Pentole e coperchi

Il 31 gennaio è crollata la diga, con l’annuncio che l’Europa aveva creato un proprio sistema alternativo di pagamenti, da utilizzarsi con l’Iran e con gli altri paesi presi di mira dalla diplomazia statunitense. La Germania, la Francia e persino il cagnolino degli Americani, la Gran Bretagna, si erano unite per dar vita all’INSTEX, Instrument in Support of Trade Exchanges. La promessa è che questo strumento sarà usato solo per aiuti “umanitari” e per salvare l’Iran da una devastazione sponsorizzata dagli Stati Uniti simile a quella in Venezuela. Ma, vista la sempre maggiore opposizione degli Stati Uniti al gasdotto Nord Stream2 che farà arrivare [in Germania] il gas russo, questo sistema alternativo di compensazione bancaria sarà pronto e potrà diventare operativo se gli Stati Uniti tentassero di imporre sanzioni contro l’Europa.

Sono appena ritornato dalla Germania e ho notato che esiste una grossa divisione tra gli industriali di quella nazione e la loro leadership politica. Per anni, le grandi aziende hanno considerato la Russia un mercato naturale, un’economia complementare bisognosa di modernizzare il proprio apparato industriale e in grado di fornire all’Europa gas naturale ed altre materie prime. La strategia americana in questa Nuova Guerra Fredda è quella di cercare di bloccare questa complementarietà commerciale. Dopo aver messo in guardia l’Europa contro la “dipendenza” dal gas russo a basso prezzo, [l’America] si è offerta di vendere il proprio costosissimo gas liquefatto (attraverso strutture portuali in grado di soddisfare i volumi richiesti che ancora non esistono). Il presidente Trump insiste anche sul fatto che i membri della NATO dovrebbero spendere il 2% del loro PIL in armi, preferibilmente acquistate dagli Stati Uniti, non dai mercanti di morte tedeschi o francesi.

Il fatto che gli Stati Uniti abbiano abusato della loro posizione sta portando all’incubo eurasiatico di Mackinder-Kissinger-Brzezinski che avevo menzionato sopra. Oltre all’alleanza fra Russia e Cina, la diplomazia degli Stati Uniti sta facendo confluire verso l’Hearthland anche l’Europa, nonostante i tentativi degli Stati Uniti di costringerla a quella condizione di dipendenza che la diplomazia americana sta cercando di ottenere fin dal 1945.

La Banca Mondiale, per esempio, tradizionalmente è sempre stata guidata da un Segretario alla Difesa degli Stati Uniti. La sua politica costante, fin dagli inizi, è stata quella di fornire prestiti ai vari paesi affinché destinassero il loro territorio alle esportazioni dei prodotti agricoli, invece di dare la priorità al consumo interno. Questo è il motivo per cui i suoi prestiti sono solo in divisa estera, non in valuta locale, necessaria per fornire supporto ai prezzi e ai servizi collegati all’agricoltura, come quelli che hanno reso l’agricoltura americana così produttiva. Seguendo i consigli degli Stati Uniti, questi paesi si sono esposti al ricatto alimentare, alle sanzioni e al blocco delle forniture di grano e di altri generi alimentari nel caso di un mancato adeguamento alle richieste diplomatiche degli Stati Uniti.

Vale la pena notare che la nostra imposizione planetaria della mitica “efficienza,” il costringere i paesi latinoamericani a trasformarsi in piantagioni per colture da esportazione, come il caffè e le banane, piuttosto che coltivare il proprio grano e il proprio mais, ha fallito in modo catastrofico l’obbiettivo di offrire una vita migliore, specialmente alle popolazioni che vivono in America Centrale. La “crescita parallela” tra le colture esportate e le importazioni di generi alimentari a basso prezzo dagli Stati Uniti, che si supponeva avvenisse nei  paesi che seguivano il nostro copione, è miseramente fallita, lo testimoniano le carovane e i rifugiati in tutto il Messico. Naturalmente, il nostro sostegno ai dittatori militari e ai signori del crimine più brutali non è certo stato d’aiuto.

Allo stesso modo, il FMI è stato costretto ad ammettere che le sue linee guida di base erano fittizie fin dall’inizio. La normativa centrale era quella di imporre il pagamento del debito ufficiale intergovernativo trattenendo il credito del FMI dai paesi in default. Questa regola era stata istituita nel periodo in cui la maggior parte dei debiti ufficiali intergovernativi era dovuta agli Stati Uniti. Ma, alcuni anni fa, l’Ucraina era stata dichiarata insolvente per un debito 3 miliardi di dollari dovuti alla Russia. L’FMI aveva dichiarato, in effetti, che l’Ucraina e gli altri paesi non avrebbero dovuto rimborsare la Russia o qualsiasi altro paese che avesse deciso di agire in modo troppo indipendente dagli Stati Uniti. Il Fondo Monetario Internazionale ha continuato a far credito ad una Ucraina corrotta fino al midollo e ad incoraggiare la sua politica anti-russa, piuttosto che difendere il principio secondo cui i debiti intergovernativi devono essere pagati.

È come se il FMI avesse gli uffici una stanzetta nel seminterrato del Pentagono a Washington. L’Europa ha preso atto che le sue trasazioni internazionali monetarie e i suoi collegamenti finanziari rischiano di attirare l’ira degli Stati Uniti. Questo era diventato evidente lo scorso autunno, al funerale di George H. W. Bush, quando il rappresentante dell’UE si era ritrovato declassato alla fine della lista al momento dell’assegnazione dei posti. Gli era stato detto che gli Stati Uniti non considerano più l’UE un’entità con buone credenziali. A dicembre, Mike Pompeo aveva tenuto a Bruxelles il suo primo ed atteso discorso sull’Europa, in cui aveva esaltato le virtù del nazionalismo, criticato il multilateralismo e l’UE, e affermato che gli organismi internazionali che limitano la sovranità nazionale “devono essere riformati o eliminati.”[5]

La maggior parte degli eventi di cui sopra ha fatto notizia per un solo giorno, il 31 gennaio 2019. Vista la congiunzione delle mosse statunitensi su così tanti fronti, Venezuela, Iran, Europa (per non parlare della Cina e delle minacce commerciali e degli attacchi contro Huawei che sono all’ordine del giorno) sembra che questo sarà l’anno della frattura globale.

Naturalmente, non è tutta opera del presidente Trump. Vediamo il Partito Democratico fare la stessa cosa. Invece di applaudire alla democrazia quando i paesi stranieri non eleggono un leader approvato dalla diplomazia degli Stati Uniti (che si tratti di Allende o di Maduro), hanno gettato la maschera e hanno dimostrato di essere i principali imperialisti della Nuova Guerra Fredda. Adesso la verità è davanti a tutti. Farebbero del Venezuela un nuovo Cile dell’era Pinochet. Trump non è il solo a sostenere l’Arabia Saudita e i suoi terroristi wahabiti che sono, come aveva detto Lyndon Johnson, “dei bastardi, ma sono i nostri bastardi.”

Dov’è la sinistra in tutto ciò? Questa è la domanda con cui ho aperto l’articolo. È straordinario il fatto che siano rimasti solo i partiti di destra, Alternative for Deutschland (AFD), i nazionalisti francesi di Marine le Pen e quelli degli altri paesi ad opporsi alla militarizzazione della NATO e a cercare di rilanciare i legami commerciali ed economici con il resto dell’Eurasia.

La fine del nostro imperialismo monetario, di cui avevo parlato per la prima volta nel 1972 in Super Imperialism, stordisce persino un osservatore informato come il sottoscritto. C’è voluto un enorme livello di arroganza, miopia e illegalità per accelerare il suo declino, una cosa che solo dei Neoconservatori impazziti come John Bolton, Eliot Abrams e Mike Pompeo potevano realizzare per Donald Trump.

 

Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mhudson/trumps-brilliant-strategy-to-dismember-u-s-dollar-hegemony/
01.02.2019
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=61565

4 thoughts on “Pentole e coperchi

  1. Allora, che cosa volevano gli Americani e che cosa hanno invece ottenuto? Volevano rinegoziare il Trattato INF, rivederne alcuni termini ed estenderlo in modo che includesse anche la Cina. Nell’annunciare che gli Stati Uniti stavano sospendendo il Trattato INF, Trump aveva dichiarato: “Spero che saremo in grado di riunire tutti in una grande, bellissima sala e fare un nuovo trattato che sarebbe molto meglio…” Per “tutti” probabilmente Trump intendeva Stati Uniti, Cina e Russia.

    Perché l’improvvisa necessità di includere la Cina? Perché la Cina ha un intero arsenale di armi a medio raggio, con una portata di 500-5500 km. (quelle messe fuorilegge dal Trattato INF) puntate sulle basi militari americane di tutta la regione, Corea del Sud, Giappone e Guam. Il Trattato INF ha impedito agli Stati Uniti lo sviluppo di contromisure da schierare in queste basi e da rivolgere contro la Cina.

    Forse è stato il tentativo di Trump, da vero magnate immobiliare newyorkese, di mettere in pratica tra le superpotenze nucleari l’“arte di fare affari,” o forse perché l’arroganza imperiale ha fatto marcire il cervello di quasi tutti i rappresentanti del governo degli Stati Uniti, ma il piano per la rinegoziazione del Trattato INF è di una stupidità che va oltre l’immaginabile:

    1. Accusare la Russia, senza nessuna prova, di violare il Trattato INF. Ignorare gli sforzi della Russia volti a dimostrare la falsità dell’accusa.

    2. Annunciare il ritiro dal Trattato INF.

    3. Aspettare un po’, poi annunciare che il Trattato INF è importante ed essenziale. Perdonare, con tono di condiscendenza, la Russia e dichiararsi disponibili a firmare un nuovo trattato, ma chiedere che includa anche la Cina.

    4. Aspettare, mentre la Russia convince la Cina ad aderirvi.

    5. Firmare il nuovo trattato nella “grande, bellissima stanza” di Trump.

    Quindi, come è andata effettivamente? La Russia ha immediatamente annunciato l’intenzione di uscire dal Trattato INF. Putin ha ordinato al Ministro degli Esteri, Lavrov, di astenersi da tutti i negoziati con gli Americani sulla questione. Ha poi ordinato al Ministro della Difesa, Shoigu, di costruire piattaforme terrestri per i nuovi sistemi missilistici aerei e navali della Russia, senza aumentare il bilancio della difesa. Putin ha aggiunto che questi nuovi sistemi con base a terra saranno schierati solo in risposta allo spiegamento di armi a medio raggio prodotte dagli Stati Uniti. Oh, e la Cina ha annunciato che non è interessata a questi negoziati. Ora Trump può avere la sua “grande, bellissima stanza” tutta per sé.
    https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=61572

  2. The price of the U.S. economic attack on Venezuela is thus to fracture the global monetary system. Maduro’s defensive move is showing other countries the need to protect themselves from becoming “another Venezuela” by finding a new safe haven and paying agent for their gold, foreign exchange reserves and foreign debt financing, away from the dollar, sterling and euro areas.
    https://www.unz.com/tsaker/saker-interview-with-michael-hudson-on-venezuela/

  3. Il Venezuela è un ingranaggio chiave nella macchina. Lo psico assassino Bolton lo ha ammesso in una sua dichiarazione ; “Farà una grande differenza economicamente per gli Stati Uniti se potessimo far investire le compagnie petrolifere americane in Venezuela e sfruttarne le capacità petrolifere .” Non si tratta solo di lasciare che ExxonMobil prenda il controllo delle enormi riserve di petrolio del Venezuela, le più grandi del pianeta . La chiave è monopolizzare il loro sfruttamento in dollari USA, a beneficio di alcuni miliardari del Big Oil.

    Ancora una volta, la maledizione delle risorse naturali è in gioco. Il Venezuela non deve poter trarre profitto dalla sua ricchezza alle sue condizioni; quindi, l’Eccezionalismo americano dei neocon ha stabilito che lo stato venezuelano deve essere distrutto.
    https://www.controinformazione.info/venezuela-leurasia-si-schiera-contro-legemonia-americana/

  4. Il capo delle operazioni navali della US Navy, l’ammiraglio John Richardson, ha dichiarato la necessità di passare a un “attacco” contro Russia e Cina. Lo ha affermato durante un discorso all’Atlantic Council, come riporta Business Insider .

    Richardson ha attaccato la Russia, accusandola di voler presumibilmente bloccare il Mar d’Azov, e di aumentare la sua presenza militare-marittima nella regione mediterranea.
    https://www.controinformazione.info/lammiraglio-degli-stati-uniti-ha-chiesto-una-mossa-offensiva-contro-la-russia/

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