La visita del Presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping, all’impianto di produzione delle terre rare, mentre Washington aggrediva Huawei, era volto ad implicare che questi metalli potrebbero essere usati come armi nella guerra commerciale cogli Stati Uniti, riferiva Bloomberg. La visita “invia agli Stati Uniti l’avvertimento che la Cina potrebbe utilizzare i metalli delle terre rare come ritorsione man mano che la guerra commerciale s’intensifica”, secondo Yan Kunhe, analista di Pacific Securities. Secondo lui, la Cina potrebbe limitare l’esportazione delle terre rare negli Stati Uniti. Anche l’edizione austriaca di Contra Magazin crede che nel prossimo futuro la Cina potrebbe usare “l’opzione nucleare” nella guerra commerciale cogli Stati Uniti, fermando l’esportazione di “terre rare” negli Stati Uniti. Infine, Jin Canrong, professore all’Università Popolare Cinese, nell’articolo sul Global Times, definiva il bando delle terre rare della Cina agli USA uno dei tre assi vincenti di Pechino nella guerra commerciale cogli Stati Uniti. Non è un caso che gli Stati Uniti abbiano fatto eccezioni sui metalli delle terre rare introducendo dazi del 10%, aumentandoli a 25 miliardi sui prodotti cinesi. E gli statunitensi non includono questi metalli nella nuova lista di prodotti cinesi oberati dai dazi per ulteriori 300 miliardi di dollari. La Cina produce circa 105000 tonnellate di metalli delle terre rare ogni anno, l’81% della produzione mondiale. Un divieto o restrizioni alla fornitura di metalli delle terre rare dalla Cina influenzerebbe il settore tecnologico statunitense. “La Cina ha dominato il mercato dei metalli delle terre rare e continuerà a dominarlo per almeno due decenni. Pechino rappresenta il 90% della fornitura di metalli delle terre rare e sono i cinesi a determinarne il prezzo. Il Partito Comunista Cinese (PCC) è il beneficiario finale delle società coinvolte nell’estrazione di metalli delle terre rare. Controlla e manipola questo mercato”, aveva detto a Vzgljad Aleksandr Toporkov, direttore del TDM96, che vende metalli terre rare (REM) in Russia.
I metalli delle terre rare sono contenuti in ogni telefono, auto, aereo. Toporkov fornisce esempi dell’uso di metalli delle terre rare. Pertanto, altoparlanti e microfoni dei telefoni funzionano con magneti al neodimio delle terre rare. Un alto contenuto di metalli delle terre rare si nota nelle batterie, rivestimenti di aerei, anche russi, a base di polveri di zirconio-ittrio. Anche le turbine e le pale degli aeromobili/elicotteri sono rivestite di questo composto per aumentare la resistenza all’usura e limitare l’invecchiamento e l’attrito. Inoltre, è in corso lo sviluppo di motori a pistoni ad alta resistenza (russi e nordamericani), con l’aggiunta di vari metalli delle terre rare in lega con alluminio-scandio, erbio, ittrio. “Tutti i prodotti di Ilon Mask, sia nel settore automobilistico che in quello aerospaziale, contengono un’enorme quantità di composti di terre rare. L’azienda nordamericana Molycorp, che estrae metalli di terre rare, non può soddisfare tutte le esigenze delle compagnie di Mask, per non parlare delle altre società del settore high tech. Vale a dire, sono i principali consumatori di metalli delle terre rare”, dice Toporkov.
Secondo l’edizione austriaca di Contra Magazin, la mancanza di rifornimenti regolari di metalli delle terre rare interromperà l’intera catena di fornitura delle aziende tecnologiche statunitensi, in particolare l’industria della difesa statunitense. I metalli delle terre rare sono le materie prime necessarie per produrre chip nordamericani di alta qualità, i migliori al mondo, affermava il professore cinese. Loro sviluppo e produzione sono molto costosi, i nordamericani li vendono a un prezzo molto alto. E il principale acquirente è la Cina. Nel 2018, le vendite globali di chip ammontavano a 469 miliardi, la maggior parte dei quali, 300 miliardi, importati da Pechino. Se Trump blocca la vendita di chip di fascia alta alla Cina, i produttori statunitensi andranno in bancarotta, causando ingenti danni a Wall Street. Mentre la Cina uscirà con un leggero spavento, e la modernizzazione del settore rallentata per un po’, ma Pechino inizierà attivamente a sostituire le importazioni dei chip. “Gli Stati Uniti hanno proprie riserve di terre rare, ma ci vorranno anni per ricostruire la loro industria e poter soddisfare la loro domanda. Anche quando gli Stati Uniti completassero la ripresa del settore, la Cina avrà già completato ricerca e sviluppo di chip di alta qualità ed inizierà ad esportare i propri prodotti”, affermava il professore dell’Università Nazionale Cinese. “I metalli delle terre rare sono uno dei tanti strumenti utilizzati dalla Cina per raggiungere i suoi obiettivi”, ammette Toporkov. Inoltre, non è affatto necessario che Pechino imponga un embargo completo su questi metalli, devono solo aumentarne i prezzi.
La Cina prepara la risposta agli Stati Uniti
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