Riassumendo…

Le elezioni del 2013 furono pareggiate perché il centrosinistra prese il 29,5 per cento dei voti e il centrodestra il 29, 1 per cento, mentre il Movimento 5 stelle conquistò il 25,5 per cento da solo (classificandosi come primo partito d’Italia, perché il Pd era al 25,4).

Questo risultato fu però viziato (grazie al famoso Porcellum) da un premio di maggioranza esorbitante che, per pochi decimali in più (lo 0,3 per cento), assegnò al centrosinistra 345 seggi alla Camera, mentre al centrodestra (che aveva pressoché la stessa percentuale) ne andarono 125 e al M5S, che pure era il primo partito, 109.

Il fatto determinante è che il 4 dicembre 2013 la Corte Costituzionale ha dichiarato “incostituzionale” la legge elettorale detta “Porcellum”, giudicando “distorsivo” quell’enorme premio di maggioranza, perché “foriero di una eccessiva sovra-rappresentazione” non imponendo “il raggiungimento di una soglia minima di voti alla lista”.

Tale sentenza non era una delegittimazione automatica, per via giuridica, del Parlamento appena eletto, ma una delegittimazione politica sì.

Però a Palazzo hanno fatto spallucce. E hanno evitato di fare la sola cosa giusta e democratica: cambiare il Porcellum, togliendo quell’esorbitante “premio”, e ridare la parola agli elettori.

Anzi, abbarbicati alle poltrone, hanno aggravato l’illegittimità politica dei governi che hanno raffazzonato, perché al “vulnus” rappresentato dai seggi “incostituzionali”, si sono aggiunte una serie di operazioni che sono uno sberleffo per gli elettori e per la sovranità popolare: la trasmigrazione verso il Governo di una quantità di parlamentari che erano stati eletti contro la coalizione del Pd. Mentre Sel, che alle elezioni era in coalizione col Pd di Bersani e ha usufruito del premio del Porcellum, è andata all’opposizione.

Così la “maggioranza parlamentare” non ha più nulla a che vedere col voto del 2013, è continuamente cambiata e sono cambiati pure i ministri e il Capo del governo. Tutto senza voto popolare.

Proprio perché non ha la legittimazione degli italiani il governo Renzi sta al guinzaglio della Merkel e di Obama: cerca ed ha da loro una legittimazione “coloniale”.

Diventato premier senza aver mai partecipato alle elezioni, con un Pd che non è nemmeno il primo partito d’Italia e una coalizione che stava alla pari col centrodestra e che ora sta sotto per la rottura con Sel, il Matteo nostro, col “premio” di parlamentari dichiarati “incostituzionali” dalla Corte e con quelli “transfughi”, ha addirittura cambiato la Costituzione, con un’abolizione del Senato che non abolisce il Senato, ma solo il voto degli elettori per il Senato.

E ha cambiato la legge elettorale con un’invenzione – l’Italicum – che un domani potrebbe permettere a un partito come il PD, al 25 per cento, di diventare padrone assoluto del Paese (cioè anche delle istituzioni di garanzia).

Antonio Socci

Da “Libero”, 26 giugno 2016

2 thoughts on “Riassumendo…

  1. Il FSI – Fronte Sovranista Italiano, il cui scopo statutario è il ripristino e l’attuazione della Costituzione repubblicana del 1948, si schiera con forza contro la riforma Renzi-Boschi e quindi prende ufficialmente posizione invitando a votare NO in occasione del referendum costituzionale, sia pure sulla base di ragioni parzialmente differenti rispetto a quelle sviluppate dai comitati per il NO già costituitisi.

    Il FSI ritiene infatti che tali ragioni presentino delle fondamentali carenze basilari e che una vera difesa del modello costituzionale debba andare oltre il rigetto della riforma, cogliendo l’occasione per estendere il dibattito all’attuale stato di sostanziale disapplicazione del modello voluto dai Padri Costituenti e alla denuncia dell’insanabile contrasto tra Costituzione della Repubblica italiana e Trattati dell’Unione europea, tema sul quale il FSI prende una netta posizione nel suo Documento di Analisi e Proposte.

    ­

    Una vera difesa della Costituzione deve necessariamente comportare, pertanto, il rifiuto del modello liberista, globalista, mercantilista, sancito dai Trattati europei e, quindi, il rifiuto dell’Unione europea stessa, organizzazione internazionale che invece molti autorevoli sostenitori del NO vorrebbero preservare, nonostante tale loro scelta collida evidentemente con la proclamata difesa della Costituzione. Quest’ultima, di fatto, è stata progressivamente soppiantata, annullata e in definitiva disapplicata, per effetto della nostra partecipazione al processo di unificazione europea e delle scelte effettuate a livello sovranazionale.

    Ciò è avvenuto con il quasi unanime e colpevole sostegno del mondo accademico, politico ed istituzionale, complici anche numerosi autorevoli attuali sostenitori del fronte del NO, dai quali il FSI aspetta, alla luce della forte presa di posizione referendaria, una chiara e definitiva scelta fra la Costituzione della Repubblica italiana e i Trattati europei.
    http://www.appelloalpopolo.it/?p=16090

  2. L’euroligarchia, adesso sta puntando su un altro pentastellato Luigi Di Maio, attuale vicepresidente della camera, che si appresta a scalare la vetta della grande politica, non la politica al servizio dei popoli, definita spregiativamente “populista” (che ha fatto però guadagnare ai 5 stelle milioni di voti) ma quella al servizio dell’alta finanza . Del resto Di Maio, -faccetta furba e sguardo ambiziosissimo- lo si vede girare già da qualche anno negli ambienti della nobiltà nera della City di Londra. Ha capito benissimo che il potere non viene affatto al basso. La vicenda del pranzo di Di Maio il 22 aprile 2016 all’Ispi, l’istituto studi per la politica internazionale, dove si trovavano gli stessi protagonisti della riunione romana della paramassonica Trilateral Commission fondata da David Rockefeller è interessante in questo senso. Di Maio sta facendo lo stesso tour di presentazione che toccò a Renzi alcuni anni fa (andò perfino da Angela Merkel, da sindaco di Firenze, ricordate?). E’ normale e fisiologico: tutti i soggetti, soprattutto stranieri, che devono avere rapporti con l’Italia vogliono capire se hanno davanti un’altra Marine Le Pen, un altro Jeremy Corbin o un altro Norbert Hofer. I potenti della terra si riuniscono a porte chiuse lontani da occhi indiscreti. E’ in questi circoli off limits che si decidono le sorti delle economie, dei cittadini e degli stessi governi. Quest’anno il gruppo Bilderberg è stato a Dresda dal 9 al 12 giugno: tra gli italiani presenti John Elkann e Lilli Gruber. L’anno scorso partecipò Monica Maggioni, (già membro della Trilaterale) che sarebbe diventata presidente della Rai proprio dopo quella partecipazione.
    http://antimassoneria.altervista.org/cronache-di-democrazia-europea-lunione-esperta-in-atrocita/

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