La miseria europea o meglio il gioco di società nel quale ci siamo dilettati negli ultimi tre decenni perdendo la posta e affossando il Paese è ormai agli sgoccioli: la Corte Costituzionale tedesca pronunciandosi sul quantitative easing della Bce ha sostenuto che l’azione della Banca centrale non ha obbedito al principio di proporzionalità cui era legata, in sostanzia avrebbe acquistato più azioni di Paesi in difficoltà di quanto avrebbe dovuto, finendo così per finanziare di fatto il debito e agendo al di fuori del proprio mandato. Entro tre mesi la Bce e la Lagarde dovrà dire come intende comportarsi in futuro per evitare il ritiro totale della Bundesbank dagli interventi della Banca centrale. La Corte che sorveglia l’unica Costituzione europea che ha ancora un qualche diritto di esistenza ha perfettamente ragione nelle sue osservazioni, anche se le sue perplessità arrivano proprio quando ci sarebbe necessità di uno sforzo finanziario enorme: ma ciò che viene imputato alla Bce è, nella sostanza, di aver in qualche modo surrogato una dimensione politica e comunitaria che invece l’Europa dell’euro non ha e non deve avere, essendo di fatto un puro meccanismo di mercato come attestano i trattati. Adesso proprio nel momento peggiore il banco dice ai giocatori che è momento di chiudere con le aperture di credito sottobanco. E’ un vero scherzo del destino, uno sberleffo, che questa sentenza sia arrivata proprio da Karlsruhe, sede della Corte costituzionale e città più volte premiata come simbolo dell’integrazione europea.
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Sia chiaro non ha sbagliato la Germania, hanno sbagliato l’Italia e tutta la UE ad accettare un sistema di regole dove un solo parlamento nazionale resta sovrano, quello tedesco. Il padronato e i ricchi italiani hanno trovato perfetto per loro un sistema nel quale la posizione subalterna del paese favoriva la crescita dei profitti privati ai danni del lavoro e del sistema pubblico, ma ora con la crisi economica spaventosa in arrivo i nodi vengono al pettine. Il capitalismo tedesco non puo permettersi di aiutare davvero l’Italia, altrimenti i lavoratori di quel paese, i cui diritti sono stati comunque compressi, chiederebbero il conto. Ma come ci avete chiesto collaborazione e rinunce, ed ora date i soldi agli italiani? È la domanda che un lavoratore olandese fa al primo ministro Rutte, fedele satellite della Germania. La borghesia tedesca non può fare il passo di una vera solidarietà europea, altrimenti vedrebbe messo in crisi il proprio potere nel proprio paese.
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La sentenza della corte di Karlsruhe mette giù con apprezzabile brutalità teutonica la cruda verità: l’Unione Europea non ha, né ha mai avuto, niente a che vedere con una struttura destinata ad avere una politica economica comune (viatico per una politica comune in senso generale).
Al contrario essa è un’istituzione che serve a mettere in competizione gli stati, creando condizioni ottimali per reprimere ogni rivendicazione da parte delle classi lavoratrici all’interno di ciascuno stato, e per fornire garanzie ai rentiers.
https://www.controinformazione.info/bene-direi-che-ci-siamo-e-il-redde-rationem/