Ci interessa di più ricordare qualcosa che succede al’Est europeo, dove siamo tutti tanto impegnati, noi sudditi, a contrastare l’avanzata di Mosca. Ce lo ha detto la seguente notiziola: Bruxelles ha “chiesto spiegazioni” all’Ungheria sulla costruzione della linea ferroviaria Budapest-Belgrado. Linea ad alta velocità, che è parte di un progetto di creazione una tratta ad alta velocità di mille chilometri, che unirà Budapest ad Atene passando per Belgrado e la Macedonia, ed è finanziato da – eh sì – da Pechino. Per 2,89 miliardi di dollari.
Bruxelles vuole appunto sapere da Orban come mai ha violato le regole eurocratiche, che obbligano fare concorsi pubblici (intra-eropei) per aprire così grandi cantieri. Insomma, prima viene la Siemens. Ma i cinesi hanno proposto tutto loro, pagano loro, e già hanno costruito il ponte sul Danubio a Belgrado, 170 milioni di euro finanziati all’85% dalle banca d’esport ed import di Cina. I belgradesi l’hanno chiamato ponte Pupin. Pechino, lo chiama “ponte dell’amicizia cino-serba”.

Gli americani starebbero pensando di ostacolare questo progetto cinese per mezzo di una destabilizzazione “islamica” dei Balcani, che stanno preparando nel Kossovo e in Albania, dove convivono la più grande base americana (Camp Bondsteeel), i terroristi-spacciatori kossovari di Hakim Thaci già usati contro Macedonia e Montenegro, e – recenti arrivi – elementi del Mujaheddin el-Khalk, gli anti-ayatollah iraniani, che gli americani hanno recuperato e stanno riaddestrando a Camp Bondsteel. Recentemente, il noto John Bolton (j neocon) è stato a Tirana per curare questo tipo di affari. A Tirana si sono rifugiati, sotto protezione Usa ma (si dice) anche dei servizi tedeschi, anche i dirigenti dell’organizzazione di Fetullah Gulen; invano Erdogan ha protestato; per il deep state è una riserva di sovversione da usare contro Ankara,al bisogno.
L’articolo MERKEL: NO A NUOVE SANZIONI ANTIRUSSE. DANNEGGIANO “NOI” è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
Ai distratti ricordiamo che la Cina ha già preso in affitto il porto del Pireo e (tedeschi permettendo) non avrebbe problemi a comprarsi tutta la Grecia.
Conferenze e Convegni lunedì 27 novembre 2017 ore 16,30
Noi non lo sapevamo: di là dall’Adriatico, i Balcani
«L’Europa muore o rinasce a Sarajevo», Alexander Langer
Ma l’Europa dei primi anni Novanta, quella alla quale allude Langer, era distratta, confusa, imbalsamata in certezze che credeva fossero di tutti. Un po’ come questa strana Unione Europea che vediamo oggi inciampare ancora sulle proprie contraddizioni e piegarsi in ragionamenti contorti per eludere i diritti di tanti. La realtà dei Balcani, che tanto peso ha avuto nella storia del XX secolo, è stata ignorata nel passato e ancora oggi ci sfuggono le dinamiche pericolose di una pace imposta e subita. L’incontro sarà occasione di ascoltare, per cercare di capire cosa sta succedendo, chi non si lascia abbattere e crede che solo con la conoscenza, l’impegno e la memoria si possa procedere in una direzione giusta.
Saranno presenti:
– Attivisti dell’associazione “Tenda per la pace e i diritti” di Gorizia, per raccontare delle attività che svolgono a tutela dei diritti in rete con altre realtà e dell’importanza del lavoro sulla memoria attiva.
– Gli studenti di alcune scuole superiori di Ferrara e provincia che con l’associazione hanno partecipato al viaggio in Bosnia Erzegovina tra Memoria ed Impegno.
– Eugenio Berra, esperto dei Balcani, dove ha vissuto e operato, e che in questa terra propone viaggi di conoscenza.
– Matteo Pioppi e Mariagrazia Salvador, curatori del libro “Sopravvivere a Sarajevo”, edito nel 2017 dalla casa editrice Bébert di Bologna, che verrà presentato in questa occasione.
– Associazione Amici della Biblioteca Ariostea, che ha promosso negli anni scorsi viaggi di conoscenza nei Balcani.
A cura del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara