La presa del potere

E l’Italia giocava alle carte
e parlava di calcio nei bar

Giorgio Gaber

 

Ebbene: solo pochi giorni fa  il direttore generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi  ha specificato che  “spetta alla BCE”  dire a chi appartengono le riserve auree   dello Stato italiano (le quarte del mondo, 2400 tonnellate): di fatto dando implicitamente ragione a Fuest e Sin  e mettendo  già le  nostre riserve “a garanzia”  dei tedeschi  a disposizione della BCE e non dello Stato, ossia del Tesoro.  Con questa aggravante: che Fuest e Sinn  in realtà sanno di star affermando assurdità, e  quel che vogliono ottenere imponendo il Target 3 è né più né meno che “l’uscita furtiva dall’euro”  perché capiscono che   la Germania  ha  tratto dalla moneta unica “imperfetta” tutti i vantaggi che poteva ottenere  – mentre gli oligarchi euro-inomani italiani, per salvare l’euro, sembrano  davvero pronti ad  anticipare le riserve d’oro nazionali  “a garanzia”  dei nostri  pretesi “debiti”   passati e futuri a  disposizione della Bundesbank.

Che si fa? Si va “coi carri armati”  a riprenderci il nostro?  Quali carri armati? E il governo giallo-verde capisce quel che stanno architettando  i tedeschi? Sono culturalmente in grado di capirlo e moralmente in grado di impedirlo?

https://www.maurizioblondet.it/il-pericolo-merkel-non-e-cessato/

A Ovest niente di nuovo

In realtà tutto questo è avvenuto in varie tappe a cominciare dal 1944dove alla conferenza di Bretton Woods  il dollaro fu elevato al rango di valuta di riserva internazionale e vennero messe le basi per la creazione del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. Proseguì nel 1947 quando l’amministrazione Truman fece approvare il  National Security Act che spostava l’economia degli Stati Uniti verso un peso preponderante dell’industria bellica e varava un vasto apparato di sicurezza e di intelligence.  Si arriva al 1948 quando uno dei mandarini del Dipartimento di Stato, George Kennan, l’uomo incaricato di mettere a punto le politiche di contenimento dell’Unione Sovietica, mise a nudo il senso della politica estera Usa: “Abbiamo circa il 50 per cento della ricchezza mondiale, ma solo il 6,3 per cento della sua popolazione … Il nostro vero compito nel prossimo periodo è di elaborare un modello o relazioni che ci consentano di mantenere questa posizione di disparità. Per fare ciò, dovremo fare a meno di tutto il sentimentalismo e i sogni ad occhi aperti … Dovremo fare i conti direttamente con la concezione della potenza “. Nel1949, sulla base di queste considerazioni nasce la Nato e nel 1950prende vita il piano Marshall pensato con l’obiettivo immediato di risollevare l’economia continentale fermando così l’influenza sovietica e quello a più vasto raggio di creare in Europa un mercato per le esportazioni statunitensi. E’ ben noto che un a fetta considerevole di aiuti economici del piano (12 miliardi in totale) furono utilizzati  per finanziare varie operazioni segrete sotto gli auspici della CIA, per penetrare e sovvertire quei governi e partiti politici che dimostravano interesse interesse verso le idee socialiste e comuniste. E da questo punto di vista non è che sia cambiato molto: nella ” The Untold History of the United States” i due autori, Peter Kuznick e Oliver Stone, rivelano che una di quelle operazioni segrete riguardava il sostegno di un esercito di guerriglieri in Ucraina, che era stato creato dalla Wehrmacht nella primavera del 1941 con l’aiuto di Stephan Bandera, Talvolta pare che poca acqua scorra sotto i ponti visto il nefasto ruolo di Washington e dei suoi alleati nel sostenere e favorire In Ucraina la rinascita dell’ultra nazionalismo in forma fascistoide  ai nostri giorni.

Ma i soldi del piano Marshall servirono anche a creare nel 1951 la Ceca, primo nucleo continentale e diretto antenato del Mec, della Cee e poi della Ue . E’ abbastanza naturale in questa prospettiva che l’Europa non si sia mai realmente posta come modello alternativo sia pure all’interno della sistema capitalistico, ma abbia finito per seguire le trasformazioni ideologiche del padre padrone, arrivando persino ad esasperare il neoliberismo dell’altra sponda dell’atlantico. Questo senza tuttavia farsi mancare una guerra sotterranea per l’egemonia a ricordo dei vecchi tempi . E’ abbastanza evidente che con la crisi delle elites che dagli anni ’70 in poi hanno portato alle forme di capitalismo finanziario e totalitario che conosciamo oggi, entrano in crisi anche quelle strutture e strategie che sono state piegate a quegli interessi, a quelle prospettive senza esprimere una loro vera soggettività. Dunque anche l’Europa Thatcher –  Merkel e dell’euro afflitta ormai da una crisi endemica aggravata dai diktat di Bruxelles. Tutto sta cambiando, il pendolo comincia un’altra oscillazione, dimostrata anche dall’annunciato ritiro delle truppe americane in Siria, paradossalmente osteggiato dai guerrafondai democratici, ma si alza lo stesso bandiera bianca. La Dc è stata per quarant’anni l’incarnazione dello spirito del piano Marshall e della dedizione atlantista, i socialisti ( si fa per dire) furono tentati dal miraggio in un autonomismo europeo, mentre precipitavano verso Berlusconi che in suo modo folcloristico ha dato finalmente aria agli spiriti neoliberisti. E non riusciamo a rialzarci.

Crisi Europa: non si salvi chi può

La via della seta risorge

Da est a ovest, la Via della Seta risorge attraversando Paesi tra Cina e Mediterraneo. Queste terre sono sempre state di fondamentale importanza nella storia globale, in un modo o nell’altro, collegando est e ovest, fungendo da melting pot in cui idee, costumi e lingue si avvinarono dall’antichità ai giorni nostri. Ci sono ovvi motivi per cui accade. Più importante sono le risorse naturali delle regioni lungo le rotte: dei Paesi del Golfo, dell’ex-Unione Sovietica, ecc. Le comprovate riserve di petrolio solo nel Mar Caspio sono quasi il doppio di quelle degli Stati Uniti. Poi c’è il bacino del Donbas sulla frontiera orientale dell’Ucraina con la Russia, a lungo nota per i giacimenti di carbone che si stima abbiano riserve estraibili per circa 10 miliardi di tonnellate. Anche questa è un’area di crescente importanza a causa della ricchezza mineraria. Le recenti valutazioni geologiche del Servizio geologico statunitense hanno suggerito la presenza di 1,4 miliardi di barili di petrolio e 2,4 miliardi di piedi cubici di gas naturale, nonché un considerevole volume stimato di gas naturale liquido. Accanto a ciò vi sono le forniture di gas naturale del Turkmenistan. Con non meno di 700 trilioni di metri cubi di gas naturale stimato sotto terra, il Paese controlla la quarta riserva del mondo. E poi vi sono le miniere dell’Uzbekistan e del Kirghizistan, il berillio, il disprosio e altre terre rare in Kazakistan vitali per la produzione di cellulari, computer portatili e batterie ricaricabili, così come uranio essenziale per l’energia nucleare e le testate nucleari. Anche la terra stessa è ricca e preziosa. Le terre nere dell’Ucraina, settimo produttore di grano al mondo, è così fertile che quasi un miliardo di dollari viene recuperato e venduto ogni anno. Nuove connessioni attraversano la spina dorsale dell’Asia, collegando questa regione a nord, sud, est e ovest, prendendo molti percorsi e forme diverse, proprio come fece per millenni.
I collegamenti e gli oleodotti sono aumentati notevolmente negli ultimi tre decenni. Treni lunghi mezzo miglio collegano la Cina alla Germania trasportando milioni di computer portatili, scarpe, vestiti, ecc. In una direzione, ed elettronica, parti di automobili e attrezzature mediche nell’altra, in un viaggio via terra che dura 16 giorni, notevolmente più veloce delle rotte marittime. Si sviluppano linee ferroviarie che attraverseranno Iran, Turchia, Balcani Siberia fino a Mosca, Berlino e Parigi e verranno costruite nuove rotte che collegheranno Pechino col Pakistan e il Kazakistan coll’India. Numerosi nuovi voli portano uomini d’affari e turisti dalla Cina in Kazakistan, Azerbaigian, Turchia, Russia, Iran, Golfo Persico, India ed Europa. Ci sono oleodotti e gasdotti che portano energia ai consumatori in Europa, India, Cina e oltre. I gasdotti esistenti e recentemente proposti collegano l’Europa alle riserve di petrolio e di gas nel centro del mondo, aumentando l’importanza politica economica e strategica non solo delle esportazioni, ma anche di quei territori attraverso cui s’intersecano le rotte. Le città sbocciano con nuovi aeroporti, resort turistici, hotel di lusso e edifici storici che spuntano in Paesi che si ritrovano con enormi somme di denaro a disposizione per indulgere in fantasie. Sono stati fondati nuovi importanti centri urbani, come la capitale Astana del Kazakistan, cresciuta dalla polvere in meno di 20 anni. Emergono anche nuovi centri di eccellenza intellettuale. Università, istituti di Confucio e organizzazioni senza scopo di lucro che promuovono la lingua e la cultura cinese vengono istituiti in ogni Paese dalla Cina al Mediterraneo. Nuovi centri per le arti appaiono come musei di Qatar, Abu Dhabi e Baku e la biblioteca di Tashkent. Stabilire quanto vecchi e utili furono i vecchi Paesi in passato può essere molto utile per il futuro ed è una delle ragioni per cui la Cina investe così tanto nel legare la Via della seta all’occidente, riaffermando un patrimonio comune di interessi commerciali e di scambi intellettuali.
Mentre il cuore del mondo prende forma, nascono anche istituzioni e organizzazioni che formalizzano le relazioni in questa regione chiave. Creata originariamente per facilitare la collaborazione politica, economica e militare tra Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Cina, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) è sempre più influente e gradualmente diventa una valida alternativa all’Unione europea. La Turchia ha chiesto di aderirvi a pieno titolo allontanandosi dall’Europa. La Asian Investment Infrastructure Bank svolge un ruolo importante nello sviluppo delle infrastrutture. La storia viene riesaminata e rivalutata. La nuova Via della Seta è la “cintura economica della Via della Seta”. Il mondo cambia intorno a noi. Mentre si passa dall’era del dominio politico, militare ed economico occidentale che subisce pressioni, il senso d’incertezza inquieta. Mentre riflettiamo su quale sia la prossima minaccia, su come affrontare meglio l’estremismo religioso o negoziare cogli Stati che sembrano disposti a ignorare il diritto internazionale, reti e connessioni si congiungono tranquillamente nella spina dorsale dell’Asia; o meglio, vengono ripristinati. Il centro economico mondiale passai dai Paesi tra Cina e Mediterraneo. La Via della Seta risorge.

L’autore è economista e professore all’Università tecnica di Creta, Grecia. L’articolo è il suo intervento al Seminario sulla Via della Seta al Chongyang Institute for Financial Studies all’Università Renmin della Cina, 10 dicembre, Atene.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

http://aurorasito.altervista.org/?p=4141

Infrastrutture (statali)

Questo è il sistema GPS, Global Positioning System.  Occorre che il vostro smart riceva da  almeno 4 di questi satelliti, per funzionare  come Maps. E siccome  i 31  satelliti periodicamente perdono quota  e finiscono per cadere,  altrettanto periodicamente occorre che qualcuno li sostituisca, lanciando in orbita un missile che ha come carico utile il satellite sostituito.

E  chi credete che sia questo “qualcuno”?  Steve Jobs? Un consorzio di capitalisti privati miliardari? No naturalmente. E’ lo Stato americano, USA,  che lo ha inventato, realizzato con centinaia di lanci missilistici dagli anni 70, e ne garantisce la “manutenzione” e la tenuta in efficienza. Usando denaro pubblico, senza badare a spese in decenni di ricerche nei suoi laboratori, e senza preoccupazioni di profitto.  E’ la dimostrazione di quanto sia menzognera la convinzione che le opere dello Stato manchino di intelligenza, e che bisogna lasciar care al “mercato” e ai “capitalisti  privati”, che sono, loro sì, “creativi” e “geniali”. La genialità degli Steve Jobs si riduce all’ aver assemblato le scoperte scientifico-militari pubbliche, a disposizione perché non coperte da brevetto (!), in oggetti commerciabili e riproducibili in serie.  Lui e i suoi sono diventati miliardari. Ma i veri geniali inventori di tutto, Internet, GPS, digitalizzazione eccetera –  sono oggi pensionati  con una dignitosa pensione  pubblica sui 50 mila dollari l’anno. E nessuno ne ha cantato le gesta, o pubblicato le foto sulla copertina di Time.

Siccome il GPS  è gestito dal Dipartimento della Difesa  americano,  in caso crisi grave e  un conflitto  può essere chiuso alle funzioni civili. Quindi le miriadi di start-up e di nuove e mirabolanti tecnologie del futuro immaginate dal Grillo transumano  sono appese a un filo. Dipendono dalla buona volontà USA.

Una vera  guerra oblitererebbe tutto ciò  – blockchain  quindi moneta elettronica compresa – e vi costringerebbe a tornare a carta e penna, alle calcolatrici meccaniche e ai piccioni viaggiatori.

I russi hanno rimesso in funzione il loro sistema GLONASS, che  avevano dovuto abbandonare dopo il collasso economico e strategico dell’Unione Sovietica,  essenzialmente perché non avevano più rimpiazzato i satelliti che via via cadevano.  La Cina sta costruendo il suo (BeiDou 1 e BeiDou 2).

La UE ha il programma Galileo. Almeno dovrebbe averlo (due nuovi satelliti sono stati lanciati a luglio) ma i nostri smartphone sembrano essere lungi dall’essersene accorti. Fra l’altro  la volontà punitiva di Bruxelles verso Londra per il Brexit, mette fuori un attore principale del programma. Il  progetto ha subito enormi ritardi,  per un motivo che non può essere questo: interessava poco  Berlino.  Sappiamo infatti benissimo il brutale unilateralismo con cui Merkel impone agli altri europei i progetti che le interessano, senza  consultarli – dall’invito ai migranti alla gestione proprietaria della BCE fino alla decisione di ridurre unilateralmente l’emissione di Bund, fino al “salvataggio” delle banche tedesche dai loro investimenti folli alla Grecia a noi accollato.  La Germania era poco interessata perché ha puntato sull’industria  azionale dell’auto, un prodotto  maturo vicino all’obsolescenza: una prova in più di come  la UE abbia non solo tagliato le prospettive di crescita ai paesi più deboli, ma sia stato un fattore di ritardo tecnico-scientifico,  indotto dalla tirchieria mentale germanica.

In più,  in ossequio alla dogmatica liberista, la Commissione l’ ha voluto non pubblico,  bensì “ per un terzo pubblico e due terzi privato”, in questa modalità: “finanziamento pubblico completo per i 30 satelliti del sistema futuro, sfruttato dal privato un volta  operativo”. Un classico della lunga serie “pubblicizzare le perdite privatizzare i profitti”.

In attesa che il Galileo comincia a funzionare davvero per l’utente comune  possessore di un telefonino ( sembra verso il 2020) , vale la pena di ricordare agli ecologisti 5 Stelle e che esso consta in 30 satelliti, di cui 24 operativi.  Che sono stati lanciati da altrettanti missili, con grande inquinamento e spreco di energia. Ora, i  grillini non hanno  visto come si è costruita questa infrastruttura che loro possono credere immateriale, perché i razzi sono gli Ariane partiti dalla Guiana Francese o  Soyuz lanciati dai russi su commissione. L’Ariane 5 è un oggetto a due stadi, alto 55 metri, che pesa 750 tonnellate.  Sarebbe tanto bello poterlo lanciare che so, dalla val di Susa o dalla villa di Beppe Grillo il transumano, per il puro piacere di sentire l’urlo: “!No! E’ inquinante! Non serve a nulla! Il ponte Morandi sta  su altri 100 anni, e ci basta. No Tav!No TAP! No Ariane!”

https://www.maurizioblondet.it/due-cose-che-grillo-non-sa-sulle-infrastrutture-innovative/

Chi minaccia chi?

A partire dal marzo 2020 gli Stati uniti cominceranno a schierare in Italia, Germania, Belgio, Olanda (dove già sono schierate le bombe nucleari B-61), e probabilmente in altri paesi europei, la prima bomba nucleare a guida di precisione del loro arsenale, la B61-12, in funzione principalmente anti-Russia. La nuova bomba è dotata di capacità penetrante per esplodere sottoterra, così da distruggere i bunker dei centri di comando in un first strike. Come reagirebbero gli Stati uniti se la Russia schierasse bombe nucleari in Messico, a ridosso del loro territorio? Poiché l’Italia e gli altri paesi, violando il Trattato di non-proliferazione, mettono a disposizione degli Usa sia basi sia piloti e aerei per lo schieramento di armi nucleari, l’Europa sarà esposta a maggiore rischio quale prima linea del crescente confronto con la Russia.
Secondo: un nuovo sistema missilistico USA è stato installati nel 2016 in Romania, e uno analogo è in corso di realizzazione in Polonia. Lo stesso sistema missilistico è installato su quattro navi da guerra che, dislocate dalla U.S. Navy nella base spagnola di Rota, incrociano nel Mar Nero e Mar Baltico a ridosso del territorio russo.

Stoltenberg accusa invece la Russia di violare il Trattato INF, lanciando l’avvertimento «non possiamo accettare che i trattati siano violati impunemente» Nel 2014, l’amministrazione Obama ha accusato la Russia, senza portare alcuna prova, di aver sperimentato un missile da crociera (SSC-8) della categoria proibita dal Trattato, annunciando che «gli Stati uniti stanno considerando lo spiegamento in Europa di missili con base a terra», ossia l’abbandono del Trattato INF. Il piano, sostenuto dagli alleati europei della NATO è stato confermato dalla amministrazione Trump: nell’anno fiscale 2018 il Congresso ha autorizzato il finanziamento di un programma di ricerca e sviluppo di un missile da crociera lanciato da terra da piattaforma mobile su strada. Missili nucleari tipo gli euromissili, schierati dagli USA in Europa negli anni Ottanta ed eliminati dal Trattato INF, sono in grado di colpire la Russia, mentre analoghi missili nucleari schierati in Russia possono colpire l’Europa ma non gli USA. Lo stesso Stoltenberg, riferendosi agli SSC-8 che la Russia avrebbe schierato sul proprio territorio, dichiara che sono «in grado di raggiungere gran parte dell’Europa, ma non gli Stati Uniti». Così gli Stati Uniti «difendono» l’Europa.

Manlio Dinucci fonte Il manifesto

estratto da https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=61270