I problemi interni del Regno Unito
Poiché l’Unione Europea è al servizio dei ricchi contro i poveri, contadini e operai britannici hanno votato per uscirne, il settore terziario per rimanervi.
Come negli altri Paesi europei, anche nella società britannica vi è un’alta borghesia che deve il proprio arricchimento all’Unione Europea, ma, diversamente dagli altri Grandi d’Europa, nel Regno Unito vi è anche una potente aristocrazia. Prima della seconda guerra mondiale essa già godeva dei vantaggi ora procurati dalla UE, nonché di una prosperità che Bruxelles non le può più assicurare. L’aristocrazia ha perciò votato contro l’alta borghesia, ossia per la Brexit, aprendo una crisi all’interno della classe dirigente.
Alla fine, Theresa May fu scelta come primo ministro, pensando che potesse garantire gli interessi degli uni e degli altri (Global Britain). Non è andata così. – In primo luogo, May non è riuscita a concludere un accordo preferenziale con la Cina e incontra difficoltà con il Commonwealth, con cui i legami si sono col tempo allentati. – In secondo luogo, May deve fare i conti con le minoranze scozzese e irlandese, a maggior ragione perché la sua maggioranza include protestanti irlandesi aggrappati ai loro privilegi. – Infine, May deve far fronte alla rimessa in discussione della «relazione speciale» che legava Regno Unito e Stati Uniti.
Il problema che l’avvio della Brexit ha fatto emergere
Dopo aver inseguito invano diversi aggiustamenti dei trattati, il 23 giugno 2016 il Regno Unito ha democraticamente votato per la Brexit. Sorpresa dall’esito del referendum, l’alta borghesia ha tentato immediatamente di rimettere in discussione il risultato. Si parlò di organizzare un secondo referendum, come avvenne con la Danimarca per il Trattato di Maastricht. Poiché questo non è possibile, ora si fa distinzione tra una “Brexit dura” (senza nuovi accordi con la UE) e una “Brexit flessibile” (con la salvaguardia di parecchi impegni). La stampa sostiene che la Brexit sarà una catastrofe economica per i britannici. In realtà, studi anteriori al referendum, nonché a questo dibattito, dimostrano che i primi due anni dopo l’uscita dall’euro saranno di recessione, ma che il Regno Unito non tarderà a ripartire e a sorpassare l’Unione. L’opposizione al risultato del referendum – nonché alla volontà popolare – vuole dilatare i tempi di applicazione. Il governo ha notificato il ritiro britannico alla Commissione con nove mesi di ritardo, ossia il 29 marzo 2017.
Il 14 novembre 2018 – ovvero due anni e quattro mesi dopo il referendum – Theresa May si è arresa e ha accettato un cattivo accordo con la Commissione Europea. Però, quando lo sottopone al suo governo sette ministri si dimettono, fra cui l’incaricato della Brexit, che evidentemente non conosceva elementi dell’accordo che invece il primo ministro gli attribuisce.
Il testo dell’accordo comprende una clausola del tutto inaccettabile per qualunque Stato sovrano: viene fissato un periodo di transizione, la cui durata non è stabilita, in cui il Regno Unito non sarà più considerato membro dell’Unione, ma dovrà sottostare alle sue regole, comprese quelle che saranno adottate in detto periodo.
https://www.maurizioblondet.it/la-secessione-dellunione-europea/
Ebbene ieri Mario Monti ci ha detto spudoratamente qual è l’antropologia che il neoliberalismo unionista propone: SRADICARSI E STARE SOLI, muoversi per cercare lavoro e sacrificare stabilità geografica e familiare.
Monti deve essere “stimato”. Se non ci fosse stato lui e se non ci fossero stati, tra i costruttori dell’Unione Europea, altri rari fanatici testimoni di Geova del neoliberalismo, come Tommaso Padova Schioppa o Juncker, noi e altri impegnati nella nostra battaglia avremmo trovato infinite difficoltà nel divulgare in cosa consiste il progetto neoliberale e coloniale fissato nei Trattati europei. Se invece avessimo avuto contro soltanto altro-europeisti, desiderosi di mutare “questa UE” o sciocchi europeisti ventoteniani, il nostro compito sarebbe stato molto più difficile.
Stefano D’Andrea – Presidente FSI
E tuttavia, la UE oggi si comporta esattamente come quando gestiva i colloqui sul debito greco nel 2015.
Hanno rifiutato di negoziare. Hanno fatto richieste irragionevoli. Nel caso della Grecia c’era un elettorato greco inconsapevole che non avrebbe sostenuto la Grexit e non avrebbe dato al parimenti inconsapevole Primo Ministro Alexis Tsipras il sostengo di cui necessitava per portare la Grecia fuori dall’euro.
Allora la strategia ha funzionato.
La stessa cosa sta avvenendo con la Brexit. L’aristocrazia britannica non vuole lasciare la UE. Theresa May è una Remainer e quindi ovviamente a libro paga, e la cosa non è nemmeno divertente a questo punto. Fin dall’inizio ha avuto il coltello dalla parte del manico e tuttavia si comporta come se non fosse così.
Così adesso la May ha messo insieme l’accordo esatto che Bruxelles voleva fin dall’inizio: il controllo sulle politiche fiscali e commerciali della Gran Bretagna che resta senza più voce al Parlamento europeo. Onestamente, lo status della Gran Bretagna una volta che questo accordo sarà stato firmato sarà quello di poter solo guardare al futuro di tutti i paesi che rimangono nella UE.
Tassazione senza rappresentanza politica.
Quindi, non dovrebbe essere uno shock per nessuno il fatto che l’Unione europea gestisca Salvini e il suo governo con lo stesso disprezzo e la stessa derisione. Ed è esattamente ciò che vuole Salvini. Deve manovrare Bruxelles facendoli apparire come i cattivi.
Perché se vuole liberare l’Italia da Bruxelles, non può essere solo una sua idea. Deve essere un’ondata popolare.
Fortunatamente per lui e gli italiani in generale, gli idioti nelle alte sfere di Bruxelles sono fin troppo felici di accontentarlo. Credo che a loro piaccia essere cretini odiosi, francamente.
Pensano realmente di poter decidere tutto per vie legali. Ma la verità è che non possono.
Perché pensate che il Presidente francese Emmanuel Macron e l’Anatra Zoppa, la Cancelliera Tedesca Angela Merkel, vogliano così tanto il Grande Esercito della UE? Per invadere e occupare gli stati membri ribelli, non per proteggersi dalla Russia.
Più la UE tenta di intimidire e forzare l’Italia a fare quello che vuole la UE, più saranno gli italiani, anche i più anziani, che sosterranno la crociata di Salvini. Il populismo è popolare in tutta Europa.
E le elezioni del Parlamento europeo a maggio probabilmente si dimostreranno un importante punto di svolta nel percorso della UE. Tutti i partiti euroscettici sono largamente sotto-rappresentati rispetto ai numeri odierni dei sondaggi. A maggio, centinaia di seggi sono destinati a passare di mano.
E molti dei nuovi arrivati non saranno a libro paga del Gruppo di Davos.
Allora forse la Ue capirà quanto sia fragile l’intero progetto.
http://vocidallestero.it/2018/11/25/italia-fai-attenzione-a-bruxelles-non-importa-nulla-di-te/