L’intervento rischia anche di prolungare, intensificare e forse espandere la guerra, se, come viene ampiamente ritenuto, le forze russe utilizzeranno la loro potenza di fuoco non contro lo Stato Islamico, ma contro i ribelli che stanno cercando di rovesciare Assad, alcuni dei quali sono appoggiati dagli Stati Uniti.
I funzionari russi hanno descritto il loro dispiegamento di truppe come parte di un nuovo sforzo bellico contro lo Stato Islamico, nel contesto di un sempre crescente dubbio sull’efficacia della vacillante strategia adottata dall’amministrazione Obama. I piani statunitensi di addestrare ed equipaggiare una forza bellica siriana per combattere i gruppi estremisti si sono rivelati un fallimento imbarazzante. La campagna di bombardamenti aerei che dura già da un anno, dal canto suo, non ha avuto alcun impatto evidente sul controllo che lo Stato Islamico ha sui territori siriani. (1)
L’Europa vive una crisi senza precedenti, un’intensa fase di immobilismo che si alterna ad attimi di iperattività le cui conseguenze sono, sovente, fonte di disastri totali (vedi in ultimo la vicenda libica). In queste ore molti gioiscono, incautamente, per lo scandalo che ha coinvolto una delle industrie più produttive, ed importanti, della Germania unificata. La Volkswagen, difatti, è stata al centro di una truffa elettronica gigantesca, di cui sono cadute vittime numerosi Paesi e milioni di consumatori. Il medesimo indennizzo di fine rapporto concesso al manager dell’azienda automobilistica teutonica, 31 milioni di Euro, getta un’ulteriore grande ombra sul Paese, da sempre primo della classe, diretto dalla Merkel.
Gioire quindi delle gravi gaffes di cui è caduta vittima la cancelleria di Berlino, significa non aver chiaro il reale stato delle cose. Il nostro Paese, da sempre in prima linea su tali temi, ha fatto scuola a tutto il Vecchio Continente, contaminandolo in un attimo di tutte quelle patologie della politica che sguazzano tra clientelismo ed erogazione di mazzette. Corruzione, mala affare, incapacità della classe dirigente (pubblica e privata) ed immobilismo sono elementi alla base del vivere quotidiano in Europa. Elementi che, declinati nelle tante attività istituzionali, fanno presumere scenari inquietanti: se il Califfo sbarcasse in Italia non troverebbe Carlo Martello ad attenderlo, ma Romolo Augusto e nel giro di poco tempo si ritroverebbe in Islanda senza neppure sapere come.(2)
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2) http://www.lospiffero.com/cronache-marxiane/disgelo-russo-letargo-europeo-23760.html
Certo la finta guerra contro i tagliatori di teste dell’Isis in stretta alleanza con i tagliatori di teste sauditi, la pervicacia con cui viene combattuto Assad, per derubare la Siria delle sue risorse energetiche grazie ai terroristi “buoni ” e a una campagna mediatica tra le più fasulle e vergognose mai viste in occidente, hanno ricevuto un formidabile colpo di maglio dall’entrata in scena attiva della Russia. Gli Usa e i loro servili alleati sono sotto choc e reagiscono scompostamente non accorgendosi nemmeno di mettere a nudo il loro gioco: è stato un trauma scoprire che sta venendo meno la possibilità di imporre tutto ciò che vogliono senza avere alcun avversario a contenere i loro piani e ancor più spiacevole è la constatazione che a questo punto la conservazione di un’egemonia simile a quella instauratasi negli anni ’80 non può prescindere dalla guerra.
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/10/02/bombe-sui-terroristi-di-casa-america-i-bari-scoprono-le-carte/
Aggiungo solo una nota: ai Russi non interessa il petrolio della Siria, ma semplicemente le condizioni per il mantenimento della loro flotta nel Mediterraneo: a questo serve la Crimea e la costa Siriana (e a toglierla miravano gli USA con la destabilizzazione dell’Ucraina e della Siria).
https://mauropoggi.wordpress.com/2015/09/29/putin-discorso-alla-70a-assemblea-delle-nazioni-unite/
Se ieri il Washington Post accusava Putin di ‘improvvisazione’ affermando che Mosca non avrebbe una strategia di ampio respiro né la capacità di influenzare in modo sostanziale la crisi in corso in Medio Oriente, dopo i primi bombardamenti dei caccia russi su Homs, Hama e Latakia l’accusa di europei ed americani è cambiata. Ora Putin è accusato di aver bombardato non solo e non tanto le postazioni di Daesh, ma anche e soprattutto alcuni gruppi della cosiddetta ‘opposizione moderata’ siriana. Una bestemmia per chi pensa – e a Washington e Londra sono in molti – che per indebolire l’Isis ma anche per continuare a perseguire la caduta di Assad occorrerebbe puntare a rafforzare Al Qaeda e altre formazioni jihadiste ‘meno estremiste’ inquadrate in ciò che rimane dell’Esl. Gli apprendisti stregoni sostengono ora che Al Qaeda non sia poi così pericolosa, che si sia progressivamente moderata, e che rappresenti oggi un competitore utile ai tagliagole di Al Baghdadi. Ma il mondo non si era mobilitato solo pochi anni fa per stanare i capi di Al Qaeda sulle montagne del Pakistan e dell’Afghanistan? Non abbiamo fatto una guerra, bombardando e occupando Kabul, per cacciare i barbari talebani? I droni di Washington non colpiscono da anni le cellule di Al Qaeda e di altre organizzazioni jihadiste sorelle in Somalia o nello Yemen nel frattempo invaso dai sauditi?
http://contropiano.org/internazionale/item/33163-siria-la-mossa-del-cavallo-di-mosca
“Non è più possibile tollerare l’attuale situazione“, ha detto il Presidente Putin. Lo stesso vale per l’Ucraina: “Ciò che penso sia assolutamente inaccettabile“, ha detto in un’intervista di 60 minuti alla CBS, “è che le questioni politiche interne dei paesi dell’ex URSS siano risolte tramite le ‘rivoluzioni colorate’, cioè tramite colpi di stato e illegittimi rovesciamenti dei governi. Questo è assolutamente inaccettabile. I nostri partner negli Stati Uniti hanno sostenuti quelli che hanno cacciato Yanukovych. … Sappiamo dove, quando e chi si è incontrato con quelli che lavoravano per cacciare Yanukovych, come venivano sostenuti, quanto venivano pagati, come venivano addestrati, e dove, in quali paesi, e chi erano li addestratori. Sappiamo tutto.“[1]
http://vocidallestero.it/2015/10/05/discorso-orwelliano-di-barack-obama-allonu-democrazia-e-chi-appoggia-gli-stati-uniti/