
Questo significa che le unità navali della NATO si propongono di violare in qualsiasi occasione la acque territoriali della Russia e questo potrà portare a conseguenze molto gravi, come ha sottolineato il viceministro russo Serguei Rabkov, secondo il quale la Russia potrà attaccare le navi che violeranno i suoi confini e le azioni imprudenti della NATO potranno portare allo scoppio di un conflitto.
Non per caso la marina Russa ha annunciato di aver cambiato la procedura, nella ipotesi di violazione delle acque territoriali, e si riserva di aprire il fuoco sulle navi che violeranno i confini della Crimea, dopo solo 2 colpi di avvertimento, con possibilità di affondare le unità navali ostili.
Le autorità russe consigliano Londra di non abusare della pazienza della Russia perchè la risposta ad ulteriori provocazioni sarà molto dura. I russi hanno chiaramente compreso che le provocazioni sono dirette anche a testare la reazione russa e queste azioni si prevede che potranno accadere non solo nel Mar Nero ma anche nel Mar Baltico.
A questo proposito i russi hanno inviato ultimamente nel mar Baltico un sottomarino nucleare armato con circa 100 missili per fronteggiare qualsiasi tentativo di sconfinamento della NATO.
Poi c’è l’elemento geopolitico che è interamente gestito oltre atlantico: le maggiori riserve di petrolio o di gas estraibile a basso costo, dunque senza l’improponibile fracking, si trovano oggi in Russia, Iran, Venezuela, mediterraneo orientale, insomma in quelle aree che Washington nella sua violenta stupidità chiama Paesi canaglia…
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