Di fatto, gli stati europei, nel 2013, hanno versato “alla Grecia” una prima tranche di 2,7 miliardi. Ho scritto “alla Grecia” tra virgolette, perché in realtà l’hanno versato su un conto speciale dedicato. Dedicato al rimborso del debito. Insomma i creditori hanno versato i 2,7 miliardi in realtà a loro stessi, in un conto di deposito per la propria garanzia. In Grecia, di quegli interessi che i greci hanno pagato, non è entrato un euro. Nel 2014, gli stati europei hanno versato un’altra tranche – ma cambiando ancora: su un conto intermedio del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) che è situato, guarda le coincidenze, in Lussemburgo. Cioè quel paradiso fiscale di cui il capo della commissione europea Juncker è stato primo ministro per quasi vent’anni (1995-2013), facendo quegli accordi fiscali con 550 multinazionali per attrarne le sedi nel piccolo centro; le multinazionali che si sono messe d’accordo con Juncker hanno pagato l’1% sui profitti trasferiti nel Granducato (a proposito: la scoperta fu fatta da un consorzio di giornalisti nel 2014. “Non bloccherò l’indagine”, promise Juncker a testa alta. Qualcosa però dev’esser successo, perché son passati 3 anni e tutto tace. Forse perché le indagini su Juncker sono affidate a Margrethe Vestager, commissaria alla concorrenza, sua collega e sottoposta in oligarchia ? ).
Lasciamo perdere, non dobbiamo distrarci da questi interessi che gli stati UE si sono impegnati di restituire ai greci. Abbiamo visto che i creditori hanno versato qualcosa nel 2013; qualcosa in un conto dormiente alle Cayman d’Europa (Granducato) l’anno dopo. E poi? Poi più niente. Perché a giugno 2015, gli stati europei si sono rimangiati l’accordo … pardon, mi correggo: l’ hanno bloccato con la motivazione che finché Atene non si piegava alle austerità e ai tagli ferocissimi richiesti dai creditori, nemmeno più un euro.
La sospensione, l’ha chiamata l’Eurogruppo, è dovuta “al ritiro della Grecia dal tavolo negoziale sul prolungamento della durata del secondo programma”; naturalmente “nell’ipotesi di un nuovo accordo, questi [profitti] saranno utilizzati” – per darli ai greco, direte voi. – No: “saranno utilizzati per alleggerire il debito greco in caso di non- sostenibilità di esso e della messa in opera di misure di riforma”. In pratica, sembra che con ciò si voglia dire: se le “riforme” che noi euro-usurai imponiamo ai greci rendono insostenibile il debito greco, noi ci serviremo lautamente di quel monte di interessi che non vi restituiamo.
Leggi tutto l’articolo su http://www.maurizioblondet.it/la-bce-la-grecia-ci-guadagna/