Il Venezuela e altri paesi che sostengono enormi debiti in valute che non sono le proprie non sono sovrani. I governi sovrani possono ed hanno emesso la propria valuta per infrastrutture e sviluppo piuttosto con successo. Ho discusso un certo numero di esempi storici e contemporanei in miei articoli precedenti, tra cuiGiappone, Cina, Australia e Canada.
Sebbene il Venezuela non sia tecnicamente in guerra, sta soffrendo stress valutari innescati da attacchi aggressivi da parte di una potenza straniera. Le sanzioni economiche statunitensi vanno avanti da anni ed hanno causato al paese almeno $20 miliardi di perdite. Circa 7 miliardi dei suoi asset sono al momento tenuti in ostaggio dagli Stati Uniti che hanno condotto una guerra non dichiarata contro il Venezuela sin da quando fallì il golpe militare di George W. Bush contro il Presidente Hugo Chávez nel 2002. Chávez coraggiosamente annunciò la “Rivoluzione Bolivariana”, una serie di riforme economiche e sociali che ridussero drammaticamente la povertà e l’analfabetismo e migliorarono la salute e le condizioni di vita di milioni di venezuelani. Le riforme, che includevano la nazionalizzazione di elementi chiave dell’economia del paese, fecero di Chávez un eroe per milioni di persone e un nemico per gli oligarchi venezuelani.
Nicolás Maduro fu eletto presidente in seguito alla morte di Chávez nel 2013 e giurò di continuare la Rivoluzione Bolivariana. Recentemente, in seguito alle sanzioni imposte dal Presidente Trump, come avevano fatto prima di lui Saddam Hussein e Moammar Gadhafi, ha annunciato provocatoriamente che il Venezuela non avrebbe piu scambiato il petrolio in USD.
Adesso il famigerato Elliott Abrams è stato nominato emissario speciale in Venezuela. Considerato da molti un criminale di guerra per aver coperto massacri commessi da squadre della morte sostenute dagli USA in America Centrale, Abrams fu tra gli illustri neocon implicati nel fallito golpe di Bush del 2002. Il consigliere alla sicurezza nazionale John Bolton è un altro importante architetto neocon fautore di un cambio di regime in Venezuela. Ad una conferenza stampa, il 28 gennaio, stringeva un bloc notes giallo con bene in vista le parole “5,000 soldati in Colombia,” un paese confinante con il Venezuela. Evidentemente, il contingente neocon sente di avere dei conti in sospeso laggiù.
Fonte: https://www.truthdig.com/
Link: https://www.truthdig.com/articles/the-venezuela-myth-keeping-us-from-revolutionizing-our-economy/
Tradotto per http://www.comedonchisciotte.org da CARLO