A farla breve: il Pentagono scopre che, riducendosi a comprare sul mercato globale ciò che gli serve, può finire per dipendere da un nemico per completare il suo armamento.
E’ il bello del mercato globale, ragazzi. E’ l’ideologia della “interdipendenza”, del “vantaggio competitivo”; del comprare le merci al prezzo più basso perché è conveniente e concorrenziale, che ha de-industrializzato l’Occidente. E indebolisce la forza armata. Così si constata che uno Stato potente deve mantenere lavorazioni ed eccellenze tecnologiche sottratte al mercato e alla concorrenza, insomma una dose di autarchia delle industrie di punta militari – che risponde alle necessità della sicurezza, non a quelle della convenienza del prezzo. La logica del mercato globale fa’ arretrare tecnologicamente, in fondo, anche la civiltà, del paese che l’adotta con rigore ideologico.
Il rapporto del Pentagono è importante per il mutamento di ideologia che contiene: afferma esplicitamente il primato delle necessità strategiche sull’economicismo liberista. E’ un contributo alla deglobalizzazione.
Adesso il Presidente Trump sostiene che “una base industriale […] sana è un elemento critico del potere degli Stati Uniti” e insiste sul fatto che “l’industrializzazione è questione strategica”: siccome ciò che è “strategico” è di competenza del presidente, si apre un periodo interessanti per i “mercati globali”.
L’articolo PERCHE’ TRUMP CERCA DI RE-INDUSTRIALIZZARE L’AMERICA proviene da Blondet & Friends.