Procurade, barones, moderare sa tirannia

La Sardegna ha poco più di un milione e mezzo di abitanti. Conta 110.000 disoccupati e 25.000 “inattivi”, oltre il 16 per cento del totale. La percentuale di giovani senza lavoro è attorno al 50 per cento ; ogni anno emigrano verso il continente o all’estero migliaia di sardi di ogni età e condizione. La provincia di Carbonia Iglesias è stabilmente inserita tra le aree più depresse dell’intera Unione Europea.  Giusto dunque che la sessantina di privilegiati che formano il Consiglio della Regione Autonoma – il presidente Pigliaru gode, dicono, di un appannaggio di 13.000 euro mensili – cerchino di aiutare chi vuol avviare un’impresa.

Al riguardo, nell’ambito di un progetto comicamente denominato Impr.Int.Ing, mutuato certo dagli studi sulle oche di Konrad Lorenz, i giudiziosi amministratori della cosa pubblica sarda hanno stanziato la ragguardevole somma di euro 2.003.171,43 per sovvenzionare  nuovi imprenditori. Purché non sardi, non italiani, e neppure cittadini comunitari. La prima considerazione riguarda la bizzarria della cifra: chissà come saranno pervenuti, gli uffici burocratici dell’isola, a calcolare persino i centesimi disponibili per la generosa operazione finanziaria antinazionale. Non che abbiamo dubbi sulla correttezza  della contabilità: la regione autonoma conta su circa tredicimila dipendenti, abbonderanno i ragionieri e i dottori in economia. A proposito, Marche e Liguria, con una popolazione analoga, hanno circa 1.300 dipendenti ciascuna. Alla faccia dei Quattro Mori !

Non dimentichiamo che, su iniziativa del medesimo benemerito ente, la meravigliosa isola dei Nuraghe può contare su ben otto province. Scommettiamo che la maggioranza schiacciante degli italiani non conosce la provincia dell’Ogliastra ( meno di sessantamila abitanti, più o meno la popolazione di Sanremo o Crotone ), i cui capoluoghi sono due, le metropoli di Lanusei e Tortolì , così come di quella del Medio Campidano, anch’essa con doppia piccola capitale, Sanluri e Villacidro.

Tutti gli italiani sono perfettamente al corrente anche dell’esistenza  della provincia della Gallura ( Tempio Pausania più Olbia) e del Sulcis Iglesiente ( Carbonia Iglesias). Tutto va quindi per il meglio, nella fortunata patria di Emilio Lussu e della Brigata Sassari. Perché indignarsi, dunque, se due milioni e spiccioli del sudore del popolo sardo vanno alle imprese costituite da extracomunitari ? Anzi, possono partecipare anche i cittadini di Paesi Terzi ( niente rumeni, estoni o tedeschi, dunque) che abbiano ottenuto la nostra cittadinanza, i “nuovi italiani”. Oh, gran bontà del democratico presidente Pigliaru, c’è posto anche , ça va sans dire, per i “richiedenti asilo” ed i rifugiati “. Non sia mai che rimangano fuori, sai l’indignazione dei mammuthones di Mamoiada e di qualche disoccupato reazionario di Quartu Sant’Elena, incautamente originario dell’isola !

Se credessimo ancora ad un briciolo di legalità, consiglieremmo i cittadini di Cagliari e Sassari di impugnare gli atti della regione per incostituzionalità, ma si sa, “le leggi son, ma chi pon mano ad esse ?”. E poi non vorranno certo, i bravi abitanti della Sardegna, esporsi all’infame accusa di razzismo. Da biechi reazionari, magari pensiamo, ma sottovoce e con il rossore sul volto, che i due milioncini, ed anche i restanti euro 3.171,43 , avrebbero potuto essere assegnati a start up di cittadini italiani, o magari inseriti in un programma dal nome altisonante per sostenere la natalità, che è in picchiata anche da quelle parti, o, se proprio a Pigliaru avanzano denari, devoluta ai terremotati dell’Italia Centrale.

Basta, vergogniamoci anche solo di averlo pensato, e plaudiamo invece alla nobile iniziativa della giunta democratica sarda. Gli stranieri devono lavorare ed  integrarsi, come si dice. Sarà per quello che i corsi professionali organizzati nell’isola sono gratuiti per loro ed a pagamento per i sardi, che, ricordiamolo, non abitano tutti sugli yacht di Porto Cervo  e non trovano lavoro nonostante l’impegno diuturno di Pigliaru & Compagni. Sarà anche per integrazione che la direzione dell’ospedale di Sassari ha chiesto ai primari di “sospendere i ricoveri e dimettere i dimissibili in previsione dello sbarco di migranti” .

Ed è un chiaro segnale di integrazione tecnologica se gli aspiranti percettori stranieri del denaro pubblico sardo dovranno trasmettere le loro istanze “esclusivamente in forma telematica”. Riferito della democratica ed egalitaria disposizione che assegna “almeno il 49 per cento” delle somme a richiedenti di “genere” femminile – il genere è ormai dappertutto e getta il sesso nell’angolo ! – qui, sulla forma telematica , casca l’asino, anzi il simpatico somarello sardegnolo.

Rifugiati, richiedenti asilo, extracomunitari: tutti nativi digitali con computer al seguito su cui seguire le disposizioni della giunta e trasmettere le domande con relativi curricula. Strano: non sarà invece che il denaro finirà largamente nelle tasche rapaci delle organizzazioni  ben inserite nel sistema che lucrano sul business dell’accoglienza ? Chissà che non abbiano già organizzato qualche affaruccio e che gli stranieri da aiutare o sfruttare non siano il mezzo per lucrare denaro pubblico e rafforzare consolidate clientele. A pensare male si fa peccato, ripeteva Giluio Andreotti, ma difficilmente ci si sbaglia. A proposito, i maligni insinuano che sia piuttosto chiacchierata, nell’isola, almeno una di queste caritatevoli istituzioni che incassano soldi sugli sbarchi dei clandestini . Noi non ci crediamo , naturalmente.

L’unica cosa che pensiamo davvero è che un popolo merita la fine che fa, se non si ribella a ciò che accade. Si può essere disinformati, si può anche essere oggetto della più disgustosa, mistificante e falsa propaganda immigrazionista, ma non si può rimanere indifferenti dinanzi a tanta protervia. In tempi normali, comportamenti della specie si chiamerebbero tradimento ed i loro protagonisti sarebbero considerati dei nemici del popolo, dei tiranni.

Più di due secoli fa la Sardegna insorse compatta contro i feudatari alleati dei piemontesi che si erano trovati a governare l’isola a seguito di complicati intrecci dinastici.  Il canto popolare che ne scaturì è considerato l’inno della nobile nazione sarda, Procurade, barones, moderare sa tirannia.

Le prime strofe del testo, tradotte dalla “limba” suonano  così:  Cercate di moderare, baroni, la tirannia, perché sennò, per la vita mia! Tornate con i piedi in terra! Dichiarata è già la guerra contro la prepotenza, e comincia la pazienza nel popolo a mancare. Guardate che si sta accendendo contro di voi l’incendio;
badate che non è un gioco, che la cosa diventa realtà; badate che l’aria minaccia temporale; gente mal consigliata ascoltate la mia voce.

Siamo tra coloro che non credono più nella volontà di reagire del popolo italiano, anzi non siamo più neppure certi dell’esistenza in vita di un popolo italiano. Eppure, dottore Pigliaru, ed assessori democratici sardi, e voi, signori  della Impr.Int.Ing, moderate se non altro il disprezzo che mostrate verso la vostra gente, e riportate quei due milioni nelle tasche di chi ha bisogno tra i vostri cittadini.

Il temporale può alzarsi all’improvviso, e nella vostra isola ci sono , purtroppo, migliaia di sardi che l’ombrello non ce l’hanno più. E’ brutta, se arriva, la collera della buona gente, quella senza Imprinting , che non ha santi in paradiso o in regione . Ajò, avanti forza paris !

ROBERTO PECCHIOLI   

 

L’articolo La Sardegna paga le nuove imprese. Ma solo se fatte da immigrati. è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.

9 thoughts on “Procurade, barones, moderare sa tirannia

  1. Crediamo sia quasi inutile dire che nessuna persona in possesso di un minimo di sensibilità e di umanità può restare indifferente davanti a un naufragio in cui trovano la morte decine di persone, fra cui donne e bambini; che nessuna persona civile potrebbe mai compiacersi e provare soddisfazione per un evento del genere. Tuttavia, ci sembra quasi altrettanto evidente che non si tratta di questo, ma di vedere a chi sia giusto attribuire la responsabilità di episodi del genere: se alla nazione che, per proteggere se stessa, fa pattugliare le proprie coste e dà ordine ai propri marinai di allontanare gli intrusi non autorizzati, o a coloro che organizzano il traffico degli esseri umani, lo incoraggiano e ci guadagnano sopra somme notevoli, che poi servono a finanziare la malavita organizzata e altre attività criminali, dal commercio delle armi e della droga, alla prostituzione, quando non addirittura al terrorismo
    http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=57968
    di Francesco Lamendola – 30/12/2016

  2. NOTA STAMPA

    OLTRE LE IDEOLOGIE LE SOLUZIONI CONCRETE SULL’IMMIGRAZIONE CI SONO, ECCO QUELLE DEL M5S

    Evidentemente il neo ministro degli interni Minniti ignora le molteplici sentenze di CEDU (Corte europea dei diritti dell’uomo) e Corte Costituzionale. Allo stesso tempo, non avrà avuto modo di esaminare il rapporto prodotto dal Senato della Repubblica che li definisce inutili e dannosi (https://goo.gl/KvTOhQ).

    Le cause di questi ingenti flussi vanno ben oltre le soluzioni inadeguate proposte da Minniti e PD. Si parla di fame, povertà, guerra, cambiamenti climatici. Per affrontare situazioni di tale portata è necessario un forte impegno dell’UE che deve, il prima possibile:

    1) adottare una politica di asilo comune per tutti gli Stati Membri;

    2) dare seguito agli impegni già assunti in termini di ricollocamenti e reinsediamenti da Italia e Grecia, verso gli altri Stati Membri;

    3) aprire corridoi umanitari grazie ai quali fare arrivare chi scappa da zone di guerra in totale sicurezza e combattendo così i trafficanti di esseri umani

    4) rivedere Regolamento di Dublino.

    Mentre a livello nazionale, Minniti, anziché improvvisarsi esperto avanzando improbabili proposte, dovrebbe semplicemente mettere in pratica quanto previsto dalla nostra mozione (https://goo.gl/oIWm7C):

    1) chiusura grandi centri stile Mineo, valutazione ed informazione preventiva della cittadinanza e della gestione sui territori che possa valutare le criticità degli stessi in maniera oggettiva senza creare disparità ingiustificate sull’accoglienza diffusa

    2) prevedere tempi più brevi per l’esame delle domande (si deve passare dai 2 anni attuali ai 2 mesi già previsti per legge!);

    3) stabilire nuove vie d’accesso legali per evitare che chiunque metta piede in Italia faccia richiesta di asilo anche in maniera del tutto pretestuosa.

    L’ora delle trovate per raccogliere facili consensi è finita da un pezzo, il governo e l’Europa si diano una mossa.

    On.Vittorio Ferraresi

  3. Un’analisi fattuale – riportata da Zero Hedge – di quanto sta accadendo intorno alla questione immigrati, porta a conclusioni sconvolgenti. Si è consolidata una prassi che coinvolge trafficanti di persone, organizzazioni non governative e istituzioni italiane e che lucra in tutti i modi possibili su questo dramma umanitario. A partire dal recupero dei disperati in acque territoriali libiche, agli appalti pilotati per costruire i centri di assistenza, fino allo sfruttamento degli immigrati stessi nelle campagne per salari da fame, la crisi umanitaria si è trasformata in un affare colossale per le organizzazioni malavitose e mafiose. Il tutto viene reso possibile dalla sospensione di fatto dello stato di diritto per tutto quello che concerne la questione dei migranti provenienti dall’Africa.

    http://vocidallestero.it/2017/01/05/perche-il-governo-italiano-non-riesce-a-risolvere-il-problema-dei-trafficanti-di-immigrati-perche-non-vuole-farlo/

  4. Come ha dimostrato lo scandalo Mafia Capitale (13), una collusione tra i membri del Partito Democratico al governo che controllano le istituzioni statali italiane dell’immigrazione tra cui i centri profughi, le ONG e il crimine organizzato, assicura che i migranti siano impiegati a spese dei contribuenti italiani e per una paga oraria insignificante, in modo da garantire ingenti profitti illegali al racket. Una famigerata frase di un membro della criminalità organizzata, che spesso viene citata, ha rivelato che l’immigrazione è al momento un business più redditizio del traffico di droga.

    “Hai idea di quanto guadagno con questi immigrati?” ha detto Salvatore Buzzi, un affiliato della mafia, in un’intercettazione di 1.200 pagine ad inizio 2013. “Il traffico di droga non è così proficuo“. “Abbiamo chiuso quest’anno con un fatturato di 40 milioni, ma… i nostri profitti vengono tutti dagli zingari (ROM), dall’emergenza abitativa e dagli immigrati” ha detto Buzzi. Questo nel 2013, quando erano arrivati in Italia 20.000 immigrati. Nel 2016 ne sono arrivati 180.000.
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/02/mafia-capitale-buzzi-immigrati-si-fanno-soldi-droga/1245847/

  5. di Luciano Lago Da molto tempo andiamo denunciando che il problema dell’immigrazione ha delle connotazioni totalmente diverse da come ci viene presentato dalla stragrande maggioranza dei media e dai comunicati dei Governi che si sono alternati a Palazzo Chigi. Come noi, altri ben più autorevoli commentatori, al di fuori del coro conformista e finto “compassionevole” della sinistra mondialista, hanno rilevato allo stesso modo come esista una regìa occulta dietro l’ondata migratoria che si è abbattuta sull’Italia e che ha coinvolto buona parte dei paesi d’Europa. Non abbiamo mai perso l’occasione per stigmatizzare le politiche folli ed irresponsabili suggerite dall’Unione Europea, di cui sono stati protagonisti personaggi ormai screditati come la Merkel, Hollande, Renzi, che progressivamente vengono sfiduciati dalla scena politica come “venditori di fumo” dalle stesse opinioni pubbliche che, in buona parte, iniziano a comprendere come le politiche europeiste siano le dirette responsabili del caos, della destabilizzazione sociale e del degrado delle società europee. La politica che sospinge e favorisce le ondate migratorie è apertamente sostenuta da tutti gli organismi transnazionali dall’ONU, al Fondo Monetario Internazionale (FMI), al WTO, incentivata dal Vaticano del Papa argentino, fino alle grandi entità finanziarie, fra cui possiamo citare la Goldman Sachs, il cui ex presidente, P. D. Sutherland, un irlandese, oltre al suo alto incarico nella grande Banca d’Affari risulta essere (guarda caso) anche il rappresentante presso l’Onu della “Segreteria Generale per l’Immigrazione Internazionale” ed è questi un fanatico sostenitore del controllo centralizzato dell’Europa, nel sostenere la necessità delle ondate migratorie, tanto che fu lui a dichiarare che “l’immigrazione è una dinamica cruciale per la crescita economica”. Ne deriva quindi che la crisi dell’immigrazione viene utilizzata dai grandi potentati finanziari come mezzo per la trasformazione radicale dell’assetto sociale, leggi per omologazione delle persone e sradicamento delle culture originarie dei popoli.
    http://www.controinformazione.info/migrazioni-ed-invasione-caos-e-destabilizzazione-i-nodi-vengono-al-pettine/

  6. Salvatore Meloni, per tutti Doddore, è morto di fame prigioniero di uno Stato, il nostro, che considerava straniero. Settantaquattrenne, cinque figlie, una lunga militanza nelle file dell’indipendentismo sardo, era stato arrestato lo scorso 28 aprile, Die de sa Sardigna, festa del popolo sardo, dopo un grottesco inseguimento alla sua Panda rossa. Doveva scontare un cumulo di pene inferiore ai cinque anni per reati fiscali. Già in precarie condizioni di salute, ha iniziato, come il suo modello, l’irlandese Bobby Sands, uno sciopero della fame e della sete estremo, che lo ha portato alla morte. La famiglia e tanti amici avevano chiesto invano gli arresti domiciliari. Solo due giorni prima della fine è stato ricoverato in ospedale, dove, piantonato come un delinquente comune, ha concluso la sua agonia.
    http://www.maurizioblondet.it/onore-al-patriota-sardo-salvatore-meloni/

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