Gibuti
Un altro evento apparentemente minore ha avuto luogo verso la fine del 2015 causando pochi commenti nei media mainstream. La Cina annunciava trattative con il governo di una delle nazioni più piccole e più strategiche del mondo, la Repubblica di Gibuti, per una base navale.
Gibuti ha una fortuna geografica, o sfortuna, essendo situata nel Corno d’Africa, direttamente sullo stretto davanti al vicino Yemen, dove è in corso un’aspra una guerra tra la coalizione wahabita dell’Arabia Saudita contro gli sciiti huthi, sulla stretto strategica dove il Mar Rosso si apre nel Golfo di Aden.
Gibuticonfina con Eritrea a nord, Etiopia a ovest e sud, e Somalia a sud-est. La prima base navaleestera della Cinaè in fase di negoziati con Gibuti, su una delle più importantirottepetrolifere e commerciali del mondo verso la Cina. Tecnicamente, la base cinesesarebbe un modestocentrologistico per ipattugliatoricinesiimpegnatinelleoperazionidelleNazioni Unite per il controllo dei piratisomali. Il MinisterodegliEsteri di Pechino ha dichiarato che la nuova base saràsemplicemente una infrastrutturamilitaremarittima in Africa per assistere la Marina cinese
nell’adempimento delle missioni internazionali di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite. Significativamente, i cinesi hanno scelto il desolato piccolo Paese di Gibuti, con soli 850000 abitanti, dove la Marina degli Stati Uniti ha anche la sua unica base in tutta l’Africa, Camp Lemonnier. Camp Lemonnier è un’United States Naval Expeditionary Base, l’unica base permanente dell’US AFRICOM, e il centro di una rete di sei basi per i droni da ricognizione degli Stati Uniti in Africa.
Il porto di Gibuti è anche sede di installazioni militari italiane, francesi, giapponesi e pakistane. Ottimi vicini. Nonostante il fatto che sia un modesto piccolo impianto rispetto Camp Lemonnier, l’importanza geopolitica per la Cina e il futuro dell’egemonia statunitense navale è molto più grande.
https://aurorasito.wordpress.com/2016/01/21/cina-e-russia-sfidano-la-prima-marina/