Gli Usa in crisi fanno il pieno di armi: via dalla Nato finché si è in tempo

Lo capirebbe anche un bambino che attraverso una Nato ormai priva di senso, ci stanno trasformando in potenziale territorio di guerra e di devastazione e non è certo un caso se dietro le vicende degli ultimi due anni sia a Kiev che a Damasco ci sia la mano delle ong di grandi tycoon come Soros o di quelle che rastrellano soldi in tutto il mondo con il pretesto umanitario, ma prendono ordini da Washington e partecipano persino alle manovre Nato: gli interessi dell’impero sono gli stessi dei loro padroni effettivi.

il Simplicissimus

images (6)La federal reserve americana non fa miracoli, non può vantare un Franklin piangente sui biglietti da 100 dollari e dunque è in balia della vacuità delle teorie economiche  liberiste: dopo anni di quantitative esasing e di denaro a costo zero che avrebbe dovuto moltiplicare pani e pesci, ma che invece si è riversato quasi esclusivamente nelle borse e non nell’economia reale, non sa proprio che fare. Viaggia alla cieca. Aumentare il costo del denaro che tanto allarma i padroni del mercato o lasciare tutto intatto in attesa che qualcosa si muova? Il dubbio è amletico anche perché ormai i mezzucci della statistica cominciano a mostrare dei limiti nel rappresentare la “ripresa” americana e così pure i dati positivi che vengono “rivisti” al peggio  dopo qualche mese quando non fanno più notizia: soltanto il Sole, i tiggì della Rai e Repubblica fanno finta di crederci.

Insomma le molte migliaia di miliardi di dollari immessi…

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3 thoughts on “Gli Usa in crisi fanno il pieno di armi: via dalla Nato finché si è in tempo

  1. A riprova che l’Unione Europea è una creatura degli interessi statunitensi, questo breve articolo del Guardian illustra la situazione: il rappresentante USA per il commercio cerca di dissuadere i britannici dalla tentazione di uscire dall’UE, “minacciandoli” di venire esclusi dal TTIP e da qualsiasi accordo commerciale speciale, e di trovarsi nella situazione in cui è “la Cina, il Brasile o l’India”. (Inutile dire che, a noi, l’occasione di uscire in un colpo solo da UE e TTIP sembrerebbe imperdibile. Ma vedremo i britannici.)
    http://vocidallestero.it/2015/10/29/gli-usa-alla-gran-bretagna-se-uscite-dallunione-europea-avrete-barriere-commerciali-con-lamerica/

  2. Per inevitabile contiguità geografica: basta guardare la cartina per capire che l’Europa è solo l’appendice della massa eurasiatica; Siamo dove siamo e non avremo mai di mezzo un mare che ci separi da Mosca. Inoltre, per evidente vicinanza culturale, sono o non sono europei Dostoevskij, Tolstoj, Rachmaninoff e Tchaikovsky? E in un modo molto particolare, per complementarità economica. Di cosa dispone la Russia che noi non abbiamo? Materie prime. Di che cosa disponiamo noi che non ha la Russia? Altissima capacità tecnologica e industria di trasformazione di alta qualità. Non è che siamo fatti uno per l’altra, ma la complementarità è evidente. Sia in Europa e sia in Russia lo si sapeva perfettamente già da dieci anni. Anche a Washington lo sapevano e proprio per questo è successo quello che è successo nel mondo.

    La Russia è il nostro nemico? Visto il caso da Washington, sì: la Russia ed anche la Cina. Ma gli europei devono abituarsi a guardare con occhi europei. Tutto poggia su ciò che intendiamo per “nostro”. È il momento che questo “nostro” ritorni a corrispondere ad un “noi”. Noi, gli europei.
    http://www.controinformazione.info/davvero-la-russia-rappresenta-il-nemico/#more-13922

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