Il nostro agente a Mosca: battaglia Navalny

Ma mentre Eurostop è stato di fatto censurato, telegiornali e televisioni sono pieni dei fatti di Mosca. Insomma ciò che è normale nel “democratico” Occidente dove ormai manifestare è sempre più represso da polizia e tribunali quasi fosse diversamente terroristico (lo sanno bene i no Tav), viene demonizzato in Russia come antidemocratico.

il Simplicissimus

111205_navalnyCredo che un degrado del genere lo si sia raggiunto solo nei tempi più bui delle dittature del 900 e forse nemmeno: vedere i media occidentali sulla scia degli ectoplasmi che governano il continente levarsi un’ennesima volta come un sol uomo contro Putin con un pretesto inesistente, anzi appositamente creato, dunque tenuto assieme dal collante di menzogne e ipocrisie è qualcosa di davvero intollerabile. Questa volta però almeno in Italia lo stridore della doppia verità è stato davvero forte e solo gente sorda o con i tappi alle orecchie può non sentilo: mentre le prefiche occidentali lamentano come una ferita alla democrazia il fatto che una piccola manifestazione di sei o settemila persone sia stata circondata e dispersa dalla polizia perché non autorizzata nell’area in cui si è svolta, pur avendo il permesso per un’area diversa, circostanza che denuncia la strumentalità del tutto, il giorno prima a Roma e con il plauso…

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La quarta sponda

L’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump produce i suoi effetti in Libia, dove il “governo d’unità nazionale” di Faiez Al-Serraj, creato dall’amministrazione Obama riverniciando la precedente giunta islamista di Tripoli, è agli sgoccioli: la capitale, dilaniata dalle lotte tra fazioni, sta scivolando verso il caos. La crescente influenza di Mosca sulla Cirenaica si è invece tradotta in un primo accordo petrolifero, cui è seguito un disperato attacco delle milizie islamiste per strappare al generale Khalifa Haftar il controllo dei giacimenti. Il governo Gentiloni, indissolubilmente legato all’era Obama, si ostina ad appoggiare un esperimento, quello di Faeiz Al-Serraj, ormai abortito: all’Italia non rimane che affidarsi alla Rosneft (la russa Rosneft6, la stessa società che è entrata nel maxi-giacimento egiziano di Zohr, acquistandone una quota del 30% dell’ENI), nella speranza che il colosso russo restituisca all’Eni il favore ricevuto in Egitto.

Leggi tutto su http://federicodezzani.altervista.org/non-ci-resta-che-la-rosneft-come-il-governo-gentiloni-sta-affondando-nel-pantano-libico/

Farsa all’europea: mamma li turchi!

La quale, come sappiamo, ha solo tre principi inviolabili: il mercato come territorio, il profitto come fine e la diseguaglianza come motore mentre tutto il resto può essere tranquillamente giocato in un senso o nell’altro a seconda delle convenienze, del momento, degli interessi, suonando a la carte sull’organetto della democrazia o dell’ordine.

il Simplicissimus

IBXvF5ylHF1aDJw=--angela_merkel_recep_tayyip_erdoganIl desolante spettacolo dell’Europa non finisce mai e sul suo palcoscenico tetro e terreo, spicca la parte funambolica e trasformista delle elites che dopo un anno di ossessiva quanto fallimentare condanna del cosiddetto populismo, ora corrono a perdifiato i cento metri della più squallida e ipocrita demagogia, si trasformano in xenofobi e populisti per infinocchiare il popolo e impedire il disgregarsi del loro status quo.  Purtroppo sono così mediocri che anche le loro recite sono pietose, sono Moliere recitato dai cani randagi: chiunque capirebbe che l’insensato divieto di atterraggio in Olanda per la ministra degli esteri turca in  visita ai suoi connazionali, è solo una commedia del premier Rutte (mai nomen omen fu così azzeccato) per evitare la possibile se non probabile vittoria del suo antagonista  Geert Wilders, etichettato come xenofobo (cosa che alla luce degli ultimi avvenimenti sembra essere frutto di un comune fascismo interiore) , ma soprattutto come uomo che ha promesso…

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Polonia ancora pilota

La Polonia, rappresentata dalla premier nazionalista Beata Szydlo, si è messa di traverso al progetto, capitanando il gruppo dei paesi dell’Est che si oppongono (Repubblica Ceka, Slovacchia, Ungheria) ed ha rifiutato l’adesione sostenendo che “una UE di varie velocità aprirebbe la porta nel costruire dei “clubs di elite” ed in sostituzione di questo progetto  ha richiamato i responsabili della UE a ritornare allo spirito del Trattato di Roma.

Quanto queste istituzioni siano rappresentative dei popoli è testimoniato dal fatto che proprio il polacco Donald Tusk, rieletto presidente del Consiglio europeo, è stato ripudiato dallo stesso governo polacco in quanto non rappresenta la maggioranza dell’opinione pubblica del suo paese. Altrettanto si può dire per leaders europei come Hollande o la Merkel che sono, il primo nettamente sfiduciato dai suoi cittadini ed alla scadenza del suo mandato, la seconda in via di prossimo sfiduciamento e per non parlare di Gentiloni che risulta un premier nominato di un governo a sua volta nominato che mai è passato da una elezione popolare. Si tratta quindi palesemente di una oligarchia di politici e tecnoburocrati europei che si arroga il diritto di decidere per tutti senza neanche darsi la briga di sottoporre i suoi progetti alla ratifica dei propri Parlamenti nazionali e tanto meno ad un voto dei propri cittadini. Una oligarchia che opera ed agisce per favorire gli interessi dei grandi potentati finanziari che guidano le decisioni fondamentali della Commissione e degli altri organi della UE. Non è un segreto che il cervello pensante della UE è costituito dall’enorme massa di lobbisti – parecchie migliaia– accampati dalle parte dei palazzi del potere comunitario, che, nell’interesse di ambienti economici, potentati finanziari, commerciali ed industriali, corporazioni di ogni tipo, gruppi di pressione assortiti, dettano di fatto l’agenda dell’Unione, ed in particolare della Commissione UE. D’altra parte che l’oligarchia europea non fosse al servizio dei cittadini lo si sapeva da tempo e la frase più rivelatrice la aveva pronunciata, con nordica franchezza, la commissaria svedese signora Maelstrom : “Il nostro mandato non deriva dai cittadini europei “. I tecnoburocrati della UE in un raro momento di sincerità ammettono loro stessi, senza vergogna, di NON essere al servizio degli interessi dei propri cittadini. Come è noto le loro carriere ed il loro prestigio è direttamente funzionale agli interessi che salvaguardano. Non si spiegherebbe altrimenti il sistema delle “porte girevoli” che consentono agli alti burocrati della UE di uscire, al termine del loro mandato, dalle Istituzioni ed entrare direttamente come dirigenti delle grandi Banche d’Affari o delle Mega Corporations di cui hanno egregiamente salvaguardato gli interessi nel corso del loro mandato nelle istituzioni della UE. Valga per tutti il caso di Manuel Barroso, passato da presidente della Commissione Europea a “executive advisor” della potentissima Goldman Sachs. Uno dei casi più eclatanti ma, come questo, ve ne sono tanti altri meno noti ma ugualmente significativi. Se l’Unione si andrà a disgregare a breve, come molti osservatori ormai prevedono, per la rivolta dei popoli, una cosa è certa, non sarà una grande perdita e non sarà rimpianta dai popoli europei

http://www.controinformazione.info/la-polonia-pilota-la-ribellione-contro-loligarchia-della-ue/

Immigrazione

di  Luciano Lago Lo ha detto testualmente in Senato Paolo Gentiloni. “Non seminiamo illusioni”, spiega il premier in Aula, “Ma sappiamo che su questa strada, per quanto impervia e arrischiata, possiamo ottenere gli unici risultati che oggi ci consentono non di cancellare il tema immigrazione (perché non lo cancella neanche il mago Merlino), ma per regolare i flussi e gradualmente sostituire l’immigrazione clandestina irregolare, micidiale per i migranti e per il traffico che gli ruota attorno, con flussi e canali più accettabili, ridotti e regolari”. Sbaglia Gentiloni a pensare che neppure le arti magiche del “mago Merlino” potrebbero fermare il traffico dei migranti sulle coste italiane. Gentiloni mente sapendo di mentire perché lui sa bene che non c’è bisogno del “mago Merlino” ma di un Governo sovrano che dia ordine alla Marina Militare di cessare l’indecoroso traghettamento di migranti dalle coste della Libia e di bloccare le navi (anche con l’uso delle armi) e di arrestare i trafficanti delle ONG che hanno affittato le navi per prelevare migliaia di migranti africani a 3/4 miglia dalle coste della Libia per trasferirli in Italia in base ad un piano ben congegnato di invasione della Penisola Italia. In questo modo finirebbe la campagna di menzogne diffuse dai media TV e giornali di regime, con il loro contorno di sceneggiati e commedie TV, con cui sostengono che tutti gli immigrati vengano “salvati” nel Canale di Sicilia (quello fra Tunisia e Sicilia), notizia falsa in quanto la rotta che viene seguita dalle coste della Libia alla Sicilia non è il canale di Sicilia e consiste in 200 miglia nautiche circa che sono percorse dalle navi che illegalmente stanno attuando un piano industriale di spostamento di popolazioni dall’Africa in Italia. Le dichiarazioni di Gentiloni rientrano nella campagna di falsificazione per cui si tende a far credere che l’immigrazione/invasione sia un fenomeno spontaneo e quindi “ineluttabile ed inevitabile” che non sarebbe possibile contenere.  Mai un accenno alle cause del fenomeno e tanto meno agli enormi interessi che vi sono dietro. La stragrande maggioranza di migranti che arrivano sulle coste italiane non vengono “salvati “ma piuttosto “prelevati” dalle coste libiche dove le organizzazioni mafiose, finanziate con questo traffico, li organizzano per l’imbarco. Fra salvare e prelevare esiste una bella differenza coperta dalle menzogne del Governo e di Tv come la RAI e gli altri media che diffondono false notizie di “salvataggi” per impressionare l’opinione pubblica e creare un clima di “compassione” che favorisca l’invasione.

Migranti sbarcati in Sicilia

Si tratta della stessa differenza fra accogliere e farsi invadere, quella che un paese serio, con un Governo sovrano, non ammetterebbe per evitare la propria destabilizzazione sociale. Purtroppo ormai siamo consapevoli di non vivere da tempo in un paese serio nè tanto meno di disporre di un Governo sovrano ma di un governo colonizzato ed asservito ad interessi stranieri, che riceve ordini da Bruxelles, da Berlino e da Washington. Vedi il caso Libia con tutte le sue conseguenze. Risulta ormai risaputo che il piano di invasione era stato pianificato da tempo e che sono ONG anglosassoni, emanazioni della “Open Society”di George Soros, le organizzazioni che stanno finanziando e favorendo questo piano di invasione , sono le stesse che inviano i loro emissari nei paesi africani a cercare nuove reclute da trasferire in Italia, attirandole con il miraggio del lavoro e della vita facile in un paese europeo, cofinanziando i trasferimenti , favorendo le organizzazioni mafiose che alloggiano in Libia e sfruttano i migranti e che forniscono gli scafi, collaborando con le cooperative italiane che ricevano i finanziamenti dalla Stato Italiano e le tante figure di mediatori, assistenti ed interpreti che lavorano nel settore. Una enorme rete di interessi. Gli Obiettivi del Piano di Invasione Bisogna considerare che la politica di migrazione di massa verso l’Europa presenta due principali utilità per l’oligarchia economica mondialista: 1) come elemento di trasformazione etnica degli Stati (nel lungo termine) ; 2) come mano d’opera di riserva che sia utile per le multinazionali quale strumento di riduzione dei salari ed incremento dei profitti a medio e lungo termine . L’Italia è notoriamente il “ventre molle” dell’Europa, un paese che non difende i propri confini, abbandona le comunità al loro destino e favorisce la sostituzione della popolazione autoctona. Occorre comprendere che il principale obiettivo di lungo termine delle centrali mondialiste è quello di sostituire le identità nazionali e distruggere la cultura originaria che si oppone al mercato globale e che rivendica l’autonomia delle comunità locali, sostituirla con una massa indifferenziata di varie etnie e culture che risulti più facilmente omologabile al sistema e che non abbia i mezzi culturali per opporsi alla catechizzazione del nuovo ordine. Le conseguenze di questo fenomeno, che risulta ulteriormente accelerato negli ultimi mesi, si faranno presto sentire. Non per nulla il Governo Gentiloni, nonostante sia un governo che non rappresenta alcun mandato popolare, promette di restare ad amministrare la “provincia” Italia per un altro anno in modo da portare a buon punto il piano di invasione con un altro milione di immigrati da far sbarcare nella penisola, così da arrivare ad un punto di non ritorno. L’aveva previsto la nota antropologa Ida Magli, recentemente scomparsa, come piano di “africanizzazione dell’Italia” e risulta che questo si sta attuando prima ancora di quanto fosse possibile vaticinare.

http://www.controinformazione.info/le-menzogne-di-gentiloni-neppure-il-mago-merlino-potrebbe-fermare-limmigrazione/

Le Pen contro UE

Un programma concreto e dettagliato, in 144 punti: presentiamo qui la traduzione degli impegni  diffusi in un documento pubblico dalla candidata alla Presidenza della Repubblica francese, Marine Le Pen.  Nel programma troviamo, al primo punto, il tema centrale del recupero della sovranità monetaria, legislativa, territoriale, economica – giustamente definito chiave di un progetto europeo che rispetti l’interesse dei popoli.  E poi molti altri temi che dovrebbero appartenere a una sinistra degna di questo nome: dalla abolizione della Loi Travail (punto 53) alla difesa delle 35 ore (punto 63), dal rifiuto dei trattati di libero scambio (punto 127) al ritorno del finanziamento diretto del Tesoro da parte della Banca di Francia per liberarsi della dipendenza dai mercati finanziari (punto 43).
Ancora una volta, nel difficile compito di commentare l’atteggiamento follemente autodistruttivo (proprio perché lesivo degli interessi dei propri elettori) di una ormai sedicente sinistra superata a sinistra dalla destra, ci aiuta una frase di chi ha da anni previsto e messo in guardia contro questi eventi: “Siamo arrivati all’odioso momento della storia in cui il dissenso è incarnato da forze ‘reazionarie’” (Alberto Bagnai).

 Leggi il programma su http://vocidallestero.it/2017/03/07/il-programma-di-marine-le-pen-un-progetto-presidenziale-in-144-punti/

Stato profondo contro Trump

E ’importante ricordare che le due procedure di destituzione di un Presidente in carica, avviate dopo la seconda guerra mondiale, sono state messe in moto a vantaggio dello Stato profondo, e non certo per il bene della democrazia. Così il Watergate è stato interamente gestito da una certa «gola profonda» che, 33 anni più tardi, si è rivelato essere Mark Felt, l’assistente di J. Edgar Hoover, direttore dell’FBI. Per quanto riguarda la vicenda Lewinsky, era semplicemente un modo di forzare Bill Clinton ad accettare la guerra contro la Jugoslavia. La campagna in corso è organizzata sottobanco da quattro associazioni:Media Matters (“i media contano”) ha il compito di dare la caccia agli errori di Donald Trump. Leggete ogni giorno il suo bollettino nei vostri giornali: il Presidente non può essere attendibile, si è sbagliato su questo o su quel punto…

L’insieme di questo dispositivo – che è stato messo in campo durante il periodo transitorio, cioè prima dell’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca – dà già lavoro a oltre 300 specialisti a cui conviene aggiungere numerosi volontari. Il suo budget annuale, inizialmente previsto nella misura di 35 milioni di dollari, è stato aumentato fino a un livello di circa 100 milioni di dollari. Distruggere l’immagine – e quindi l’autorità – del presidente degli Stati Uniti, prima che egli abbia avuto il tempo di fare alcunché,

http://www.controinformazione.info/il-dispositivo-clinton-per-screditare-donald-trump/

UE contro Le Pen

L’Europarlamento revoca a Marine Le Pen l’immunità e così potrà essere giudicata dal tribunale di Nantes. È indagata per un reato orribile e sanguinoso: ha pubblicato su Twitter le foto violente degli eccidi dell’Isis proprio allo scopo di condannare le azioni barbare del network del terrore in Medio Oriente.

I dati su cui riflettere sono due. Da un lato tale provvedimento svuota completamente di ogni significato la nozione stessa di immunità parlamentare. Lungi dall’essere un ombrello sotto cui proteggere scandaletti e scaldavivande, l’immunità nasce per difendere le opinioni dei dissidenti nei confronti degli attacchi – a mezzo giudice – inviati dal potere dominante. Non è fantascienza, archeomistero: l’immunità è una conquista di civiltà che parla la lingua della tutela della libertà. La Le Pen, pubblicando l’esecuzione dei tre ostaggi di Daesh, commette un reato che è troppo simile a quello d’opinione per lasciarsi incantare dalla difesa del buon gusto e dei sentimenti della pubblica opinione che si scandalizza.

C’è poi da registrare che il provvedimento è stato presentato da una parlamentare eletta e militante sotto l’egida del Movimento Cinque Stelle. Che conferma quello che, almeno chi scrive, sperava fosse solo l’ennesima boutade acchiappaclic (e voti) di certa destra (e sinistra). Il M5S, attivandosi in cotal guisa per la scomunica della Le Pen si mostra lontanissimo dalla sensibilità anticasta e antipolitica che invece anima i suoi elettori. Grillo non l’ha mai nascosto: senza di noi, ci sarebbe il trionfo della destra. E adesso i Cinque Stelle si svelano come opposizione di carta a un sistema (quello tecnocratico europeo) di ferro.

http://www.barbadillo.it/63490-ue-revoca-dellimmunita-a-marine-le-pen-e-il-volto-ambiguo-dei-cinque-stelle/