L’adesione intransigente al capitalismo neoliberista, abbracciato dall’UE, ha inflitto un enorme danno alla maggioranza dei suoi 500 milioni di cittadini, dai lavori a bassa retribuzione, alla povertà nel lavoro, alla disoccupazione e all’austerità e privatizzazione dei servizi pubblici. Questa reverenza servile alle priorità del ipercapitalismo delle sistema finanziario, senza curarsi delle più ampie conseguenze sociali sulla povertà diffusa, ha inevitabilmente forzato un malcontento popolare contro la classe politica. Quello che deve cambiare è una revisione dell’intero sistema socio-economico. Tuttavia i leader mondialisti e ultraliberisti, come Emmanuel Macron, continuano a perseguire misure di austerità e attacchi ai diritti dei lavoratori. L’ex premier polacco Donald Tusk immagina che l’Europa sia un bastione del liberismo. Non si capisce cosa ci sia di così liberale da parte della UE che da decenni senza ritegno si è posta al seguito delle guerre illegali degli USA in Medio Oriente e Nord Africa? L’UE ha le sue mani sporche di sangue per la complicità nel distruggere intere nazioni insieme a Washington. Ora che i gruppi di rifugiati si dirigono verso l’Europa, i leader europei si comportano come se i loro paesi vengano assaliti da orde di stranieri. È perfettamente inutile che l’UE cerchi di gettare una dicotomia tra liberali, umanitari da un lato e, dall’altro, governi populisti xenofobi. In realtà è proprio la vecchia fazione liberista quella che ha creato il problema dell’immigrazione irregolare nell’Unione europea grazie al loro appoggio incessante alle guerre imperialiste americane ed alla destabilizzazione di paesi dell’Africa e del Medio Oriente..

Protesta contro le guerre della NATO
Per la UE vivere negando la sua complicità nelle guerre criminali mentre allo stesso tempo cerca di capri espiatori nei governi considerati “anti-liberali” è il fattore che sta solo prolungando la crisi politica che corrode l’Unione. Il problema della migrazione irregolare verso l’Europa dal Medio Oriente e dall’Africa deve essere affrontato in termini di riparazioni di guerra e ricostruzione di intere regioni. Questo richiederà, ancora una volta, una rottura seminale dai limiti dell’economia neoliberista e del suo assecondare i profitti dell’élite. Per quanto riguarda le relazioni con la Russia, l’establishment politico dell’UE ha anche creato la sua stessa situazione pregiudizievole, adottando ancora una volta politiche e antagonismi sbagliati. I partiti euroscettici sono sorti a causa di un malcontento diffuso tra i comuni cittadini europei su quella che considerano l’ostilità non necessaria e provocatoria nei confronti della Russia. La “NATO-izzazione” dell’Europa, trasformando il blocco in un fronte aggressivo contro la Russia, sta costando a molte imprese e ai lavoratori europei le loro fonti di sostentamento. Le sanzioni dell’UE contro la Russia che sono state imposte quattro anni fa per il conflitto molto distorto dell’Ucraina devono essere immediatamente revocate. Il timore continuo dei politici allineati alla NATO dovrebbe essere ripudiato. Le relazioni tra l’Europa e il suo più grande vicino a est devono essere riportate a una condotta normale, civile e reciprocamente vantaggiosa. È ridicolo, per non dire sconvolgente, che l’inimicizia tra Europa e Russia sia sorta e sia stata sfruttata perché alcuni leader europei volevano assecondare placidamente l’agenda di Washington e della NATO per lo scontro con Mosca.(corsivo nostro)

Tusk e la Merkel con Davutoglu in Turchia
Sulla Russia, i cosiddetti governi populisti in Europa hanno mostrato molta più saggezza nelle loro richieste di revoca delle sanzioni autolesionistiche. Ironia della sorte, la britannica Theresa May è uno dei più entusiasti tra i leader dell’UE che chiede l’estensione delle sanzioni alla Russia. Quindi, come colpo di congedo per l’UE, la Gran Bretagna vuole che i rapporti europei con Mosca vengano ulteriormente danneggiati. Che strano! Il vertice UE di questa settimana mette a nudo le tensioni che dividono l’UE sull’immigrazione illegale, ma anche da una politica più profonda che ha a che fare con il fallimento democratico di una classe politica fino ad allora dominante. L’ascesa del populismo è vista come una rivolta popolare contro una governance effeminata e antidemocratica. La rivolta potrebbe non avere ancora definito una politica chiaramente definita al fine di fornire soluzioni fattibili. Ma una rivolta è comunque in corso. La deprecazione snob dei politici dell’establishment dell’UE è un segno di diniego. Non farà che esasperare le tensioni e forse finirà per schiantare il blocco. Ironia della sorte, la Russia è stata a lungo accusata di tentare di indebolire l’UE e la sua alleanza con gli Stati Uniti. L’amara schiera in mostra durante il summit dell’UE dimostra che i problemi del blocco dipendono dalla sua iniziativa, dal suo sostegno alle guerre statunitensi illegali e al dilemma dei rifugiati, alla ricerca distruttiva del blocco di austerità economica neoliberista. Il nemico dell’Europa è dentro la forma di una politica elitista non democratica che sembra più soddisfare gli interessi di Washington che i bisogni dei comuni cittadini europei. Se l’Unione europea deve essere salvata, allora deve trovare un sistema di governo democratico e veramente indipendente, libero da asservimento a Washington. Fonte: Strategic Culture Traduzione: Luciano Lago
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