Indipendentismi economici

Israele è il maggiore importatore mondiale di greggio dalla provincia irachena del Kurdistan, nel 2017, afferma una relazione. Secondo i dati della società statunitense ClipperData che traccia l’invio di benzina nel mondo, circa metà del greggio estratto dai campi petroliferi del Kurdistan iracheno viene spedito in Israele. In precedenza, l’Italia era il maggiore importatore al mondo di petrolio del Kurdistan. Si stima che le aree controllate dal governo regionale del Kurdistan forniscano quotidianamente circa 500-600000 barili di petrolio al mercato mondiale attraverso un oleodotto che arriva al porto di Ceyhan, nel sud della Turchia. Durante la preparazione del referendum indipendente del Kurdistan, l’oleodotto fu chiuso almeno due volte dalla Turchia. I media israeliani riferivano che i dati resi noti dal Movimento Gorran, il primo partito di opposizione del Kurdistan, indicavano che le società israeliane ricevettero a settembre circa 3,8 milioni di barili di greggio dalla regione del Kurdistan dell’Iraq. Il notiziario israeliano i24News afferma che, sebbene gli acquirenti in Israele siano per lo più compagnie petrolifere private, questi acquisti tuttavia hanno iniettato fondi considerevoli nel bilancio della regione curda spingendo le dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a sostegno del referendum per l’indipendenza del Kurdistan iracheno e del “diritto all’autodeterminazione del popolo curdo”. Nel frattempo, il ministro dell’Energia dell’Iraq, Jabar al-Luaybi, chiedeva alla North Oil Co., l’operatore di Stato dei campi di Qirquq, alla compagnia statale per i progetti petroliferi e alla società degli oleodotti di Stato di ripristinare e riaprire la pipeline Qirquq-Ceyhan che si estende dai campi petroliferi della provincia di Qirquq al porto turco meridionale di Ceyhan attraversando le province irachene di Salahudin e Niniwa, esortando a ripristinare l’esportazione precedente, tra 250000 e 400000 barili al giorno.

Wikipedia

https://aurorasito.wordpress.com/2017/10/11/mosca-teheran-e-ankara-aprono-un-fronte-anti-occidentale-unito/

3 thoughts on “Indipendentismi economici

  1. Kurdistan iracheno
    Entità federale autonoma
    Il Kurdistan iracheno, chiamato anche Regione autonoma del Kurdistan, è un’entità federale autonoma del Nord dell’Iraq. La regione confina con l’Iran a Est, con la Turchia a Nord, con la Siria a Ovest. Il capoluogo del Kurdistan iracheno è la Capitale: Erbil
    Area: 40.643 km²
    Popolazione: 8,35 milioni (2013)
    Valuta: Dinaro iracheno
    Presidente: Mas’ud Barzani
    Lingue ufficiali: Lingua curda, Lingua araba

  2. La regione delle Fiandre, la parte olandese del Belgio, le cui spinte separatiste sono state per lungo tempo tra le più forti all’interno dell’UE, ha tratto particolare guadagno dalla sua stretta collaborazione con la Germania. La Repubblica Federale Tedesca è l’acquirente principale dell’export fiammingo; lo scorso anno, su un valore totale delle esportazioni di 302,4 miliardi di dollari, il contributo della Germania è stato di oltre 50 miliardi. Inoltre, le imprese tedesche sono tra i più importanti investitori del Paese. Il nucleo delle relazioni economiche tedesche-fiamminghe è il porto di Anversa, il secondo più grande d’Europa dopo il porto di Rotterdam. La sua importanza per l’economia delle esportazioni tedesca è evidente dal fatto che, di 214 milioni di tonnellate, quasi un terzo, ben 68 milioni, sono state spedite dalla Germania o trasportate nel Paese tedesco. Inoltre, numerose aziende tedesche, come BASF e Bayer, hanno investito miliardi in sedi o magazzini nei pressi del porto di Anversa.

    http://vocidallestero.it/2017/10/13/germania-e-separatismi-leconomia-della-secessione/

  3. Con il crollo del piano di Barzani, gli Stati Uniti avevano ancor meno speranze di spingere i curdi siriani verso l’indipendenza da Damasco. Baghdad ha ripreso il controllo dei valichi tra Iraq e Siria di Sinjar-Rabiyah. Due ulteriori valichi non sono controllati da Baghdad: Tanaf, temporaneamente sotto il controllo statunitense, e Qaim, occupato dallo SIIL. Ciò significa che alcun sostegno, uscita od ingresso è legalmente disponibile ai curdi siriani. La nuova situazione bloccherà lo spazio aereo su al-Hasaqa, circondata dalla Turchia ad ovest, dalle forze di Damasco a sud e dalle forze irachene ad est. L’accordo di Sykes-Picot, che divise il Levante dopo la Prima guerra mondiale, è stato ripreso dopo che analisti e diplomatici pretesero la ridefinizione dei confini del Medio Oriente, in particolare Iraq e Siria, creando i nuovi Stati chiamati Kurdistan (Iraq e Siria), Sunnistan (dai sunniti di Anbar in Iraq, e Idlib in Siria) e Sciistan nel sud dell’Iraq. La Turchia ha cominciato a rivedere la politica verso l’Iraq e cercherà certamente di trovare un terreno comune con Baghdad affinché ritiri le proprie truppe da Bashiqa e altre aree, ora che Abadi ha mostrato i denti contro la decisione di Irbil e disponibilità a combattere contro chi vuole dividere l’Iraq (e senza badare ai costi).
    https://aurorasito.wordpress.com/2017/10/21/prima-e-dopo-qirquq-liraq-non-sara-diviso/

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