Cosa significa quel corridoio verde per le forze anti-siriane? Prima di tutto, è il corridoio per inviare armi e carne da cannone, provenienti in grandi quantità. Sì, la provincia di Idlib condivide un confine più a lungo con la Turchia, quindi è troppo presto per parlare di sacca, ma è anche una questione di comodità di accesso, e il corridoio verde dispone di autostrade, valichi di frontiera, rotte del contrabbando ben consolidate, e Aleppo stessa, in parte persa da Damasco, è un importante nodo logistico per i flussi di uomini e mezzi ai terroristi. Idlib ha un confine assai meno conveniente, in quanto il terreno montagnoso impedisce il trasporto di grandi quantità di rifornimenti. Ma c’è anche un’altra importante via logistica che appare in appendice, il commercio tra i jihadisti e lo Stato islamico. L’accordo con la partecipazione di Ankara precisa che le s’invia il carburante dalle province settentrionali siriane, ricevendo cibo in cambio. Questo ne fa l’ancora di salvezza per entrambi, dato che lo SIIL controlla i principali giacimenti di petrolio nel deserto, e i gruppi filo-turchi occupano terreni agricoli, senza petrolio e raffinerie. La Turchia usa naturalmente lo scambio per affrontare le carenze di carburante e cibo in queste parti della Siria occupate dai terroristi. I giornalisti ad Idlib e nelle parti di Aleppo controllate dai jihadisti indicano una situazione umanitaria difficile. Stabilimenti alimentari, trasporti, servizi chiudono per mancanza di carburante per i generatori diesel. Non c’è luce o energia elettrica. Naturalmente, non indicano che gli autoveicoli dei jihadisti circolano allegramente. Il rapido peggioramento delle condizioni sociali nelle province occupate dai terroristi, in combinazione con l’offensiva dell’EAS, ha causato alcune manifestazioni di crisi umanitaria. Vi sono segnali di panico, soprattutto tra i terroristi che hanno sfruttato la Siria da tempo, arricchendosi con il contrabbando e che hanno anche creato famiglie, con l’obiettivo ultimo di utilizzare i fondi accumulati per passare poi in luoghi più prosperi come Turchia o Europa. Fuggono verso la frontiera con la Turchia e si concentrano nei campi specializzati. Ankara afferma che ci sono 50mila rifugiati e chiede che il mondo presti attenzione alla crisi apparentemente causata dalle bombe russe. I valichi di frontiera sono chiusi, le persone continuano ad arrivare e l’”apocalisse umanitaria” riceve ampia copertura dei media occidentali. Questo piano probabilmente sarà usato da Ankara e occidente per fare pressione sulla coalizione Russia-Siria, e potrebbe servire come pretesto per l’invasione via terra.
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https://aurorasito.wordpress.com/2016/02/11/la-battaglia-di-aleppo-unanalisi-dettagliata/
“La crescente ostilità della Turchia verso i combattenti curdi in Siria, gli alleati più efficaci degli USA contro lo SIIL, mina gli sforzi per lanciare operazioni più efficaci contro tale gruppo estremista“, hanno detto dei funzionari degli Stati Uniti al Wall Street Journal. Washington è anche scontenta del fallimento dei colloqui di Ginevra e ne accusa Ankara, implicando che abbia istruito i terroristi che controlla.
Ero qui anche a Natale dell’anno scorso e devo ammettere che vedo crescere nei cuori l’amarezza, e la sofferenza farsi più profonda». Ma nessuno parlava di assedio.
E avanti così per tre anni e mezzo. Nel silenzio delle Merkel, dei Kerry e della quasi totalità dei politici di presunta buona volontà. E i profughi? È una pagina terribile, le colonne di gente disperata che muove verso la Turchia straziano l’anima. Ma non è una pagina inedita: dei 2 milioni di abitanti che aveva Aleppo prima della guerra, almeno la metà se n’è andata. Molti di loro verso Sud, verso Damasco, e magari di lì in Libano nella speranza di scappare poi anche più lontano, il più lontano possibile. Ma quei profughi, a quanto pare, colpivano meno, non facevano parlare di emergenza umanitaria come avviene adesso. D’altra parte, mica era un assedio, allora, quello di Aleppo.
I profughi di adesso scappano verso un confine, quello con la Turchia, che è improvvisamente diventato impenetrabile, a meno che l’Europa non molli altri miliardi a Erdogan e soci. Ma è impenetrabile solo per i profughi. Perché gli islamisti in fuga davanti a siriani, Hezbollah, iraniani e curdi, possono attraversarlo senza problemi. Così come per anni l’hanno attraversato in senso inverso i foreign fighters e i rifornimenti per i jihadisti che stringevano in una morsa Aleppo. Ma già, quello non era un assedio.
http://www.maurizioblondet.it/alle-inviate-tg-che-piangono-su-aleppo-solo-adesso/
Il Centro ritiene che la Turchia non possa llanciare un intervento in Siria perchè i curdi siriani inizierebbero allora una cooperazione con i guerriglieri del PKK che operano all’interno della Turchia. I russi, siriani ed iraniani potrebbero fornire appoggio ai curdi nella loro lotta contro l’esercito turco, creando così una situazione molto difficile nel sud della Turchia, ad immagine di quello che la stessa Turchia sta facendo in Siria (ripagando il turco con la stessa moneta). D’altra parte la Forza Aerea turca non potrebbe appoggiare le forze terrestri, per causa della presenza del sistema missilistico antiaereo russo S-400 a Latakia e degli aerei da caccia russi, nello spazio aereo siriano. Un intervento turco obbligherebbe la Russia ad intervenire in una forma più amplia con bordamenti contro le forze turche ed icluso l’invio di truppe terrestri. La Russia, l’Iran o i suoi alleati potrebbero anche attaccare il territorio turco per via terra, mare ed aria, incluso la distruzione di strutture industriali, centrali elettriche ed istallazioni vitali, portandoi al collasso l’economia turca. La Cina, che diffida dei tentativi espansionisti di Erdogan verso la provincia di Xinjiang (conosciuta dai turchi con il nome di Turchestán Orientale) potrebbe intervenire in appoggio della Russia. La Siria, Hezbollah e le milizie irachene sciite dispongono inoltre di armi anticarro possenti che potrebbero distruggere i carri armati e i blindati turchi causando forti perdite all’Esercito turco. Questo creerebbe un fronte di 800 km. in cui l’Esercito siriano , i suoi alleati ed i miliziani curdi potrebbero iniziare una guerra di guerriglia contro le truppe turche. L’Iran da parte sua potrebbe aprire un altro fronte nella frontiera turca ed utilizzare i missili ed altre armi possenti, causando molti e gravi danni alla Turchia.
http://www.controinformazione.info/la-sconfitta-dei-terroristi-ad-aleppo-mette-fine-ai-sogni-di-espansione-del-neo-sultano-erdogan/
Cari amici, Pace e Bene
Vi scrivo da Aleppo dove siamo da qualche giorno sotto continui bombardamenti sui civili causando morti, feriti e distruzione, solo la notte scorsa abbiamo avuto nei nostri quartieri 4 quattro morti e più di quindici feriti, oltre le case e gli appartamenti danneggiati!
Questi bombardamenti vengono effettuati dai gruppi chiamati ‘opposizione moderata’ e come tali difesi , protetti ed armati ma in realta’ non differiscono dagli altri JIHADISTI se non per il nome solamente.
Sembra che abbiano avuto luce verde per intensificare i loro bombardamenti sui civili. Forse vogliono fare fallire i negoziati di pace?! O fare intervenire delle forze regionali ed impedire l’ esercito regolare di avanzare e liberare la regione dal terrorismo e dai Jihadisti?!
Facciamo appello di fare cessare questi bombardamenti ed incoraggiare le parti a sedere sul tavolo delle trattative e che i siriani risolvano col dialogo i loro problemi tra di loro.
Il Signore ci dia la sua Pace.
Grazie e saluti.
+Georges-Abou-Khazen Vicario Apostolico di Aleppo
– http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=14389
– http://oraprosiria.blogspot.it
L’articolo APPELLODEL VICARIO DI ALEPPO: CI BOMBARDANO I ‘MODERATI’ è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.