La differenza è che a Lisbona c’è un governo di sinistra di cui fa parte per l’orrore dei nostri pennivendoli o disintellettuali patinati, anche il partito comunista e che sta facendo senza clamori l’esatto contrario di quanto Bruxelles comanda riuscendo a far crescere oltre ogni previsione un Paese che nel 2015 era praticamente in default: infatti in due anni è stato istituito il salario minimo, peraltro aumentato ogni anno, ma questo non ha portato alla disoccupazione di massa di cui parlano gli asini e i servi italioti riguardo al decreto dignità, bensì alla massima occupazione conosciuta dal tempo della rivoluzione dei garofani. Inoltre sono state aumentate le pensioni, è stato varato un vasto programma di adeguamento dei servizi pubblici, sono state diminuite le tassazioni sui redditi bassi e medi, mentre è stata istituita una tassa per tutte le imprese con un fatturato di oltre 35 milioni di euro cosa che peraltro non ha impedito una forte crescita in diversi settori tecnologici. Paradossalmente e contro ogni falsa logica le grandi aziende straniere hanno cominciato ad investire nel Paese proprio da quando al potere ci sono le sinistre. Inoltre c’è una folla di pensionati che dall’Europa dell’austerità si trasferiscono in Portogallo grazie a una legge che abolisce le imposte sui trattamenti di anzianità. Insomma si sta facendo l’esatto contrario di quanto vorrebbe Bruxelles con ottimi risultati, nonostante il freno dell’euro e gli altri vincoli comunitari: per questo il Paese è uscito dai radar della grande informazione, che, per carità, che non si sappia in giro, non si diffondano esempi così negativi.
Come potete leggere dagli articoli citati in calce, il Portogallo si era meritato la qualifica di PIIgs esattamente come noi e la Grecia e in soli 4 anni si è risollevato semplicemente facendo l’esatto contrario di quanto ordinato da Bruxelles; ma loro non hanno inserito il pareggio di bilancio nella Costituzione…
Il governo si attenne principalmente alle condizioni fiscali della troika, ribaltando però i tagli a salari e pensioni, fermando la privatizzazione di acqua pubblica e compagnie di trasporti, e ripristinando le festività. Nonostante i rimproveri della troika aumentò il salario minimo e mandò all’aria gli aumenti delle tasse regressive. Venne accresciuta la sicurezza sociale per le famiglie povere.
Nonostante le minacce e le profezie apocalittiche da parte dei funzionari dell’UE le misure ravvivarono la domanda interna e gli investimenti nel 2016. La crescita divenne stabile. Dopo un anno in carica, il governo Costa, con dietro di sé un agglomerato di forze politiche di sinistra, poteva sfoggiare un balzo del 13 per cento negli investimenti delle imprese. “Il Portogallo ha aumentato gli investimenti pubblici, ridotto il deficit, tagliato la disoccupazione e sostenuto la crescita economica,” ha scritto l’editorialista del Guardian Owen Jones in precedenza quest’anno. “Ci era stato detto che questo era impossibile e, francamente, delirante.” A settembre, il Portogallo ha riacquistato lo status di merito creditizio investment-grade (che indica strumenti di investimento, azioni e bond, ritenuti affidabili dagli operatori istituzionali, NdT) dalle agenzie di rating internazionali.
L’incarico di Centeno a guidare l’Eurogruppo si allinea abilmente ora (dicembre 2017, NdT) con l’agenda di riforma del Presidente francese Emmanuel Macron. Macron può molto probabilmente contare su Centeno come alleato per legare più strettamente le economie dell’area euro e per rilanciare la crescita nelle travagliate economie del sud mediante una strategia di investimento. La Grecia rimane una grave preoccupazione per la zona, dal momento che la sua economia non ha risposto positivamente alle riforme dell’era Schaüble. L’organismo certamente discuterà l’allentamento delle misure imposte alla Grecia all’apice della crisi del debito.
Per questa ragione, il quotidiano italiano Il Sole 24 Ore ha commentato: “L’elezione di Centeno può essere vista come un punto di svolta.” Lo proverà tanto più se Centeno, e il suo riformismo anti-austerità, continuerà ad avere il sostegno della Germania – e ciò sarà a sua volta più probabile se la prossima coalizione di governo tedesca includerà i Socialdemocratici, il che sembra sempre più probabile.
Sicuramente nessuno in Germania si sta scusando per aver insistito che i debitori d’Europa indossassero delle camicie di forza. Ma la cosa importante non è se la Merkel fa “mea culpa” pubblicamente. Fare il punto sui risultati del Portogallo ed andarci più piano con i paesi debitori – principalmente la Grecia – sarebbe una compensazione sufficiente.
Paul Hockenos è un giornalista di base a Berlino
Articolo originale: https://foreignpolicy.com/2017/12/18/portugal-has-emerged-as-europes-booming-anti-germany/
NOTA DEL TRADUTTORE: Per inquadrare al meglio la situazione del Portogallo nel 2016-2017, consiglio anche la lettura del seguente articolo di una rubrica del Sole 24 ore http://www.econopoly.ilsole24ore.com/2018/01/18/facciamo-come-il-portogallo/ In particolare si fa notare come la UE bocciò inizialmente il piano di bilancio nazionale del nuovo governo, arrivando a considerare la possibilità di una multa per l’infrazione dei parametri di rientro del debito. Il governo portoghese non rispettò le raccomandazioni della UE (che poi, comunque, non inflisse alcuna multa). Inoltre il Portogallo fu colpito dal rialzo dello spread sui titoli pubblici nel corso del 2016, ma andò comunque avanti con il suo piano di rilancio dell’economia.
http://appelloalpopolo.it/?p=44970