Il sistema elettorale prevede un’elezione semidiretta; il presidente è infatti eletto a maggioranza assoluta, per un mandato di quattro anni, dal collegio elettorale, composto da 538 grandi elettori, eletti tramite elezione diretta il martedì successivo al primo lunedì del novembre dell’ultimo anno del mandato del presidente in carica. Ogni stato federato elegge un numero di delegati pari ai rappresentanti dello stesso stato al Congresso, ripartizione che tiene conto anche della consistenza della popolazione e quindi soggetta a revisione periodica[1]. Eccetto il Maine e il Nebraska, ogni stato ha adottato un sistema elettorale per il quale vengono eletti solo i delegati sostenitori di uno stesso candidato che insieme hanno ottenuto più voti; il candidato indirettamente vincitore nel singolo stato si aggiudica quindi tutti i delegati assegnati allo stesso[2].
Quindi un sistema assolutamente maggioritario in cui gli elettori (dei delegati) non sono neppure identificati e dove vale anche il voto per corrispondenza (circa il 30% dell’elettorato) i cui scrutini sono fatti come ultima operazione.
Tutto il resto è puro spettacolo televisivo.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_presidenziali_negli_Stati_Uniti_d%27America_del_2016
Dove si vede quale è il modello di democrazia che hanno esportato (anche in Europa) gli USA: sempre meno rappresentativa!
Vi hanno informato di come insulta le donne, i messicani, gli immigrati – e i giornalisti. Conoscete le signore che ha palpato 35 anni orsono. Ma del suo programma politico non vi hanno detto niente. Anzi, vi han fatto credere che un pagliaccio come quello non ha alcun programma. Ecco i punti che Donald Trump ha delineato nel suo recente discorso a Gettysburg, che Newt Gingrich ha definito “il più importante discorso politico della storia recente americana”.http://www.maurizioblondet.it/programma-trump-vi-nascosto/
Dopo la diffusione della seconda lettera del direttore dell’FBI Comey al Congresso degli Stati Uniti, il processo per le elezioni presidenziali è andato in tilt, fuori controllo. L’apparato politico bipartisan è in crisi. “Il sottoscritto direttore dell’FBI (James Comey) scrive per informarvi che la squadra investigativa mi ha informato su questo, ieri, ed ho accettato che l’FBI adotti le opportune misure investigative volte a consentire agli investigatori di rivedere tali e-mail per decidere se contengano informazioni classificate, nonché valutarne l’importanza per le nostre indagini“.
https://aurorasito.wordpress.com/2016/11/02/hillary-clinton-wall-street-perde-il-suo-cavallo-crisi-costituzionale-come-finira/
Gli Stati Uniti, perno dell’Impero globale, stanno attraversando una crisi profonda. Il paese leader dell’ordinamento occidentale dove sono presenti le principali centrali ideologiche che dettano la linea in tutto l’Occidente, continuano a promuovere la loro visione ideologica di base calvinista/mondialista e massonica che predica l’abolizione delle frontiere, il superamento degli Stati nazionali per favorire l’ascesa di un ordine globale dominato da organismi transnazionali, parallelamente alla diffusione di una ideologia che esalta l’individualismo al di sopra del bene comune, la supremazia della morale relativista con le sue devianze sessuali ed i diritti individuali sostitutivi di quelli sociali e comunitari. Dietro questa promozione ideologica si trovano le stesse centrali di potere che promuovono l’assoluto predominio della visione neoliberista sul piano economico con supremazia del libero mercato e delle grandi corporations e istituzioni finanziarie sugli stati e sulle comunità. Qualsiasi nazione, popolo o entità politica e religiosa, che si frapponga ad ostacolare questi obiettivi, viene considerato dal suo inizio come un nemico da dover distruggere.
http://www.controinformazione.info/lelite-globalista-di-fronte-alle-nuove-sfide-allordine-globale/
Lo spettacolo è finito, cala il sipario sulla campagna elettorale più “cattiva” della storia americana. Ha vinto Trump, hanno perso i media. Gli stessi che in Francia lavorano per oscurare Marine Le Pen, che in Gran Bretagna hanno presentato la Brexit come l’apocalisse. Gli stessi media che, nel 2013, in Italia davano Grillo al 12%, fino a poche prima che il Movimento 5 Stelle, col 25% del voi, diventasse il primo partito alla Camera. La sensazione è che stia davvero finendo un’epoca, nel cui ultimo frangente il sistema mainstream ha fatto da grancassa anche alla guerra, in tutto il mondo. La catastrofe in Libia, le menzogne sul golpe in Ucraina, le fiabe nere sulla Siria, la vera origine dell’Isis. Zero verità, sui grandi media. Ma i cittadini Trumpsi sono informati lo stesso, racconta Marcello Foa, grazie a media indipendenti come “InfoWars”. E hanno misurato la distanza tra le breaking news e la verità vera, quella che l’establishment si è rifiutato di raccontare: per questo ora subisce una rottamazione storica, epocale.
http://www.controinformazione.info/media-bugiardi-rottamati-dal-voto-degli-americani/
Ma vi è un risultato importante che può essere generalizzato. I disastri della “globalizzazione” hanno indotto una parte dell’elettorato a rispondere al ricatto dell’élite, “o noi o il caos”, scegliendo il candidato “antiélite” o “antisistema” sia passivamente (astenendosi) che attivamente (votandolo). Questo fenomeno è ancora più forte dato che il candidato “antisistema” s’è astenuto da dichiarazioni che potevano alienargli questi elettori. Nei discorsi locali, laddove Trump ha emesso i commenti più scandalosi, il fenomeno è ridotto. Laddove si concentra sugli attacchi a istituzioni e banche, il fenomeno è più importante.
https://aurorasito.wordpress.com/2016/11/11/il-voto-per-trump-e-le-sue-lezioni/
Quest’America non si comporterebbe tutta da «campagna francese», se il suo tessuto produttivo non fosse stato distrutto dai trattati di libero scambio e dalla crisi economica. O almeno se avesse ricevuto una risposta politica alternativa: a cose fatte, molti si chiedono se Bernie Sanders avrebbe potuto fare meglio della Clinton. Forse, al di là delle ipotesi controfattuali, conviene assumere un dato: l’opzione populistica della sinistra americana è stata deliberatamente sabotata dall’establishment democratico. Grazie alle rivelazioni di Wikileaks sappiamo che lo staff elettorale di Hillary Clinton, i vertici del Democratic National Committee e un insieme di giornalisti di importanti network (tra cui l’NBC) hanno lavorato in maniera attiva per mettere fuori gioco il candidato socialdemocratico. Ma non serve immaginare particolari complotti, dato che la maggior parte del processo si è svolta alla luce del sole: tutti i grandi democratici, dagli intellettuali liberal come Paul Krugman ai giornalisti del Washington Post, hanno lodato l’«incrementalism» della Clinton, opposto al velleitarismo rivoluzionario dei sostenitori di Sanders; hanno riempito intere pagine di considerazioni sulla vacuità della sua proposta economica; l’hanno accusato di essere sessista e razzista. Chi ama richiamare la «post-factual era» a proposito di Trump, dovrebbe rileggere i numerosi articoli – assolutamente liberali – in cui Sanders, militante della prima ora del movimento per i diritti civili, veniva di fatto paragonato a Donald Trump. E la battaglia è stata ingaggiata dallo stesso fronte che poi si è scagliato su Trump, non dalla repubblicana Fox.
http://www.leparoleelecose.it/?p=25030