Perché preoccuparsi?

Il capo di stato maggiore dell’Esercito e l’Agenzia di ricerca del Pentagono informano dunque che tra non molto gli Stati Uniti schiereranno in Europa (si parla di una probabile prima base in Polonia o Romania) missili ipersonici armati di  «vari carichi bellici», ossia di testate nucleari e convenzionali. I missili ipersonici nucleari a raggio intermedio installati su «piattaforme terrestri mobili», ossia su speciali veicoli, potranno essere rapidamente dispiegati nei paesi NATO più vicini alla Russia (ad esempio le repubbliche baltiche). Avendo già oggi la capacità di volare a circa 10.000 km/h, i missili ipersonici saranno in grado di raggiungere Mosca in circa 5 minuti.

Anche la Russia sta realizzando missili ipersonici a raggio intermedio ma, lanciandoli dal proprio territorio, non può colpire Washington. I missili ipersonici russi potranno però raggiungere in pochi minuti le basi USA, anzitutto quelle nucleari come le basi di Ghedi e Aviano, e altri obiettivi in Europa. La Russia, come gli Stati Uniti e altri, sta schierando nuovi missili intercontinentali: l’Avangard è un veicolo ipersonico con raggio di 11.000 km e armato di più testate nucleari che, dopo una traiettoria balistica, plana per oltre 6.000 km alla velocità di quasi 25.000 km/h. Missili ipersonici li sta realizzando anche la Cina. Poiché i missili ipersonici sono guidati dai sistemi satellitari, il confronto si svolge sempre più nello spazio: a tale scopo è stata creata nel 2019 dall’amministrazione Trump la Forza Spaziale USA.   

Le armi ipersoniche, di cui vengono dotate anche le forze aeree e navali che hanno maggiore mobilità, aprono una nuova fase della corsa agli armamenti nucleari, rendendo in gran parte superato il trattato New Start appena rinnovato da USA e Russia. La corsa passa sempre più dal piano quantitativo (numero e potenza delle testate nucleari) a quello qualitativo (velocità, capacità penetrante e dislocazione geografica dei vettori nucleari).

La risposta, in caso di attacco o presunto tale, viene sempre più affidata all’intelligenza artificiale, che deve decidere il lancio dei missili nucleari in pochi secondi o frazioni di secondo. Aumenta in modo esponenziale la possibilità di una guerra nucleare per errore, rischiata più volte durante la Guerra Fredda. Il «Dottor Stranamore» non sarà un generale pazzo, ma un supercomputer impazzito. Mancando l’intelligenza umana per fermare questa folle corsa alla catastrofe, dovrebbe almeno scattare l’istinto di sopravvivenza, risvegliatosi finora solo per il Covid-19.”

Da Missili ipersonici USA In Europa a 5 minuti da Mosca, di Manlio Dinucci.

Italia: parco a tema

Vuoi vedere che davvero ha preso forma un complotto in modo che soggetti strutturati, quotati in borsa, fondi sovrani e reucci dell’hotellerie potessero approfittare delle misure messe in atto per contrastare il Gran Morbo e infiltrare e occupare quel comparto economico?

Vuoi vedere che sono stati favoriti da ministri e amministratori, se tra i capisaldi della ricostruzione secondo Franceschini, oggi espropriato delle competenze, c’era anche la promozione in grande stile di un progetto espansivo di  Airbnb in ogni borgo, tanto che Sunia e Cgil lucane si sono ribellate perché a Matera e dintorni non esistono più case in affitto per i residenti?

Vuoi vedere che dietro ci sono i soliti noti, Cassa Depositi e Prestiti che così realizza la sua vocazione, proprio come l’Invitalia di Arcuri, di ente assistenziale per multinazionali e imprese straniere che hanno bisogno di essere incoraggiate a comprarci coi nostri stessi quattrini, impegnata   in qualità di vero e proprio istituto finanziario a vocazione immobiliare per sottrarre patrimonio pubblico ai cittadini, come nel caso della vendita della Villa Medicea di Cafaggiolo a Firenze?

estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2021/03/26/turismo-svenduto-alle-multinazionali-estere/

La Merkel desnuda

E non è certo un caso che nella primavera scorsa è stato proprio il governo tedesco a pagare illustri scienziati e ricercatori perché dessero la previsione più drammatica possibile della pandemia e permettere così i confinamenti come esperimento sociale, non certo per proteggere la salute. Insomma la regina è apparsa nuda, assieme ai suoi cortigiani e al personale di servizio.

Ma c’è anche un altra considerazione da fare e cioè che questa vicenda mette in luce la mediocrità della Merkel punto di  riferimento dell’intera Europa, una mediocrità che si rivela come ubbidienza passiva al politicamente corretto di origine neoliberista. Del resto essa fu scelta dalla Cdu come successore di Kohl e cancelliera proprio per il suo profilo basso, per non avere alcuna visione propria, per la sua permeabilità all’ambiente. Non perché sia una grande camaleontessa, ma semplicemente per la sua incapacità di essere davvero qualcosa, e la sua rapidità nell’ adattarsi al contenitore come del resto si addice alla liquidità contemporanea: in carriera nella Germania comunista dove aveva scalato i posti della rappresentanza giovanile del partito e quasi certamente in forza alla Stasi, si è immediatamente convertita al capitalismo già nella sua forma neoliberista, all’indomani della caduta del muro e con la stessa velocità di cadute dei mattoni. Era insomma il personaggio ideale per poter guidare con polso un’Europa che doveva asserire il declino della politica e la primogenitura delle elites finanziarie e industriali. L’unica farina del suo sacco  è stata quella di sviluppare fino in fondo un conflitto economico  – monetario per l’egemonia continentale, progetto che comunque era nella logica inevitabile della moneta unica e andava a vantaggio degli utilizzatori finali di un Europa desocializzata e privatizzata

estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2021/03/25/la-merkel-desnuda/

Siria, dieci anni dopo

L’operazione americana di destabilizzazione, ma anche europea, è in atto da un decennio. Il 6 luglio 2011 l’ambasciatore Usa a Damasco Robert Ford andava a passeggiare tra i ribelli anti-Assad di Hama, accompagnato il giorno dopo da quello francese. Era il segnale che in Siria di poteva fare quel che si voleva e che Erdogan colse, incoraggiato dalla strategia della Clinton dello “stay behind”, “guidare da dietro” le primavere arabe, facendo passare migliaia di jihadisti dal suo confine, con i seguiti che sappiamo fino all’ascesa dell’Isis e alle complicità tra turchi e Califfato per far fuori la resistenza dei curdi. Ecco cosa pensa Ford a 10 anni di distanza. “La strategia americana è stata un fallimento”, scrive su Foreign Affairs l’ambasciatore, ora senior fellow presso il Middle East Institute. Gli Usa, dice Ford, hanno cercato di usare la forza militare e le pressione finanziarie per rovesciare Assad, ma Biden farebbe bene a cambiare rotta. Dopo anni di conflitto, infatti Bashar è ancora al suo posto e la Siria non è diventata una democrazia liberale come qualche ingenuo analista sperava diventasse all’indomani della devastante guerra per procura scoppiata nel 2011. Ford si spinge a sostenere che gli Stati Uniti “dovrebbero negoziare con Mosca un ritiro graduale delle proprie forze e una tempistica per la transizione nella zona orientale dal controllo americano a quello russo”. Ma le cose vanno un po’ diversamente. Le sanzioni contro la Siria, introdotte sin dall’inizio della guerra civile non solo non si sono allentate ma nel 2020 sono state ulteriormente aggravate, sia dagli Usa, con il cosiddetto Caesar Act che blocca ogni tipo di transazione economico-finanziaria-commerciale con Damasco, sia dall’Unione europea, che, pur muovendosi sulla scia degli Stati uniti e confermando le sanzioni, per salvare la faccia consente il finanziamento di interventi umanitari “purché non coinvolgano il governo siriano”: come se fosse possibile effettuare interventi efficaci in un contesto così deteriorato senza un coordinamento con le autorità competenti. Il livello dell’ipocrisia europea si è confermato anche recentemente quando Bruxelles ha deciso di seguire Washington nel colpire con nuove sanzioni la famiglia Assad, esponenti del governo e imprenditori. L’idea degli europee è di farci credere che le sanzioni sono “mirate”, cioè non colpiscono il popolo siriano: in realtà le sanzioni includono un embargo sul petrolio, restrizioni sugli investimenti, il congelamento dei beni della banca centrale siriana detenuti nell’Ue e restrizioni all’esportazione di attrezzature e tecnologie. In pratica il blocco dell’industria energetica, del petrolio e di ogni tentativo di ricostruzione. Ma in Siria denuncia l’arcivescovo greco-melkita di Aleppo, monsignor Jean-Clément Jeanbart: “La gente non ha più cibo, elettricità, carburante e gas sufficienti per riscaldare le case. Non riesce a ottenere prestiti e andare avanti”. Le sanzioni sono un messaggio a tutti coloro che erano intenzionati a partecipare alla ricostruzione della Siria e a normalizzare i rapporti con Damasco, dalla Russia alla Cina, ad alcuni stati del Golfo che chiedono il rientro di Damasco nella Lega araba, agli stessi Paesi europei come l’Italia, che nel 2010, alla vigilia della guerra, era il maggiore partner europeo di Damasco. Ma forse qui nessuno se lo ricorda più. La rimozione delle sanzioni alla Siria è stata chiesta da Alena Douhan, rapporteur dell’Onu e da diverse organizzazioni umanitarie e delle Nazioni Unite. Ma si preferisce lasciare le cose come stanno, permettere a Israele, che occupa il Golan dal’67, di bombardare in Siria le milizie sciite _ tanto nessuno si lamenta _e far precipitare i siriani in una miseria ancora più nera.

estratto da https://www.ariannaeditrice.it/articoli/come-stati-uniti-ed-europa-strangolano-la-siria

A congresso

Il PD non è un soggetto malato, è la malattia

di Paolo Desogus – 11/03/2021

Il PD non è un soggetto malato, è la malattia

Fonte: L’Antidiplomatico In molti descrivono il PD come un partito malato giunto ormai allo stadio terminale. Probabilmente è così. Credo tuttavia che occorra un qualche chiarimento. Il PD come spesso ripetuto dai suoi critici, me incluso, è un partito nato male, malissimo anche se sull’onda della novità delle primarie e la minaccia berlusconiana ha ottenuto un forte risultato il giorno del suo battesimo elettorale: 12 milioni di voti (33%) nel 2008.   Numeri importanti, certo. E tuttavia il PD è nato male perché ha fatto della sua mancanza di identità il suo dna.  

leggi tutto: https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-pd-non-e-un-soggetto-malato-e-la-malattia

Yemen

Sembra che questo doppio attacco missilistico sparato da Ansarallah dimostra che lo Yemen resiste ed è è arrabbiato con una “America che mente” e che, “pur continuando a far morire di fame migliaia di donne e bambini yemeniti per mezzo dell’embargo, parla spudoratamente di pace”, anche se Maarib il petrolio è quasi nelle mani di Ansarallah e che la Resistenza sta già pianificando di espandere la sua avanzata.

Mappa Yemen Arabia Saudita

Come? “O” Cosa? Tra Jeddah e Yanbu ci sono solo 300 km da percorrere, il triplo della distanza tra Yanbu e Taëf. Quanto a Tabouk, che alcuni dicono sia stato scelto dal duo Biden-Austin perché si trova proprio di fronte a Port Sudan. Da notare che questo porto sudanese è quello dove la Russia ha appena inviato la sua prima nave da guerra dove ha piantato la sua prima base navale nel Mar Rosso , dista 900 chilometri da Jeddah.
Tutto ciò significa che da Sana’a, il raggio di missili Quds di Ansarallah ha la libertà necessaria per colpire Tabouk, Taëf e ovviamente Yanbu, con dispiacere delle truppe americane che McKenzie crede di aver messo alla prova ad Ain al-Asad. Il colpo a sorpresa della Resistenza Irachena contro la base Usa di Erbil, Il 16 febbraio e quello del 3 marzo contro Aïn al-Assad hanno dimostrato che le forze yemenite avevano un controllo perfetto della situazione.

https://www.controinformazione.info/arabia-jeddah-crivellata-di-missili-la-resistenza-in-azione-dallo-yemen-alliraq-contro-gli-occupanti/

India

La concorrenza creata da questa liberalizzazione mette ovviamente in grande difficoltà i piccoli e e anche i medi produttori i che non riescono ad essere competitivi quanto le grandi aziende. Quest’ultime perciò acquistano le terre dei contadini in fallimento che non riescono più a saldare i debiti e così questi nuovi diseredati sono costretti a migrare verso le città per cercare un nuovo lavoro in un settore non agricolo e spesso pagato al livello di fame. Un fenomeno presente anche in altre aree del mondo basti pensare che nell’ultimo anno Bill Gates è diventato uno dei maggiori proprietari terrieri degli Usa, visto che il controllo della produzione alimentare sarà un fattore chiave nel mondo post pandemico.

Ma comunque in India possiamo scorgere più chiaramente gli echi del reset e della guerra alla piccola economia, con misure legislative che colpiscono le attività economiche medie e piccole affinché possano essere assorbite dalle grandi, creando così grandi sacche  di disoccupazione e di povertà. ma la cosa ancora più visibile è che dal novembre scorso in India si sono succedute ondate di manifestazioni di contadini, con cortei di milioni di persone, per un totale che per tutto il Paese sta fra i 250 milioni e i 300 milioni di manifestanti, tutti senza nessuna mascherina e ovviamente senza distanziamento. Questo avrebbe dovuto provocare una immensa strage tenendo per buoni gli assurdi concetti guida segregazionisti con cui si cerca di smantellare il sistema di libertà, eppure l’India è uno dei Paesi dove il Covid ha fatto meno presunte vittime in rapporto alla popolazione: 10 ogni 100 mila abitanti contro le 112 in Italia.

America the first

La nuova Amministrazione USA ha, come proprio obiettivo primario, il ritorno ad un mondo dominato dagli USA sia a livello economico che militare e politico e, per questo motivo, non può tollerare che ci siano potenze euroasiatiche come la Russia e la Cina a contrastare la sua egemonia o paesi “trasgressori” dell’Ordine Mondiale Americano, come l’Iran, la Siria, il Venezuela o Cuba.
La strategia di contenimento di Washington è dichiarata ed attuata con tutti mezzi possibili, dalle sanzioni economiche, alla propaganda diffamatoria dei media atlantisti e dei social media controllati, alle misure di assedio militare vicino ai confini della Federazione Russa, nell’intento di bloccare l’espansione dell’influenza e della proiezione del potere russo sui paesi vicini e lontani.
Questo dimostra che la Russia è il vero incubo dei primatisti angloamericani: una superpotenza eurasiatica, di fede cristiano ortodossa, che può rappresentare un polo di attrazione per intere regioni dell’Occidente; una superpotenza militare ipersonica e tecnologica che è dotata di capacità diplomatiche ineguagliabili, apprezzate in tutto il Sud del mondo.
La logica che muove la superpotenza USA non è più la stessa dei tempi della “guerra fredda” nell’epoca dei due blocchi, tutto è cambiato. A Washington prevale la corrente neocon evangelica e sionista, gli USA si sentono investiti da una missione di carattere messianico e devono formattare il mondo sulla base delle proprie credenze, costi quello che costi, l’America deve tornare ad essere “il faro del mondo”.

Nota: A proposito della Crimea, lo stesso Biden ha dichiarato: “La Russia ha violato il diritto internazionale (sic) … e la sovranità e l’integrità territoriale della vicina Ucraina quando ha invaso la Crimea (sic)”. Ed ha continuato dicendo: “Gli Stati Uniti continuano a stare al fianco dell’Ucraina e dei suoi alleati e partner oggi, come hanno fatto dall’inizio di questo conflitto. In questo cupo anniversario, riaffermiamo una semplice verità: la Crimea è Ucraina”.

https://www.controinformazione.info/lo-scontro-tra-la-nato-e-la-russia-appare-inevitabile-solo-una-questione-di-tempo/

Solo un pallino

Uno dei motivi principali (oltre alla generale debolezza politica ed economica dell’Italia) è che il Paese – che, come la Germania, è stata una delle nazioni perdenti della Seconda Guerra Mondiale – si è ormai saldamente consolidato attraverso la sua adesione all’UE e soprattutto nella NATO è coinvolta la sfera di influenza occidentale e quindi in ultima analisi USA-americana. E questo in misura maggiore rispetto ai suoi due rivali nel Mediterraneo, vale a dire Turchia e Francia, usciti dalla seconda guerra mondiale come la nazione vittoriosa. Lo si vede già dal fatto che il comando della 6a flotta statunitense è a Napoli. Il loro campo di applicazione si estende ben oltre il Mediterraneo.

L’importanza strategico-militare dell’Italia per gli Usa rischia inoltre di restringere il margine di manovra del Paese per un più forte collegamento al progetto cinese della “Nuova Via della Seta”. L’idea di espandere i porti marittimi italiani in teste di ponte logistiche e quindi porte della Cina verso l’Europa rischia di incontrare il dispiacere americano.

In questo contesto, è probabile che il margine di manovra geopolitico dell’Italia aumenti di nuovo solo quando gli assi del potere si sposteranno in tutto il mondo. La domanda chiave qui sarebbe se gli Stati Uniti decideranno di rinunciare al loro impero – in definitiva molto costoso – e consentire un ordine mondiale multipolare. Donald Trump sembrava perseguire questo obiettivo, almeno verbalmente, annunciando più volte di voler ritirare l’esercito americano da paesi come l’Afghanistan o la Siria. Tuttavia, non è stato in grado di prevalere. E il giuramento di Joe Biden come 46 ° Presidente degli Stati Uniti ora suggerisce che gli Stati Uniti amplieranno di nuovo il loro impegno in Medio Oriente e sfideranno la Russia lì e nell’Europa orientale in misura maggiore. Per l’Italia questo significa che i legami transatlantici saranno ulteriormente rafforzati e che le opzioni di politica estera dell’Italia saranno ulteriormente ridotte. Il neo eletto primo ministro italiano Mario Draghi non dovrebbe intralciarlo.

estratto da https://www.maurizioblondet.it/italia-non-puo-utilizzare-la-sua-piu-grande-risorsa-geopolitica/