Di Euro si muore

Per commentare questo interessante post di Frances Coppola non si può non partire da Il tramonto dell’euro di Alberto Bagnai (novembre 2012), che a pagina 29, illustrando la posizione finanziaria netta sull’estero dei principali paesi dell’Eurozona, recita quanto segue: “Se usiamo come metro il debito estero, la Finlandia viene a trovarsi in mezzo al gregge delle ‘pecore nere’ “. Proprio così, il paese campione per antonomasia della non casta, non cricca, non corruzione già in base a dati del 2007 risultava nello stesso gruppo delle vituperate Grecia, Spagna, Italia. Quello che allora Alberto Bagnai vedeva così nitidamente si è puntualmente realizzato sotto gli occhi di tutti: e nel gennaio del 2014 su Goofynomics si spiega come la Finlandia in crisi abbia fatto la fine di tutti i paesi costretti nella periferia di un’unione monetaria. Ovviamente nel mainstream si è oculatamente addossata la colpa al welfare generoso e alla tassazione alta del Paese: ma qui Frances Coppola smaschera il giochetto.

E così il disastro economico della Finlandia è, almeno in parte, una conseguenza della sua appartenenza all’euro. Mentre la Danimarca soffre per la perdita dell’autonomia monetaria a causa della sua appartenenza all’ERM II, e della perdita dell’autonomia di bilancio perché ha scelto di essere vincolata al Fiscal Compact. Al contrario, la Svezia ha il controllo sia della politica monetaria sia di bilancio, mentre la Norvegia non solo ha il controllo della sua politica monetaria e fiscale, ma è ulteriormente ammortizzata dal suo ampio fondo sovrano (derivato dalla vendita del suo petrolio n.d.r.).

La prova finale è fornita da questo grafico:

 

Non sembra che ci siano grandi possibilità di dubbio. Welfare, tasse, le riforme strutturali… macché. La Grande Divergenza scandinava è principalmente causata dall’euro.

http://vocidallestero.it/2016/05/31/la-grande-divergenza-scandinava/

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