Macron e Jacques Attali alla riunione del Bilderberg a Copenhagen, giugno 2014. Lì Attali ha presentato il suo giovane protetto a quelli che contano.
E lì probabilmente è stata architettata la strategia per fare del giovanotto il candidato sintetico al silicone, visto che il loro Hollande stava rovinando nei sondaggi e diventava impresentabile alle elezioni il partito detto “socialista”.
Dovrà diventare “il campione del pop-futurismo, trasformare i francesi nei nomadi ideali alla Attali: una classe di precari che ha acquisito qualche competenza e un inglese passabile, ma, manca di impiego stabile, di una professione affidabile, di un vero salario e di un avvenire” (The Saker): insomma esattamente quel che aveva preconizzato la Boldrini nello stesso anno: “I migranti sono l’avanguardia della globalizzazione, ci offrono uno stile di vita che presto sarà molto diffuso per moltissimi di noi, perché nell’era globale tutto si muove. Si muovono i capitali. Si muovono le merci. Si muovono le notizie. Si muovono gli esseri umani”. O come auspica il filosofo post-hegeliano materialista Alain Badiou, i migranti ci devono insegnare a diventare migranti noi stessi, stranieri in casa nostra, per “non rimanere prigionieri di questa lunga storia occidentale e bianca che volge al termine”.

Adesso vediamo che la grandissima maggioranza dei francesi ha detto sì a questo progetto. Attorno a Macron s’è formato, ed è grandissimo, “il partito unico della mondializzazione felice, dell’Europa post-nazionale, dell’ideologia diversitaria” (Mathieu Bock-Coté), quella per cui nozze gay, invasione di immigrati, eutanasia, insegnamento del gender negli asili, utero in affitto e cambi di sesso sono Il Progresso. Un partito unico che crede che solo una politica è possibile (“Più Europa, più Global, più NATO, più finanza, più disuguaglianza”), e le sue finalità indiscutibili; che unisce le elites favorite e i lumpen delle banlieues, non tanto disoccupati quanto in occupabili.

Un nuovo partito, gigantesco, basato ovviamente sulla dimenticanza: allegra dimenticanza della identità nazionale e della storia (va da sé), ma anche amnesia di brevissimo termine, di quel che è avvenuto pochi mesi fa: dimenticanza che Macron è stato ministro di Hollande, e in quella veste ha svenduto la Alstom (un campione nazionale) alla General Electric, ed ha varato una legge di distruzione delle garanzie del lavoro – dettatagli da Attali – che per di più, orwellianamente, ha chiamato “Uguaglianza delle possibilità economiche” ( Égalité des chances économiques ».
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Se Marie Le Pen in Francia è riuscita a raddoppiare i consensi non è perché ella sia un’ estremista, ma perché raccoglie le proteste e incarna l’anima del popolo,di quella gente semplice che teme l’inganno di una falsa democrazia e di una immigrazione incontrollata. Si sa che l’America e gli inglesi hanno sempre mirato alla egemonia del Mediterraneo su cui domina la posizione geografica dell’ Italia, e sulla quale gli stessi inglesi hanno sempre voluto mettere le mani. Oggi questo progetto è sempre più realistico poiché la strategia usata nei confronti dell’Italia e dell’Europa è quella di indebolirne la struttura politica, economica e finanziaria oltre che l’anima stessa affinché si pieghi più docilmente a divenire una colonia USA a tutti gli effetti, permettendo loro l’ingresso di diritto nell’area appetibile del Mediterraneo su cui si affacciano i paesi mediorientali che verrebbero dominati da sunniti turchi, sauditi, ed ebrei. Gli ebrei d’oriente e d’occidente avrebbero finalmente la loro terra promessa sufficiente per la crescita demografica che il lembo di terra a suo tempo ad essi assegnato , non avrebbe potuto contenere. D’altra parte come farebbe l’Oligarchia Usa a realizzare il Governo mondiale, quello che Le Pen nella sua campagna elettorale ha definito ‘Mondializzazione selvaggia’, se non allargasse i suoi tentacoli nelle zone più strategiche del mondo?
http://www.controinformazione.info/in-siria-la-guerra-continua-leuropa-sempre-piu-esposta/
La Le Pen restava comunque improponibile… il resto deve abituarsi a prenderlo nel didietro (e studiare per diventare gay, tanto per soffrire meno).
il vecchio “fronte repubblicano”, l’unione di tutti i partiti per sbarrare la strada alla destra, ha retto ancora una volta, prendendo il sopravvento sull’impostazione “sovranismo versus mondialismo”, “nazione versus élite globalista”, “classe media versus 1%”, che Marine Le Pen ha adottato con buoni risultati (ha pur sempre raddoppiato i voti raccolti dal padre nel 2002), senza però sfondare. http://federicodezzani.altervista.org/la-francia-ha-scelto-il-suo-matteo-renzi-e-gia-sappiamo-che-fine-fara/
I figli della République preferiranno prenderlo in quel posto dal liberismo selvaggio piuttosto che concedere un’unghia a tesi sovraniste bollate dallo stigma di babau fascista. E le poche velleità rivoluzionarie dei compagni verranno facilmente smorzate dalla repressione, non riuscendo a mobilitare una base proletaria ormai magrebinizzata che ha ormai ben individuato nel Corano, e non nel Capitale di Marx, l’alternativa rivoluzionaria al Sistema.
commento di un lettore di Dezzani
Bene, vedo che ci piangiamo addosso…
Assolutamente no! Si vuole solo far notare che oggi lanciare un candidato è come lanciare un detersivo: chi ha il budget più alto vince