Ammetto pubblicamente di aver visto sbagliato.
Aveva ragione Bagnai! Il partitino (anzi “er partitino”) dal basso non si può fare.
Almeno alle condizioni attuali, aggiungo io, vediamone alcune:
– 1 – la più semplice: non ci sono i soldi e chi li ha non li offre alla politica che non garantisce “il voto utile”
– 2 – i media sono tutti controllati dagli avversari e noi non abbiamo voce alcuna
– 3 – il più grande movimento di opposizione è gestito da incompetenti (… ma onesti) e punta tutto su fattori ininfluenti causando ancor maggiore disinformazione
– 4 – i gruppetti sedicenti “sovranisti” sembrano competere come pulci sulla groppa di un elefante invece che unirsi e battersi insieme
– 5 – sempre sul versante precedente si registrano: personaggi dall’ego smisurato che si fanno la propria setta, cattedratici che aspettano di salire sul carro del vincitore (e si caro Bagnai è anche a causa tua che si sta avverando ciò che hai previsto!), idem per studiosi, giornalisti (minori, gli altri tengono famiglia), professionisti, imprenditori e compagnia cantante, insomma tutti quelli che potrebbero formare un’avanguardia compatta e determinata a vincere questa dittatura dei mercati
– 6 – la più spinosa: non c’è un popolo italiano da risollevare. Le “masse italiche” non sono un popolo. Vanno “indotte a remare per lo stesso verso”, come fecero i grandi statisti costituenti e componenti dei primi governi post bellici.
– 7 – Ma se una avanguardia compatta non si crea per effetto del punto – 5 -, mai ci sarà il substrato necessario per far nascere degli statisti degni di questo titolo onorevole e capaci di riportare la democrazia e il benessere nel nostro Paese.
E al momento, neanche l’ombra di una soluzione ad una delle sopracitate cause.
Bagnai aveva ragione, io torto.
E se invece che arrampicarsi sugli specchi, ora in molti che si sono spesi con me per tornare alla legalità costituzionale, abbandonassero certe “rigidità” e riconoscessero i propri errori (me compreso, ovviamente), forse una luce in fondo al tunnel la potremmo far vedere a tutti.
Simone Boemio
Il sistema tende a mantenere la frammentazione della classe subordinata attraverso un’ampia gamma di narrazioni distraenti e/o divisive:
a) Alimentazione del conflitto orizzontale (pensionati/lavoratori, lavoratori/disoccupati, autoctoni/immigrati, conflitto di genere…)
b) Spostamento del dibattito politico sui diritti civili (gratuiti per il sistema) a scapito di quelli sociali (onerosi per il sistema)
c) Promozione dei contratti di lavoro aziendali o individuali a sfavore di quelli nazionali
d) Criminalizzazione del sindacalismo di base
d) Esaltazione del mito dell’auto-imprenditorialità
e) Colpevolizzazione dei perdenti
f) Promozione del tele-lavoro
g) Screditamento morale del conflitto, svilito a “invidia sociale”
… Aggiungere a piacere qualunque altro esempio fra gli ancora tanti a disposizione.
https://mauropoggi.wordpress.com/2017/08/17/riflessioni-su-unintervista-a-olin-wright-capitalismo-classi-lotta-di-classe/
Inutile sperare nella democrazia degli idioti, inutile sperare che le elezioni cambino il corso degli eventi.
Idioti e zombie. Una nuova specie d’umanità. Si muovono come un sol uomo, ma rilevano quali somme di individui e non come un gruppo. Gli zombie non hanno altruismi o accensioni solidali; non difendono né difenderanno mai un altro di loro, ma solo quell’impulso potente che li guida simultanei. Questo impulso è da loro, pertanto, equivocato quale solidarietà. La comunità di facebook o twitter et similia sono comunità di zombie. Gettategli un osso politicamente corretto e vi si avventeranno contro a milioni: il che darà loro l’impressione della comunità. Gli zombie, infatti, non possiedono pensieri propri, ma unicamente impulsi a cui reagiscono meccanicamente Non vantano curiosità, pensiero logico, entusiasmo: marciscono giorno dopo giorno, appagati del loro stato larvale. Ciò che li fa muovere è il vago ricordo d’una vita passata; e il cibo. La vita passata è quella del vecchio ordine, che il nuovo ordine riproduce nella parodia. Il cibo è il cibo; non il cibo tradizionale, cotto, esornato, ritualizzato, ma il cibo brutalmente strappato brano a brano, con gli occhi iniettati di sangue, folli, idioti, vuoti: un esponente del nuovo ordine a cui si regali un eccitante pomeriggio di sport e un po’ di junk food gli assomiglia in modo evidente.
Gli idioti di Leonardo da Vinci. Ecco l’aforisma 99: “Ecci alcuni che altro che transito di cibo e aumentatori di sterco chiamar si debbono, perché per loro alcuna virtù in opere si mette; perché di loro altro che pieni e destri non resta”. Ovvero: ci sono uomini che vivono solo come passaggio per la merda e per riempire cessi e buglioli.
http://pauperclass.myblog.it/2017/05/03/idioti-in-marcia-la-merde-alceste/
Le recenti “disavventure” della Lega dimostrano ampiamente che, anche avendo i numeri (anzi, soprattutto se li hai) , non ti sarà mai consentito di fare una politica sovranista.