Questo articolo è stato pubblicato qui il 4 settembre, La decisione di Comey d’inviare la seconda lettera il 28 ottobre (l’October Surprise) fu innescata dal contenuto dell’articolo del Wall Street Journal; quali saranno gli sviluppi?
http://vocidallestero.it/2016/11/02/hillary-e-lfbi-lo-stato-profondo-americano-si-ribella/)
Abbiamo già parlato del fatto che è già successo che alle presidenziali USA un evento inaspettato, ad ottobre, cambiasse le carte in tavola; tanto più probabile quest’anno per sventare la “minaccia” Trump.
Sembra che qualcuno stia cominciando a pensarci seriamente:
“Come si dovrebbe sapere, il presidente Usa non è eletto dal “popolo americano”. E’ eletto da un collegio di 538 ‘grandi elettori’ scelti stato per stato; sono quelli, non il candidato, che il popolo vota il 7 novembre. Ora, il giurista dice che: il senato di ogni stato può decidere come gli pare la selezione della sua quota di ‘grandi elettori’,anche senza voto popolare.
E tutto questo è perfettamente legale in base alla Costituzione Usa, che infatti dimostra di essere concepita per l’oligarchia, e la sua perpetuazione.
Se avverrà, ci saranno insigni giuristi che lo spiegheranno: il Collegio dei 538, scelti come vogliono i senati di ogni stato, si è riunito ed ha scelto il presidente, così di botto; e non ha violato la Costituzione. Del resto uno dei candidati è morto “troppo sotto” la data delle elezioni, che volete farci? E’ una di quelle situazioni in cui “il fatto che abbiamo un Collegio Elettorale e non l’elezione diretta, si dimostra d’aiuto”.
Il bello è, che rivela US & World Report, è che “alcuni” hanno già consultato i giuristi per questa imprevista evenienza, “se le teorie cospirative diventano predittive” e uno dei candidati – quello che loro detestano – muore. Se muore in una data scomoda (o opportuna) per una soluzione d’emergenza.
Il seguito dell’articolo rivela fino a che profondità questa possibilità è stata esplorata dagli ’Alcuni’
“Entrambi i maggiori partiti hanno, ovviamente, regole interne per il rimpiazzo del ticket presidenziale, e il Congresso ha il potere di cambiare la data dell’elezione in base all’articolo II della Costituzione […] Ma il Congresso si troverebbe a fronteggiare una scadenza di fatto a dicembre, visto che il 20mo emendamento della Costituzione esige che i termini per il Congresso scadano il 3 gennaio e i termini per la presidenza, il 20 gennaio”.
Infatti, insieme al presidente, gli “americani” eleggono a novembre anche la Camera bassa, e un terzo del Senato. Ci sono problemi tecnici; si rischia di non avere un apparato legislativo legalmente in carica per proclamare il presidente scelto dai 538 dopo la morte di uno dei candidati.
Ma al di là delle tecnicalità, si colga il senso della domanda: qual è la data più opportuna perché il Candidato muoia? Che non sia troppo presto ma nemmeno troppo avanti, per far votare dal Collegio un candidato a sorpresa, uscito dal cappello di Alcuni maghi, con l’apparenza della legalità?
“La democrazia americana – commenta il settimanale – avrebbe un terreno nuovo se Hillary Clinton o Donald Trump lasciassero un vuoto nel ticket presidenziale prima dell’elezione generale dell’8 novembre”.
E non basta. Il pezzo prosegue, mostrando che sono state valutate le soluzioni legali più insolite e di scuola: che sono andati a cercare articoli antichi su riviste di diritto perlomeno secondarie.
E’ chiaro che molto dipenderà dalle elezioni statunitensi. Se saranno eque, Trump potrebbe vincere. Ma i Masters of the Universe, altrimenti noti come bankster, preferiscono Clinton, che avvierebbe una grande guerra, se necessario. Se diventasse presidentessa, la situazione ai confini con l’Ucraina, nel Caucaso meridionale e nell’Asia centrale si deteriorerebbe. E ora, a causa della morte del presidente uzbeko, ci potrebbe essere un’aspra lotta di potere favorendo i islamisti, i “cani da guardia della globalizzazione statunitense”. E questo è il nostro punto debole. Clinton non è in ottima salute, e se qualcosa dovesse accaderle, ‘Tim Kaine’ da oscura pedina potrebbe diventare il jolly, divenendo presidente.
https://aurorasito.wordpress.com/2016/09/06/putin-contro-bilderberg-volete-unaltra-crisi-dei-missili-di-cuba/
«Donald Trump è entrato in una “kill zone” politica : l’establishment statunitense si sta allineando per eliminarlo». Trump farà la fine di John Fitzgerald Kennedy. Solo che, stavolta, non serviranno pallottole vere: basteranno quelle, virtuali, “sparate” dai media , che rispondono agli ordini dello “Stato Profondo”, cioè il vertice finanziario, l’élite di Wall Street, il Pentagono e i suoi terminali di intelligence, Fbi e Cia. Lo sostiene il britannico Finian Cunningham, osservatore indipendente, già autore di editoriali per il “Mirror”, l’“Irish Times” e l’“Independent”. «Al giorno d’oggi, l’assassinio politico ad opera dell’autorità costituita non comporta necessariamente la liquidazione fisica di un individuo ritenuto un nemico dello Stato», specie se «la diffamazione di un personaggio pubblico raggiunge lo stesso risultato desiderato, vale a dire l’eliminazione del bersaglio dalla scena pubblica».
http://www.controinformazione.info/trump-spaventa-lelite-della-guerra-deve-morire-come-jfk/
http://pauperclass.myblog.it/2016/10/09/killing-trump-eugenio-orso/
Infatti…speriamo per lui che basti questo, altrimenti si passerà all'”artiglieria pesante”
I profeti di una volta, per non rischiare equivoci, rimanevano nel vago coi nomi…
Tale scenario spaventa chi chiede a Trump di riconoscere le elezioni come legittime. Se Trump si rifiuta, si concede la possibilità di portare in piazza la gente. Naturalmente, se rivolte iniziassero negli Stati Uniti, ne sarà incolpato Putin. Ma non ci baderemo troppo, perché saremo in prima fila con i popcorn.
https://aurorasito.wordpress.com/2016/11/03/la-accuse-a-putin-sono-la-catastrofe-nazionale-degli-usa/