Le mappe della discordia

Sotto la mappa “Peters” del 2006

Ciascuno può constatare la forza destabilizzane di questa mappa (che probabilmente è all’origine anche dalla paranoia della casa regnante saudita,che non si sente più protetta da Washington ). Con l’ambizione di correggere gli accordi colonialisti Sykes-Picot, l’americano (aiutato dalla PNAC) crea problemi incendiari: fra l’altro occorrendo suscitare inimicizie sanguinose mal sopite (il progetto israeliano: beati i seminatori di zizzania), e nazionalismi in gruppi linguistici e religiosi che   mancano da sempre di questa aspirazione, essendo stati membri di imperi tradizionali (la Persia, la Cina, la Russia, l’impero ottomano…), sono adusi a far riferimento identitario ai loro clan, tribù e kabile,  e quindi sono privi della cultura politica di autogoverno necessaria a formare uno stato:   basti come esempio, quello di una popolazione “di civiltà occidentale” che non riesce a farsi stato-nazione e affonda nella corruzione, nella guerra civile, nel collasso economico e nell’oppressione neonazi: l’Ucraina, la cui esistenza dipende soltanto dai miliardi che vi pompano il FMI, Bruxelles e il Dipartimento di Stato.

estratto da http://www.maurizioblondet.it/forse-la-mappa-impazzire-erdogan/

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