L’attacco saudita contro il Libano usando lo spazio aereo del Sinai egiziano probabilmente partirebbe dalla base aerea Re Faysal, nell’aeroporto regionale di Tabuq, quartier generale del 7.mo Stormo della Royal Saudi Air Force e sede della squadra acrobatica Saudi Hawks. La base aerea ospita gli avanzati F-15 e F-16 dell’Arabia Saudita, nonché gli aerei AWACS E-3A che sarebbero utilizzati per comando, controllo e comunicazioni nell’attacco saudita al Libano. Si ritiene che una “unità di addestramento” di guerra informatica dell’US Air Force sia assegnata alla base aerea. Sono inoltre stati avvistati aerei della Forza aerea israeliana nella base che trasportavano equipaggiamento militare nell’ambito di un accordo segreto tra Arabia Saudita e Israele che consente che la base aerea Re Faysal sia utilizzata da Israele come base d’appoggio per un attacco aereo israeliano all’Iran. Durante le operazioni israeliane nell’aeroporto, i voli civili vengono cancellati e i passeggeri ospitati, a spese del governo saudita, negli hotel a quattro stelle di Tabuq. È ironico che la base aerea Re Faysal venga utilizzata come hub per le operazioni militari israeliane. Re Faysal fu ucciso nel 1975 da un nipote appena tornato dagli Stati Uniti. Faysal, tra tutti i re sauditi era il più pro-palestinese e anti-israeliano, ed era noto che regalasse ai visitatori ufficiali del regno, tra cui il segretario di Stato Henry Kissinger, copie splendidamente rilegate e in rilievo d’oro de “I protocolli degli Anziani di Sion“.Traduzione di Alessandro Lattanzio
Il primo ministro israeliano, Benjamín Netanyahu, ha assicurato che il suo Esercito si trova pronto per puntare ed attaccare gli obiettivi iraniani sul territorio siriano. Nel corso di una conversazione mantenuta con il presidente francese , Emmanuel Macron, il premier israeliano ha affermato che le attività dell’Iran in Siria possono trasformarsi in “obiettivo” delle sue forze, come riportato dal “The Times of Israel”.
https://www.controinformazione.info/netanyahu-a-macron-lesercito-israeliano-si-trova-pronto-per-attaccare-obiettivi-iraniani-in-siria/
Il compito presentato e legittimato dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU è terminato. È finita. Non c’è più alcuna giustificazione, ai sensi della risoluzione 2249 dell’UNSC, per le truppe statunitensi in Siria o Iraq. Altre giustificazioni legali, come l’invito dei legittimi governi di Siria e Iraq potrebbero essere applicate. Ma mentre la Siria ha invitato le forze russe, iraniane e libanesi a rimanere nel suo Paese, non l’ha fatto con le forze statunitensi. Ora occupano illegalmente territorio nel nord-est del Paese. Il governo siriano l’ha esplicitamente definito così. (C’è da chiedersi quanto tempo impiegherà la santificata Unione Europea a sanzionare gli Stati Uniti per la chiara violazione del diritto internazionale e della sovranità della Siria). Secondo i documenti ufficiali più di 1700 soldati statunitensi sono attualmente in Siria. Il numero ufficiale è solo 500. Le forze “temporanee” fanno la differenza. (Nel complesso, il numero di truppe statunitensi in Medio Oriente è aumentato del 33% negli ultimi quattro mesi: raddoppiando in Turchia, Quwayt, Qatar e Emirati Arabi Uniti. Non è stata fornita alcuna spiegazione di ciò). Le truppe statunitensi in Siria sono alleate alle YPG curde, ramo siriano dell’organizzazione curda designata internazionalmente terroristica PKK. Solo circa il 2-5% della popolazione siriana è di origine curdo-siriana. Sotto il comando degli Stati Uniti ora controllano oltre il 20% del territorio dello Stato siriano e circa il 40% delle riserve di idrocarburi. Questo è un furto. Per mascherare la cooperazione coi terroristi curdi, gli Stati Uniti li ribattezzarono “Forze Democratiche Siriane” (SDF), aggiungendo alcuni combattenti arabi delle tribù della Siria orientale, per lo più ex-membri dello SIIL che cambiarono casacca quando gli Stati Uniti gli offrirono una paga migliore. Altri combattenti furono arruolati con la forza. Il popolo della città arabo-siriana di Manbij, occupata da YPG e forze statunitensi, protestò quando le YPG iniziarono a coscrivere violentemente i giovani. Nuove truppe si sono aggiunte alla SDF negli ultimi giorni, con terroristi dello SIIL in fuga dall’assalto delle forze siriane e irachene su al-Buqamal, fuggendo verso nord, verso le aree occupate da YPG/USA. Come con altri terroristi, gli Stati Uniti li hanno aiutati a sottrarsi dalla meritata punizione, e saranno rietichettati e riutilizzati.
https://aurorasito.wordpress.com/2017/11/24/siria-la-presenza-statunitense-e-insostenibile/
Dieci giorni prima, il segretario della Difesa degli Stati Uniti Mattis annunciava l’intenzione degli Stati Uniti di occupare illegalmente la Siria: “Le forze armate statunitensi combatteranno lo Stato islamico in Siria “finché vogliono”, aveva detto il segretario alla Difesa Mattis, descrivendo un ruolo a lungo termine per le truppe statunitensi anche dopo che gli insorti avevano perso il territorio che controllavano… “Non ce ne andremo prima del processo di Ginevra”, aggiunse… La Turchia indicava che gli Stati Uniti hanno 13 basi in Siria e la Russia cinque. La milizia YPG curda, sostenuta dagli USA, ha detto che Washington ha sette basi militari nella Siria settentrionale”. Il Washington Post di oggi è più specifico, dal titolo appropriato: “Gli Stati Uniti verso la presenza dichiarata in Siria dopo la fine dello Stato islamico”:
D’altra parte il segretario generale di Al Nuyaba ha confermato che il suo movimento parteciperà alla lotta contro ogni aggressione israeliana diretta contro Hezbollah nel Libano portando decine di migliaia di combattenti iracheni per affrontare gli israeliani ed ha rivelato che esistono accordi tra il suo movimento ed Hezbollah per un reciproco aiuto contro l’occupazione USA e le aggressione israeliane. Le autorità di Tel Aviv sono avvisate, qualsiasi aggressione contro la Siria o Hezbollah si troverà contro anche le milizie irachene di Hashid Shaabi. Lo stesso Al Kaabi ha enfatizzato che la presenza di combattenti iracheni sul territorio siriano era stata esplicitamente autorizzata dal Governo di Damasco contrariamente alla illegittima presenza delle truppe di occupazione USA. Al Kaabi ha anche accusato gli USA di impedire agli aqerei iracheni di sorvolare le regioni di Wadi Horan e Wadi Gadir dove è segnalata la presenza di formazioni jihadiste. Fonti: Hispan Tv Al Manar Traduzione e sintesi: Luciano Lago
https://www.controinformazione.info/israele-minaccia-di-attaccare-obiettivi-militari-iraniani-a-40-km-dal-golan/