci aiuterà.
http://ilmanifesto.info/lultima-dei-ministri-europei-sperano-negli-investimenti-privati/
E quando mai Renzi ha voluto veramente incominciare?
Naturalmente l’eventuale transizione da un modo di stare al mondo basato sul lavoro e solo saltuariamente dedicato a partecipare della cosa comune, ad un modo invertito, non è tutto in questa ingegneria dello spazio geo-politico. Ma senz’altro, questo ridotto spazio geo-politico è la base di una costruzione il cui fine sia l’auto-governo dei Molti. I sette milioni di scozzesi o di catalani, potrebbero ben esser suddivisi in 14 comunità democratiche e già in Scozia, come accadde nella piccola Islanda, c’è una aperta e vasta partecipazione on-line per la scrittura della futura Costituzione. Utopie? Mah, quando il popolo sovrano voterà per la giornata di 4 ore di lavoro e più tasse per gli alti redditi, quando l’informazione sarà anche integrata dagli interessi delle comunità locali, quando potrete fermare per strada il concittadino più “politico” per dirgli cosa non va e quando pensa di risolvere la faccenda, forse la vostra vita potrebbe cambiare molto più velocemente di quanto avreste pensato.
http://pierluigifagan.wordpress.com/2014/09/13/filo-scozzese/
Questi sequestri di potere a carico dei singoli Stati non sono motivati, come sostengono le istituzioni europee, dalla necessità di combattere la crisi finanziaria. I supertecnici della Ce (sono più di 25mila), ma anche di Fmi e Bce, mostrano di essere dilettanti allo sbaraglio. L’aumento del debito pubblico degli Stati dell’eurozona, salito dal 66% del 2007 all’86% del 2011, viene imputato dalle istituzioni europee a quello che essi definiscono il peso eccessivo della spesa sociale nonché al costo eccessivo del lavoro. Oltre a documenti, decreti, direttive, ad ogni occasione essi fanno raccomandazioni affinché sia tagliata detta spesa. Pochi giorni fa Christine Lagarde, direttrice del Fmi, insisteva sulla necessità di tagliare le pensioni italiane, visto che rappresentano la maggior spesa dello Stato. Dando mostra di ignorare, la dotta direttrice, che i 200 miliardi della ordinaria spesa pensionistica sono soldi che passano direttamente dai lavoratori in attività ai lavoratori in quiescenza. Il trasferimento all’Inps da parte dello Stato di circa 90 miliardi l’anno non ha niente a che fare con la spesa pensionistica, bensì con interventi assistenziali che in altri Paesi sono a carico della fiscalità generale…
Lo scopo perseguito dalle istituzioni Ue è quello di assoggettare gli Stati membri alla “disciplina” dei mercati. Oltre che, più in dettaglio, convogliare verso banche e compagnie di assicurazione il flusso dei versamenti pensionistici; privatizzare il più possibile la Sanità; ridurre i lavoratori a servi obbedienti dinanzi alla prospettiva di perdere il posto, o di non averlo. Il vero nemico delle istituzioni Ue è lo stato sociale e l’idea di democrazia su cui si regge; è questo che esse sono volte a distruggere.
http://www.lintellettualedissidente.it/rassegna-stampa/se-la-ue-diventa-una-dittatura/