Buon anno

Arrivati alla fine dell’anno ci sono due notizie complementari che ci riguardano da molto vicino e costituiscono una nuova cattiva sorpresa: da una parte il trasferimento sul nostro territorio di altre 50 testate nucleari americane tolte dal territorio turco e trapiantate da noi e l’entrata in servizio dei primi sistemi d’arma ipersonici russi Avangarde. Si tratta di piccoli velivoli automatici, chiamati in gergo alianti, in grado montare testate nucleari di potenza variabile dai 500 kilotoni ai 2 megatoni trasportati in gran numero da un missile balistico e capaci di arrivare a velocità di mach 27, ossia non intercettabili da nulla per almeno vent’anni stando a ciò che dicono gli esperti militari.

L’uomo della strada rimbambito da un’informazione senza più ritegno, non ha la minima idea di questa situazione e di come le economie miste si siano rivelate molto più efficienti di quelle basate sul puro profitto privato. Di certo da qualche anno a questa parte gli stati maggiori della Nato sono letteralmente terrorizzati e la cosa migliore che hanno saputo produrre sono la russofobia e la cinofobia cercando di nascondere la situazione alle opinioni pubbliche occidentali e di armarle in sostengo di un mondo irreale dove i golpe, i massacri le false guerre civili, vedi Cile, Bolivia, Siria, Ucraina, sono la democrazia e dove i tentativi di fare il solletico alla Cina con Hong Kong o con leggende su presunte repressioni di popolazioni mussulmane senza nemmeno uno straccio di prova, sono un modo di mobilitare le coscienze perché esse non vedano il reale contesto.

il milieu politico non ha fatto altro negli ultimi 30 anni che caricarsi di sempre maggiori servitù sia militari nei confronti della Nato, sia economiche nei confronti dell’Europa alla tedesca. E e con un’opinione pubblica che ha sempre preferito vedere il dito piuttosto che la luna diventando un ostaggio con la sindrome di Stoccolma.

Ostaggi

Turkestan

Ora che non servono più per la guerra in Siria,  secondo René  Naba, corrispondente della France Presse dal Libano, gli Stati Uniti e la Turchia stanno facendo la cernita fra i guerriglieri jihadisti  in Turchia e “preservando  i  combattenti  di questa formazione  per impiegarli in altri teatri operativi, contro gli avversari degli USA riuniti nei BRICS  (specie Cina e Russia) polo di contestazione  dell’egemonia americana nel mondo.

Per gli Usa, “è la riduzione alla loro tattica da sempre  per contenere e condizionare la “heartland eurasiatica”,  per loro imprendibile,  circondarla con la Cintura  Islamica” (allusione alla strategia indicata da Brzezinski, per cui a suoi temo gli Usa preferirono insediare in Afghanistan i Talebani, e in Iran la dittatura degli ayatollah invece dello Scià).

André Vitchek,  l’inviato ed analista dal campo di battaglia siriano, è dello  stesso parere:

“Sia l’Occidente che la Turchia li stanno montando,  gli uiguri estremisti. Stanno finanziando e armando. Li stanno   dipingendo  mediaticamente come vittime. Gli uiguri sono ora una nuova “arma segreta”, da usare contro la decisa marcia in avanti di Pechino, verso il socialismo con caratteristiche cinesi”.

https://journal-neo.org/2019/07/21/march-of-the-uyghurs/

Lo  scopo: “Sabotare  i   grandi progetti infrastrutturali, in particolare la BRI  (la nuova Via della Seta): tener presente che collegamenti ferroviari ad alta velocità, autostrade e altre arterie infrastrutturali attraverserebbero Xingjian, verso est. Se brutali attacchi terroristici sostenuti dall’Occidente e dai suoi alleati islamisti, e perpetrati dai terroristi uiguri, scuotessero  la regione, l’intero progetto ,e la sua influenza che Pechino ha voluto positiva ed ottimista per tutti i popoli interessati, potrebbero essere messi a repentaglio, persino collassare.

Anche la diffusione dei  documenti sulla repressione cinese in Xinjang serve allo stesso fine: “Macchiare e  umiliare la Cina, rappresentandola come un paese che “viola i diritti umani”, i “diritti religiosi” e i diritti delle minoranze”, in un mondo, come quello estremo orientale, dove non si deve  “perdere  la faccia”.

LA MOBILITAZIONE CONTRO XI DELLA “LEGIONE UIGURA” IN SIRIA

Omaggio a Nigel Farage

Un omaggio a  Nigel Farage,  eroe democratico.   Non ha partecipato alle ultime votazioni  – nonostante  avesse da poco piazzato, nelle europee, il Brexit Party di sua invenzione come più grosso partito britannico nell’europarlamento, annunciando prima la desistenza sua e del suo partito perché Boris Jocnson potesse avere la maggioranza di governo abbastanza grande da “fare il Brexit”.

La sua desistenza  è stata qualcosa più che decisiva: molti dei votanti per il Labor nella “barriera rossa” del Nord de-industrializzato avevano votano, nelle penultime elezioni,  il suo Brexit Party e prima ancora il suo UKIP ( UK Independence Party)

Quest’uomo  con l’aspetto da Andy Capp  ma l’eloquio splendido e tagliente della upper class,  che in fondo non ha mai vinto davvero –  gli inglesi  votavano per lui nelle elezioni locali e per mandarlo i Europa,  mai ha ottenuto  un seggio ai Comuni, pur provandoci sette volte –   ma  è riuscito nell’incredibile  missione di imporre il tema dell’uscita dalla Gran Bretagna  dalla UE, portandola dai  margini al cuore del dibattito politico: fino al trionfo, il Brexit che è lo scopo della sua vita da 30 anni.   Sopportando per decenni gli insulti  che impariamo a  conoscere da populisti: matti, ossessi di identità, razzisti. L’Establishment britannico lo ha tenuto ai margini come portatore di un’infezione plebea.

Senza aver mai avuto un briciolo  di potere, con la sua sola oratoria come arma, ha costretto i due partiti principali e storici  a rimodellare le loro politiche su immigrazione ed euroscetticismo, a schierarsi “pro” o “contro”; senza di lui non ci sarebbe stato il referendum  del 2016 dove la volontà popolare  ha detto Brexit.

E  non solo nel  Regno  Unito; Farage ha  costretto  l’ eurocrazie e gli  altri governi a prendere atto del  tema, le disfunzioni e la mancanza di libertà e democrazia nella UE,  magagne che lorsignori hanno nascosto sotto i tappeti.  Non si può dimenticare che, nell’europarlamento, s’è alzato a difendere la sovranità italiana, che  i nostri governanti non hanno mai osato.

“Il successo di Farage è una testimonianza dell’impatto che  figure populiste possono avere, anche quando non vincono”,  ha commentato l’americano The Atlantic  : “In tutta Europa, i partiti populisti  hanno dimostrato la loro capacità di ristrutturare la politica nei rispettivi paesi semplicemente fissando i termini del dibattito pubblico – spesso su una  solo questione  – e costringendo i partiti tradizionali a impegnarsi. In tal modo, hanno rivelato la vera innovazione della nuova estrema destra: la vittoria elettorale in senso convenzionale non è una condizione necessaria per vincere”.

Per questo manifesto, Farage è stato denunciato alla polizia per “incitamento all’odio razziale”.

Speriamo sia un auspicio. Adesso Nigel Farage ha ottenuto lo scopo della  sua vita, perseguito con ostinazione e coraggio e  – ora  si vede  – disinteresse.  La Brexit la farà un altro. Il fatto che  Farage, apparentemente, non abbia negoziato la sua desistenza, non abbia chiesto qualcosa per sé  –  risulta quasi incredibile dato il livello del personale politico esistente. Quale politico italiano avrebbe mai fatto qualcosa del genere?

Ammirevole mister Farage, uomo libero e eroe politico, saluto.

 

L’articolo OMAGGIO A NIGEL FARAGE, EROE DEL POPULISMO proviene da Blondet & Friends.

Francia in rivolta, Italia rivoltante

buiniohoihioh-720x300Oltre un milione di persone sulle strade di Francia, secondo le stime ufficiali che come sempre nell’Exagone sono un terzo di quelle reali per lo sciopero generale contro la riforma pensionistica di Macron; la regione parigina dove vive  un quarto della popolazione francese è rimasta letteralmente paralizzata facendo risaltare il fallimento totale della mobilitazione macroniana delle dite private come Flixbus per surrogare il trasporto pubblico; la radicalizzazione della base sindacale che ha quasi trascinato le organizzazioni dei lavoratori in uno sciopero a oltranza; la rivolta dei corpi intermedi sempre più sacrificati e abbandonati a cominciare da Sarcozy, ma umiliati definitivamente da Macron. Insomma una miscela incendiaria che da un anno a questa parte alimenta un ritorno alla lotta sociale slegata dalle “compatibilità”  col sistema che è stata la stella polare degli ultimi 20 anni e che appunto non è stata lotta, ma compromesso al minimo livello perché è il potere e l’economia che devono essere compatibili con la civiltà, non il contrario. Tutto questo ha avuto l’effetto di collegare tra loro tra di loro gilet gialli e sindacati, ma soprattutto di smentire nei fatti quella frattura tra giovani e vecchi  che è stata la favola assurda e cretina raccontata dal neoliberismo in maniera da dividere e comandare, da spezzare i diritti e confondere le ultime generazioni.

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2019/12/07/francia-in-rivolta-italia-rivoltante/

Il MES e l’Eurolager

Una delle dipendenze più efficaci come guinzaglio, in questo senso, è quella dall’erogazione continua di nuovo credito agli Stati per il servizio dei loro debiti. Debiti che, finché verranno concepiti e trattati entro la falsa concezione monetaria che questo libro confuta, restano e resteranno inestinguibili – inestinguibili nel complesso, perché uno Stato strutturalmente creditore (per effetto dell’Euro) più forte degli altri, come la Germania, può liberarsi dei suoi mettendo Stati più deboli, strutturalmente debitori (per effetto dell’Euro), come l’Italia, a lavorare per pagarli in un Lager monetario chiamato Eurosistema o MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), di cui essa ha la guida, e dove a questi Stati deboli si tolgono, quando entrano nel Lager, anche i gioielli, gli assets pregiati, per assicurare il pagamento dei titoli pubblici a rischio detenuti dalle banche tedesche. Perché i suddetti debiti sono inestinguibili? È un dato matematico. Vediamo il caso dell’Italia, che ha un debito pubblico di 2000 miliardi. Elaboriamo il piano di ammortamento di capitale e interesse a un ottimistico 4% annuo in 20 anni e rate semestrali. Avremo, in Euro:

Importo della rata = 73.111.500.000 a semestre

Numero di rate = 40

Totale rate = 2.924.459.820

Interessi = 924.459.820.000

Dovremmo quindi pagare ogni anno 146 miliardi e rotti – circa un undicesimo del pil attuale – esborso ovviamente insostenibile. Senza contare che il debito pubblico reale, considerando anche il debito previdenziale, è molto più di 2000.”

(Pagg. 58, 59).

estratto da http://marcodellaluna.info/sito/2019/12/01/cimiteuro-ed-europeisti/

La riforma del MES e le suore missionarie

di Mauro Poggi (FSI)

Mauro Poggi

In questo video l’intervento di Claudio Borghi (Lega) in Parlamento,  dopo l’audizione di Gualtieri per la riforma MES.

All’intervento è seguita la replica di Piero De Luca, dopodiché in aula è scoppiata una rissa invereconda, a edificazione delle due scolaresche che in quel momento si trovavano in tribuna.

Per quanto mi riguarda sono convinto che la riforma del MES vada nel senso di un’ulteriore riduzione del nostro perimetro di sovranità e quindi di un ulteriore svuotamento della nostra democrazia.
Non è una novità: tutte le riforme che l’Unione Europea si è data in questi anni avevano questo obiettivo. Quindi, dal mio punto di vista, è benvenuta la posizione della Lega, per quanto legittimi siano i sospetti che la battaglia sia solo strumentale.

I giorni a venire ci diranno se e quanto hanno saputo mantenere davvero il punto.

Teoricamente tutto il Parlamento è contrario all’approvazione, a parte il PD…

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