Finora la Casa Bianca, cosciente di questa potenziale e probabile reazione a catena, non ha il coraggio di dare il via libera a tali consegna di armi, come al tempo dell’amministrazione Obama, tuttavia responsabile del terremoto Maidan. Ma oggi, paradossalmente, sconfitta Clinton, i neocon hanno una posizione mai così forte che dall’avvio a fine luglio delle nuovo ritorsioni economiche contro la Russia, illustrandone il sequestro del presidente Trump, costretto ad aderire alla loro strategia aggressiva anti-russa la cui reazione legittima dei russi ha compiuto un nuovo passo verso il confronto aperto. Tra le armi fornite dagli statunitensi per rafforzare l’esercito ucraino, vi sono sistemi d’arma antiaerei per proteggere le unità di artiglieria e d’assalto di Kiev dalla risposta russa. Possibilmente anche missile anticarro di ultima generazione “Javelin” capaci di distruggere i blindati delle forze repubblicane. E il falso pretesto dell’interferenza russa nella sua elezione sembra rafforzare ulteriormente l’emarginazione del presidente Trump, già nel mirino dei neoconservatori nelle discussioni sull’invio di armi all’Ucraina. Così un alto funzionario dell’amministrazione statunitense ha ammesso che il presidente non fu informato del piano, mentre il suo segretario della Difesa statunitense James Mattis nel frattempo l’approvava! Durante la precedente proposta di armare l’Ucraina si parlò solo di armi difensive per le forze di sicurezza ucraine nella regione di Kiev. Questa volta il loro uso nelle operazioni del teatro de Donbas è considerato un’”emergenza”… Se Germania e Francia, garanti dell’accordo di pace per l’Ucraina firmato a Minsk, rimangono scettiche sugli effetti di tali consegne di armi, il dipartimento di Stato degli Stati Uniti invitava i Paesi della NATO (tra cui i russofobi Canada, Regno Unito, Polonia, Lituania) a sostenerle. Il Generale Curtis Scaparrotti, comandante in capo dell’esercito degli Stati Uniti in Europa e della NATO, da sempre esorta vivamente ad armare l’Ucraina contro la Russia, supportato dal nuovo consigliere speciale per l’Ucraina statunitense Kurt Volker, la cui carriera e responsabilità nel giro del guerrafondaio McCain non lascia alcun dubbio sulla sua ideologia apertamente antirussa. Nel frattempo, sotto la copertura delle crescenti manovre alleate, la NATO continua la militarizzazione dei Paesi dell’Europa orientale ai confini della Federazione russa, facendo rivivere l’intermarium, questo spalto militare che collega Baltico al Mar Nero e destinato ad isolare la Russia. Nel Donbas, nonostante una “tregua del pane” che dovrebbe “calmare le cose” fino all’avvio dell’anno scolastico, i combattimenti e i bombardamenti ucraini sono aumentati nello stesso tempo dell’inasprimento dei rapporti USA-Russia degli ultimi giorni, e alla vigilia della riunione di Minsk del 2 agosto.
estratto da https://aurorasito.wordpress.com/2017/08/04/la-mossa-del-pazzo/
Queste notizie sono state confermate ultimamente anche dai più importanti media USA che hanno stimato come gli aiuti in armamenti forniti ai “ribelli siriani”, per oltre un miliardo di dollari siano stati il maggiore sforzo sostenuto dagli USA dai tempi della prima guerra in Afghanistan. I mercenari in Siria, appartenenti a circa 90 nazionalità, hanno operato in buona parte con salari pagati dall’Arabia Saudita ed armamenti forniti sia dagli USA che dall’Arabia Saudita, dalla Francia e da Israele, come si è verificato dai vari depositi di armi sequestrati ai terroristi dall’Esercito siriano. I mercenari jihadisti disponevano spesso anche di armi sofisticate come i lanciarazzi Tow e sisemi di puntamento e di infrarossi. Vedi: NYT: Gli USA hanno speso oltre 1 miliardo di dollari per “armare” i ribelli” in Siria L’intervento russo, dopo una campagna di bombardamenti in appoggio delle forze siriane, ha consentito all’Esercito siriano ed ai suoi alleati (Hezbollah libanese e forze popolari) di riconquistare quasi tutte le zone che erano sotto il controllo dei terroristi e di evitare la spartizione della Siria che era nei piani del Pentagono, come risulta dai documenti desecretati, con il placet anche di Israele e dell’Arabia Saudita. Israele si era opposto alla tregua ed alla presenza militare russa nel sud della Siria ed avrebbe preferito che quelle zone fossero occupate da truppe statunitensi piuttosto che dai russi. Tuttavia Washington non ha mostrato interesse nell’immischiarsi in questa zona così che la Russia si è presa l’incarico di vigilare sull’intera area, secondo gli accordi raggiunti nel vertice fra il presidente Putin ed il presidente Donald Trump.
http://www.controinformazione.info/la-russia-invia-contingenti-di-forze-speciali-in-siria-e-israele-si-preoccupa/
Le congreghe israeliane e pro-israeliane, come la Fondazione per la Difesa delle Democrazie (FDD), istigano l’attacco preventivo e piuttosto impensabile contro Corea democratica e Iran. In un documento del FDD del gennaio 2016, intitolato “Il nodo nucleare Iran-Corea democratica: domande senza risposta”, gli autori sostengono strenuamente una risposta militare alla cooperazione nucleare e missilistica iraniano-nordcoreana. Con gli agenti filo-israeliani come il genero di Trump Jared Kushner, che esercita molta influenza nell’ufficio ovale della Casa Bianca, anche le proposte scandalose di gruppi di destra come FDD vanno prese seriamente.
https://aurorasito.wordpress.com/2017/08/07/la-guerra-dei-neocon-porterebbe-a-20-milioni-di-morti-negli-usa/
https://terzapaginainfo.wordpress.com/2015/06/13/questione-russa/
Si sa anche che The Donald ha nei mesi scorsi resistito alle insistenze di McMaster e di Mattis (Pentagono) per ottenere il prolungamento e l’aumento della campagna d’Afghanistan, che dura già da 16 anni. Il fatto che ora abbia ceduto conferma che è totalmente sotto il controllo dei tre generali (Mattis, McMaster e Kelly) che lo hanno normalizzato facendone un (altro) strumento delle politiche belliche neocon. Il fatto che l’America non stia affatto vincendo in Afghanistan la guerra che si suppone conduca contro i Talebani, non è motivo sufficiente a rinunciarvi né da parte del Pentagono né da parte della Cia. Entrambi ricavano grossi tornaconti dalla lunghissima “guerra” e occupazione in Afghanistan. La Cia non vuole rinunciare alle sue forze militarizzate e ai suoi droni, con cui giustifica la sua permanenza.. Ma soprattutto, corrono voci che la produzione di oppio, che l’apparato militare Usa non ha mai veramente contrastato, serva alla Cia per autofinanziare operazioni letteralmente “in nero”, ossia anche all’insaputa del governo. Del resto è ciò che fece in Vietnam, dove finì per controllare l’oppio del Triangolo d’Oro (fra Laos, Vietnam e Cambogia) e per riciclare i fondi – che servivano per traffici clandestini di armi – fondò anche una banca a Sidney, la Nugan Hand Bank, nel cui consiglio d’amministrazione sedevano generali Usa, ammiragli e uomini Cia, fra cui l’ex direttore William Colby.
Vecchie storie ormai nei libri: vedi ad esempio Jonathan Kwitny, The Crimes of Patriots: A True Tale of Dope, Dirty Money and the CIA, W.W. Norton & Co., 1987.
http://www.maurizioblondet.it/nuova-strategia-usa-afghanistan-guerra-procura-iran-russia/
Per dominio dell’amministrazione Trump da parte dei militari s’intende il controllo del Generale Mattis, che non solo ha già amici presso Casa Bianca, Consiglio di Sicurezza Nazionale e Capi di Stato Maggiore Congiunti, ma dirige anche il dipartimento della Difesa, l’unico ente del governo degli Stati Uniti che si occupi di sicurezza nazionale e politica estera che funziona. Questo perché le altre due agenzie che tradizionalmente decidevano su politica estera e sicurezza, dipartimento di Stato e CIA, sono essenzialmente paralizzate; il dipartimento di Stato perché presidente Trump e segretario di Stato Tillerson non hanno ancora nominato le cariche vacanti all’inizio dell’anno, e la CIA perché è distratta e bloccata nel conflitto con il presidente Trump sulla vicenda del Russiagate. Il risultato è che la politica estera degli Stati Uniti viene decisa, unico esempio nella storia statunitense, da un ex-ufficiale che non è stato eletto, ma che presiede la gigantesca burocrazia per la difesa e la sicurezza nazionale statunitense.
https://aurorasito.wordpress.com/2017/08/25/addio-presidente-trump-salve-presidente-mattis/
Piacerebbe sapere che cosa pensano, adesso, i famosi liberal americani, quelli delle marce per la pace e il progresso. Devono essere gli unici a non capire che finanza e militari non sono ricomparsi insieme per caso ma perché da decenni, sotto l’ombrello ideologico neo-con (dove “con” sta per conservatori, anche quelli del Partito democratico), sono la testa e il braccio di un unico genere di globalizzazione, quella che fa gli interessi degli Usa e delle grandi compagnie transnazionali, e che si incarica di spianar loro la strada spianando questo o quel Paese che non risulta allineato.
Alla fine, con le manifestazioni, i cartelli e tutto l’ambaradan, questa brava gente preoccupata per le sorti della democrazia ha dato una mano affinché i finanzieri che hanno speculato e si sono poi salvati a spese dei risparmi della piccola e media borghesia e i generali di imprese come l’Afghanistan e l’Iraq potessero riprendersi tutto, ma proprio tutto il potere. Donald Trump e i suoi saranno pure stati un disastro. Ma di che cosa dovremmo essere contenti, adesso?
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59297