Una cosa che le oligarchie globali dell’occidente respingono in quanto portatrice di risveglio politico e dunque pericolosa per gli assetti egemoni acquisiti dal potere capital finanziario.
L’Argentina è la prova del nove della schizofrenia contemporanea, ossia della separazione tra narrazione di potere e realtà, tra opinione pubblica e informazione, tra conoscenza e mitologia economica, tra logica e politica. Ed è un esempio abbastanza lontano e al contempo abbastanza vicino a noi per esaminarne i sintomi e le piaghe. Il presidente Macrì, discepolo di Washington e del liberismo è in carica da tre mesi e già sono cominciati i licenziamenti nell’amministrazione e l’apparente opera di sistemazione del debito con l’aumento delle tariffe e dei servizi del 300 per cento in media, ma addirittura del 500% per l’acqua. Il tutto esaltato d stampa e televisioni – mentre a Buenos Aires venivano accolti prima Hollande e poi Obama in veste di capo Milonga – come volontà di far apparire l’Argentina come Paese normalizzato, affidabile, aperto alle acquisizioni straniere (con relativi e immancabili tagli di posti di lavoro oltre che di…
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