Macedonia

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Da sei mesi la Macedonia è (cito)  “la via di passaggio dell’intrusione illegale massiccia chiamata da Berlino in agosto, ed ha visto transitare sul proprio territorio circa l’equivalente della propria popolazione”. Ciò secondo i militari di Parigi, ha sospeso la destabilizzazione occidentale, “perché una destabilizzazione completa avrebbe turbato il transito migratorio” (si noti come per i militari francesi l’alluvione di profughi  non abbia nulla di spontaneo); la UE ne ha approfittato per ingerirsi brutalmente nel piccolo paese renitente ad entrare nella NATO, per esempio imponendo “libere elezioni” che sono state fissate per il 5 giugno prossimo.  Evidentemente nel calcolo che le elezioni le avrebbe vinte la “opposizione democratica”; infatti subito dopo si sono avute spontanee manifestazioni di piazza, che hanno avuto a pretesto l’amnistia concessa dal governo a una quindicina di politici – non solo suoi, ma dell’opposizione – per uno scandalo di intercettazioni telefoniche.  Manifestazioni immediatamente violentissime, con  lanci di Molotov al palazzo del governo.Ciò, mentre il paese  ha ben altri problemi: fra cui il transito ininterrotto di milioni di profughi. A febbraio, quando una decina di altri paesi a monte (notoriamente capeggiati dall’Ungheria) ha reintrodotto i  controlli alle frontiere, bloccando il transito, “la Macedonia non poteva più, logicamente, lasciare entrare folle di clandestini che non potevano poi passare oltre”.  Da qui la chiusura del confine con la Grecia, dove migliaia di immigranti illegali si sono trovati bloccati: nel campo di Idomeni in Grecia, non a caso subito  illuminato dai media, e dai suoi inviati, a lacrimare sulle tremende sorti dei bloccati. Giorni fa c’è stato un tentato assalto di centinaia di questi immigrati contro i reticolati macedoni: un attacco concertato, organizzato da  un misterioso volantinaggio. La polizia macedone ha impedito lo sfondamento con lacrimogeni e (dicono i media)  pallottole di gomma,  occasione d’oro per presentare il “regime macedone”  come brutale e insensibile.  Accuse odiosamente false, se si tiene conto “che gli effettivi di quelli che si preparano all’intrusione per effrazione (del reticolati macedoni)  è ufficialmente superiore all’effetto totale dell’esercito macedone”; i baldi   giovani che  si lanciano con sempre maggior energia dal campo di Idomeni  sono tanti e così violenti,  per cui “fischietti e manganello  non sono sufficienti”.

A questo punto, come reagisce l’Europa? Al  solito: impone sanzioni alla Macedonia e – udite – le impone di annullare le elezioni che lei stessa aveva ordinatori tenere il 5 giugno. Evidentemente, i sondaggi le hanno detto che “l’opposizione democratica” (alla Soros) non ha alcuna   rilevanza nel paese, e dunque si passa al  cambio di regime  a-democratico:  secondo i militari di Parigi, gli agitatori professionali di OTPOR (la versione serba di CANVAS, ossia dell’organizzazione di Soros-USAID che organizza a comando rivoluzioni  colorate)  sono già sul posto e hanno già trasformato  le “spontanee proteste di massa” in scontri violenti: c’è fretta di cambiare regime, per riaprire il transito dei “profughi”.

Attenzione a queste righe, che riguardano  anche noi: “I decisori dell’immigrazione (sic) non avevano intenzione di lasciare che si chiudesse la via terrestre (e marittima) , perché avevano giusto deciso, a causa della chiusura delle frontiere della Serbia e dei paesi vicini, Austria  Ungheria, di riorientare i flussi un po’ più  verso Ovest (molto più montagnoso) , incaricando le forze d’occupazione della NATO in Kosovo  a trasferire gli interessati dalla frontiera macedone a quella albanese, poi di assicurare il loro trasporto per mare dall’Albania all’Italia. La Macedonia [in questo progetto] resta una via di  passaggio non evitabile”. Da cui la decisione di  cambio di regime.

Si noti:  centinaia di migliaia di “profughi” saranno diretti  per mare verso l’Italia, ma non prima di essere fatti transitare per il Kosovo: ossia  sotto  la gestione del locale  ‘governo’ criminale  e delle ‘forze armate’ dell’UCK dedite  ad ogni tipo di spaccio, che vi troveranno le più succulente occasioni di guadagno – sotto l’occhio benevolente della NATO e della UE. Senza parlare delle infinite possibilità di infiltrazione  dei  suddetti  delinquenti armati tra i poveri profughi, disponibili a qualunque “attentato islamico” anche sulle nostre spiagge – come hanno strombazzato i media –  secondo quanto farà comodo ai “decisori” di mostrare che l’IS è qui,  in Italia.

estratto da http://www.maurizioblondet.it/macedonia-cambio-regime-corso-ci-riguarda/

One thought on “Macedonia

  1. La lettera del 14 aprile delle 84 organizzazioni guidate dall’Open Society Foundation al Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, urla eversione nella mia mente. Ramadan Ramadani, membro del Consiglio dell’Open Society Foundation è in prima linea nel movimento, e l’elenco dei partner dell’organizzazione di Soros è ampio e radicato, così come in altri Paesi in crisi. I manifestanti davanti l’edificio del governo macedone sono in effetti istigati dai partner dei tentativi macedoni di Soros. L’elenco comprende; Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale – USAID, Missione UE in Macedonia, Direzione dello sviluppo e cooperazione – DSC, Fondazione dei Bambini Pestalozzi – Svizzera, Fondo per l’Istruzione dei Rom – Ungheria e Istituto per la politica europea di Berlino. Ancora una volta troviamo i cospiratori intrecciati con i beneficiari inconsapevoli della rete delle fondazioni di Soros. Grazie ai miliardi degli hedge funds, Soros ha creato tali reti per il cambio nelle “società aperte”, con Soros azionista di maggioranza, e altri investitori e partner che si fanno carico del resto del finanziamento. L’organizzazione non fa mistero della “fase auto-sostenibile” che ogni piano deve raggiungere. E’ interessante e un po’ deprimente che il contingente in Macedonia dei tentativi di Soros-USAID abbia forse involontariamente rivelato altre operazioni. Forse a causa della barriera linguistica isolante dell’organizzazione? Comunque l’Open Society Foundation in Macedonia delinea chiaramente i settori d’influenza e sono; istruzione, informazione, sanità, media, riforma della pubblica amministrazione, legge, Programma Est-Est: Partnership Cross Border, programma della società civile e Programma Promozionale Regionale della Ricerca (RRPP). Citando le pagine dei “media” delle fondazioni si riconoscono noti inquilini. L’obiettivo principale dell’aspetto mediatico si prefigge:
    – di migliorare il dibattito informato su temi relativi all’UE e contribuire alla promozione dei valori dell’UE;
    – garantire la copertura mediatica delle problematiche connesse all’adesione all’UE, elezioni, contenziosi sull’adesione con la Grecia e la NATO;
    – monitorare e sostenere lo sviluppo del quadro giuridico e normativo adeguato ai media e monitorarne l’attuazione in conformità con gli standard internazionali, compreso il funzionamento degli organismi di regolamentazione competenti;
    In conclusione, struttura, forza, sostegno e completezza dei fili delle ONG corporativo-governative sono tirati da dipartimento di Stato, ambasciata del Regno Unito, Soros e altri componenti, rendendo relativamente impotente qualsiasi vera forma di democrazia libera nella regione. Se la grazia o meno del Presidente Gjorge Ivanov ai funzionari elettorali indagati aggrada, è l’aspetto meno importante per i macedoni rispetto alla grande cospirazione per controllare i cittadini e la società. Le operazioni di Soros e dell’USAID, che operano sotto la copertura della filantropia e dell’altruismo, sono machiavelliche fino alle estreme conseguenze. Come ho già mostrato in altri esempi, ONG ed egemonia degli Stati Uniti giocano molto sporco per dominare. Vorrei mettere in guardia il popolo della Macedonia almeno indagando sulle mie affermazioni.
    https://aurorasito.wordpress.com/2016/04/25/segnali-di-pericolo-lartificiosa-rivoluzione-macedone-in-corso/

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