Gli anglosassoni

di Pierluigi Fagan

Gli anglosassoni hanno una loro religione, che si dà in due versioni: quella cristiana in senso protestante e quella deista, quella propria delle èlite. Hanno una loro filosofia, nata nel medioevo inglese al totale riparo da ogni aristotelismo, quindi priva di sensibilità etica e politica. Logica e razionale da una parte, platonica quindi basata sulla metafisica pitagorica dall’altra. Gli anglosassoni sono di origine germano-tribale, anzi clanica, e si sono imposti come aristocrazia sulle popolazioni degli antichi britanni e gaelici a partire dal VI secolo. Come aristocrazia baronale, hanno mal accettato il monarca verso cui si son ribellati precocemente (1215 Magna Charta) e poi a più riprese, fino al tagliare la testa ad un re (1649), centoquaranta anni prima dei francesi. Questa impostazione di élite senza capo, il cui comune interesse è non pagare le tasse, l’hanno dipinta come epitome del concetto di “libertà”. Nel 1688-9, hanno -nei fatti- detronizzato il monarca mettendo al suo posto il potere parlamentare con propri rappresentanti. Ancora nel 1832, il parlamento del Regno, era votato da solo il 4% degli adulti (maschi), entro un sistema particolarmente surreale quanto a distribuzione delle rappresentanze. In seguito, questo assetto venne detto “democrazia liberale”.

Gli anglosassoni non hanno inventato il capitalismo quanto a definizione di semplice sistema economico, ma lo hanno reso l’unico sistema economico possibile e posto ad ordinatore unico dell’intera società. Quello che K. Polanyi dice “sistema dis-embedded” ovvero lo scorporo del sistema economico dalla logica dominante del sistema sociale, è in realtà prima lo scorporo dell’economico dal sociale e poi la re-incorporazione della società -dentro- il sistema economico. In pratica, inversione dei domini rispetto alle forma sociali tradizionali e storiche di ogni dove e tempo precedente. Tutto ciò, a partire dal colpo di stato organizzato nel 1688 a cui poi hanno messo nome più presentabile di “Gloriosa rivoluzione”. Solo dopo molti anni, almeno due secoli per lo meno, il resto dell’Europa ha seguito il format d indubbio successo ma non sempre con esiti storici altrettanto brillanti. Le culture sono entità complesse e non si “esportano” senza varianti e resistenze.

estratto da https://www.ariannaeditrice.it/articoli/la-scommessa-trans-umanista

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