“La Francia negli ultimi due decenni ha comprato talmente tante società da diventare il Paese europeo che avrebbe più da perdere in caso di crollo economico-finanziario italiano. La dimensione delle acquisizioni e dell’intervento francese in Italia è stato così grande in termini dimensionali e così sbilanciato da determinare una situazione che avrebbe eguali sono nei casi di ex-colonie. L’Italia ha scelto di farsi comprare convinta che legandosi alla Francia avrebbe maggiore riparo in sede europea; oggi la Francia non può augurarsi un fallimento dell’Italia: telecomunicazioni, media, banche, assicurazioni, energia, industria, lusso, alimentare… non c’è un settore in cui non faccia capolino una società francese con ruoli di rilievo. Comprare o fondersi con la principale banca italiana non può essere un caso, soprattutto in una fase così delicata per l’economia italiana. Bisogna quindi chiedersi perché incrementare l’esposizione in Italia e perché oggi”.
Ora si capiscono meglio tutte quelle Legion d’Onore sparse a piene mani sui petti dei nostri piddini e governanti ed esponenti del nostro Deep State, ovviamente “democratico”. Qui sotto per l’elenco:
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Budget 2019: pitoyable défaite
(Budget 2019, pietosa disfatta, BFM)
“Improvvisazione politicante che mira a inventare una ppolitica del potere d’acquisto e mancano di rigore intellettuale (Le Journal du Dimanche)
Nouvelle attaque de Macron contre les retraités
(nuovo attacco di Macron contro i pensionati)
Crise de l’immobilier, crise de sens, crise de la raison et de l’intelligence
(crisi dell’immobiliare, crisi di senso, crisi della ragione e dell’intelligenza)
“La classe politique n’a pas conscience du désastre dans lequel notre patrimoine est plongé»
“La classe politica non ha coscienza del disastro in cui il nostro patrimonio è affondato” (Figaro)
Secondo Michel Geoffroy, autore di La Super-classe mondiale contre les peuples (quindi sovranista), il clima prevalente oggi è una sorta di rassegnazione tragica . “La Destra è in coma profondo. A sinistra, i sindacati non riescono a mobilitare: gli si risponde, “a che serve?”. A che serve, perché Macron dispone di tutti i poteri. Gode del sostegno dei media, delle lobbies, della Davos-crazia. I suoi deputati senza esperienza votano a catena tutti i progetti di legge che presenta il governo, stakanovisti del voto. Persino gli alti funzionari [una istituzione-pilastro de la République] assistono senza reagire alla decostruzione sistematica dello Stato repubblicano e presto alla loro propra scomparsa, perché il governo promette di sostituirli con precari a contratto reclutati sul mercato”.
Ma allora tutto è passività e rassegnazione? No. “Questo silenzio apparente della Francia nasconde una collera fredda e una rottura abissale tra il paese reale e il paese legale, come fra occupanti ed occupati“. Geoffroy compara l’ggi al “1940, dopo il collasso di giugno dell’armata, quando la Francia sbalordita dalla vergogna e dalla disfatta, non sapeva più che fare, dava fiducia al mareciallo Pétain”….Come allora, però, Macron opera come un agente della Germania. “il suo Potere dà la caccia alla dissidenza, i suoi sbirri associativi la denunciano alla polizia, la trascinano nei tribunali, la censurano sui social – secondo le procedure repressive usate al di là del Reno, perché ancora come allora, Macron è a rimorchio della Germania”.
A questo punto?
“Come nel 1940, il Potere non si rende conto che la dissidenza progredisce nei cuori. Il caos migratorio sta risvegliando a poco a poco l’Europa. un grande movimento storico prende forma. Come nel ’40, il Potere si illude di mantenerne estranea la Francia”. Questa rassegnazione sembra a Geoffory un annuncio della rivolta.
Esagera? Ma lo stesso Macron sembra aver avvertito qualcosa, se ha diffuso questo stupefacente messaggino:
“coloro che credevano all’avvento di un popolo mondializzato si sono profondamente ingannati. Dovunque nel mondo l’identità dei popoli è tornata. Ed è in fondo una buona cosa”.
https://www.maurizioblondet.it/non-regalate-unicredit-a-macron-proprio-ora-e-alle-corde/
Era tutta roba nostra http://www.gruppolactalisitalia.com/
E nessuno che vi ricordi: la Francia non ha nulla di simile alla nostra industria robotica. In questo settore avanzato la Francia non esiste proprio, non ha tanta forza industriale avanzata; anche Macron sforerà il 3%, anche lui ha ormai un rapporto debito/pil del 100 per cento, è da anni in deficit commerciale (mentre noi siamo in attivo), ha una economia che grazie alle sue “riforme” sta crollando – eppure lo spread dei titoli di Stato francesi è 35. Puramente assurdo, non foss’altro perché la Francia di Macron ha oggi un’inflazione del 2,6% (Italia, 1%) e quindi i rendimenti chiesti dal mercato dovrebbero almeno essere superiori all’inflazione, vicini dunque al 3% in più.
Noi 300 e loro 35 rispetto ai Bund germanici. Significa, come ricorda Claudio Borghi, che “i mercati” in caso di uscita dall’euro considerano l’Italia più “rischiosa” (ossia prossima alla default sul debito, o che svaluterebbe la lira in modo spaventoso per i detentori esteri), e la Francia più “sicura”.. Ciò è l’esatto contrario della verità: “Dato che l’euro non sopravviverebbe all’uscita dell’Italia”, il franco francese svaluterebbe di più rispetto alla lira. Se poi Macron volesse restare aggrappato all’euro diventato neo-Deutchmark, e rivalutato di colpo del 20-30 per cento, l’economia francese semplicemente collasserebbe. Mentre la nostra, con la lira, avrebbe un boom.
https://www.maurizioblondet.it/gli-irresponsabili-che-distruggono-litalia-migliore/