Traslochi in corso

LIBIA

Era già accaduto tra il 4 e il 6 gennaio scorsi, con medesimo esito ma questo fa capire che la minaccia di Daesh verso la porta sul Mediterraneo è crescente, tanto più che approfittando del vuoto politico che paralizza la Libia dall’estate 2014, i miliziani hanno esteso il loro dominio su oltre 300 chilometri di costa libica, da Sirte a Ben Giauad (Ben Jawad) nel centro del Paese, da Derna e Bengasi in piena Cirenaica.

Strategia perfetta. Silenziamo il successo russo e siriano contro Isis, prima che il mondo comici davvero a farsi qualche domandina scomoda al riguardo e spostiamo il fronte in Libia, in modo che Francois Hollande possa finire il lavoro iniziato da Nicolas Sarkozy e garantirsi lauti contratti petroliferi, casualmente a spese dell’Eni come nel 2011. Sempre per pura coincidenza, infatti, da settimane e senza alcun coordinamento con i membri della coalizione, i jet francesi stanno picchiando sulle postazioni jihadiste in Libia. D’altronde, il lavoro pesante lo hanno fatto russi e siriani, l’importante è che la gente non lo sappia e, soprattutto, non lasciare sulla scena prove compromettenti e ora si può puntare al bersaglio grosso, ovvero la Libia, dato che difficilmente qualcuno sarà così stupido da volere ancora la testa di Assad nel breve termine e rischiare un conflitto totale nell’area.

estratto da http://www.maurizioblondet.it/e-partita-lagenda-nascosta-contro-mosca-tra-rublo-ai-minimi-e-spy-story/

One thought on “Traslochi in corso

  1. I preparativi fervono. Ma dove sono le forze della leggendaria Armée? Una indicazione viene dal capo degli stati maggiori, Pierre De Villiers, che ha (giustamente ) cominciare a lamentare coi politici per avere più mezzi. E’ istruttivo imparare dove sono situati in questo momento i soldati francesi:

    Una porzione dell’armata si trova in Mali, dal 2913,per sostenere l’armata dal Mali a contrastare i jihadisti.
    4000 soldati sono posizionati in Afghanistan.
    500 partecipano alla Forza d’Interposizione delle Nazioni Unite in Libano, in attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza alla fine del confitto Israelo-Hezbollah del 2006.
    1700 soldati sono in Costa d’Avorio (Operation Licorne)
    765 sono tutt’ora sul terreno in Kossovo, sotto l’egida NATO, dove avranno messo radici.
    Forze francesi operano al largo delle coste somale per contrastare la pirateria, stavolta sotto l’egida UE
    Un numero non precisato dei reparti d’Aviazione partecipa ai bombardamenti in Siria e Irak, anche lì per salvare (mi correggo: distruggere) Daesh, come ordinano gli americani e i sauditi.
    La Charles De Gaulle, la unica e sola portaerei francese con la sua squadra d’appoggio, partita per bombardare dal largo della Siria il famigerato Daesh colpevole degli attentati di Parigi, è invece stata comandata nel Golfo Persico per sostituirvi una portaerei americana da mandare in riparazione.
    Sul suolo nazionale ci sono 10 mila fanti, dispiegati da Hollande per la sorveglianza ai terroristi interni (Operation Sentinelle) dopo la strage a Charlie Hebdo del gennaio 2015 e rinforzata dopo gli attentati di novembre a Parigi.

    I dati sono istruttivi perché sicuramente anche le truppe italiane (e spagnole, inglesi, un po’ meno le germaniche) sono altrettanto sparse qua e là dove comanda Zio Sam – della NATO o di “alleanze dei volonterosi” : in Kossovo e in Libano, in Afghanistan e in Irak, a far da rincalzi alle sue guerre globali (contro il Terrore) e ormai quindicennali, nella speranza di aver una fettina del business e dei contratti che un giorno – siamone sicuri – ci verrà graziosamente concessa. Per adesso paghiamo, e dipendiamo dall’aviazione del Grande Fratello per rifornire, avvicendare – ed eventualmente esfiltrare in caso di guai – i nostri “ragazzi” dall’Afghanistan e dall’Irak, perché noi non abbiamo nulla dei mezzi di proiezione che servono per simili lontananze.
    http://www.maurizioblondet.it/3159-2/

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