di Luciano Lago Mentre si prepara l’attacco alla Siria e la flotta aeronavale USA si muove verso il Mediterraneo ed il Golfo Persico, risulta che l’amministrazione Trump in questo momento è impegnata negoziare con la Gran Bretagna, la Francia e altri alleati, inclusi i governi arabi, circa i loro ruoli nell’operazione siriana. Da alcune fonti affidabili (riservate) è trapelato che Donald Trump, il quale ha assunto il berretto di comandante in capo delle operazioni, questa volta sta esaminando una grande operazione in Siria, che si svolgerà per diversi giorni e porterà ad un attacco concertato della coalizione alleata sia contro i centri di comando e controllo delle forze siriane, sia in contemporanea contro la presenza militare iraniana insediatasi in quel paese. In pratica sembra evidente che l’operazione era pianificata da tempo e mancava solo il pretesto per l’intervento, creato appositamente con l‘operazione “false flag” dell’attacco con i gas di cui sono stati incaricati i ribelli sotto direzione di CIA e Mossad. Trump cerca di ottenere l’appoggio della Gran Bretagna ed ha imposto al primo ministro britannico, Theresa May, la restituzione del “favore”: devi ricambiare il mio sostegno per averti appoggiato contro la Russia nell’affare della ex spia avvelenato; adesso tocca alla Gran Bretagna sostenermi nell’attacco contro la Russia e l’Iran in rappresaglia per il finto attacco chimico in Siria, quello prefabbricato dai mercenari filo USA. La Gran Bretagna mantiene una base aerea a Cipro che metterebbe a disposizione della coalizione USA. Allo stesso tempo la Francia di Macron è ansiosa di mettere già da subito a disposizione le sue forze ma l’unica portaerei francese, la Charles de Gaulle-R 91, è in banchina per lunghe riparazioni. Il 6 aprile 350 aviatori francesi hanno iniziato un addestramento congiunto a bordo della USS George HW Bush nell’Atlantico occidentale. Il loro trasferimento implicherebbe un complicato e dispendioso coordinamento tra i due quartieri generali. Saranno a disposizione del comando integrato USA. Trump ha promesso di prendere una decisione sull’operazione siriana entro giovedì dopo aver consultato i suoi consiglieri per la sicurezza e gli alleati. Quello che Trump ha in mente è molto più di un unico bombardamento simile all’assalto per mezzo dei missili Tomahawk che aveva ordinato su una base aerea siriana, un anno fa, sempre in risposta ad un altro presunto attacco chimico avvenuto allora.

Difesa aerea Pansir S-1 in Siria 2
È probabile che questa operazione sia sostenuta per diversi giorni e continui fino alla seconda metà di aprile. Questo renderà più pericolose le reazioni della Russia e dell’Iran. Israele fra gli altri si aspetta una imminente reazione iraniana e russa in risposta all’attacco della base siriana dove 7 consiglieri iraniani sono periti nel bombardamento. Teheran lo ha promesso che questa azione non rimarrà impunita e si prevede che l’attacco potrà essere effettuato con i missili strategici iraniani contro obiettivi sul territorio di Israele. Le reazioni russe non sono facilmente prevedibili ma il rappresentante diplomatico russo a Beirut ha assicurato che la Russia reagirà all’attacco non soltanto con l’intercettare e distruggere i missili USA in arrivo sulla Siria ma anche colpendo a sua volta le basi (navali o terrestri) da cui saranno sparati tali missili. Non si può escludere che anche le basi USA attualmente insediate illegalmente in Siria, come quella di AL Tanf, al sud del paese vicino al confine giordano, possano essere oggetto di una rappresaglia russa e iraniana. Tali basi sarebbero vulnerabili nell’ipotesi di una forte reazione militare russo iraniana all’attacco della coalizione diretta da Washington. Alle reazioni russe e iraniane a quel punto si possono prevedere contro reazioni statunitensi e, da quel momento, tutto diventa possibile, anche il coinvolgimento di obiettivi situati in altri paesi e l’allargamento del conflitto .
Il Ministero della Difesa russo ha chiesto a Teheran l’autorizzazione per schierare nel suo territorio aerei strategici di lunga gittata, TU-22M3 e TU-95, così riferisce Vladímir Mujin nella sua colonna per la “Nezavisimaya Gazeta”. Secondo Mujin questi bombardieri, accompagnati da aerei cisterna Il-78, possono essere armati con diversi tipi di missili antinave fra cui si trova il nuovissimo missile da crociera aria-terra KH-101 che è in grado di centrare obiettivi marittimi nell’arco di 5.500 Km. Questo missile ha una alta precisione e può colpire obiettivi mobili con un margine di precisione fino a 10 mt.. Di conseguenza questi missili potrebbero essere utilizzati contro gruppi di navi nemiche e portaerei in navigazione. Il Ministero della Difesa russo non ha commentato queste informazioni. L’Iran nello stesso tempo ha dato la sua disponibilità per una più stretta cooperazione con la Russia nella sfera militare tanto che lo stesso ministro della Difesa iraniano, Mohamed Amir Hatami, ha dichiarato, nel corso della sua visita a Mosca il 3 di Aprile, che il suo paese è impegnato a cooperare con Mosca fino alla distruzione degli ultimi terroristi sul suolo siriano.
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