Forum economico eurasiatico

Prende il via nella città italiana di Verona il 14° Forum Economico Eurasiatico, che riunisce politici, uomini d’affari e personaggi pubblici di tutta Europa e Asia.

I partecipanti all’evento offline di due giorni dovrebbero discutere un’ampia gamma di temi riguardanti l’economia e la finanza, la sanità, l’ambiente, l’energia e le innovazioni tecnologiche. L’agenda del forum è rappresentata dal tema: “L’Eurasia nel suo cammino verso un nuovo ordine geopolitico, sociale ed economico: transizione verso una nuova economia incentrata sull’uomo”.

Il forum si apre con la sessione “Cambiamenti strutturali nell’economia e futuro dell’energia”. La prima giornata del programma è dedicata alla transizione energetica, all’economia circolare e alla green economy.

La seconda giornata prevede discussioni sull’impatto della pandemia sui settori bancario e finanziario, sull’innovazione tecnologica e sulla transizione digitale, nonché sul ruolo dell’industria farmaceutica nell’economia moderna e dibattiti sul superamento del modello neoliberista.

“Per due giorni a Verona personaggi di grande autorità internazionale discuteranno di come Oriente e Occidente possano collaborare per superare l’attuale situazione geopolitica ed economica”, ha affermato il presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia e presidente di Banca Intesa, Antonio Fallico

XIV FORUM ECONOMICO EURASIATICO DI VERONA

3 thoughts on “Forum economico eurasiatico

  1. E se i “folli” inchini dei leader euro-occidentali – e italiani – ai dogmi e alle ricette del gretismo globale, evidenti al G20 di Roma dello scorso fine settimana – e in questi giorni al Cop26 di Glasgow – nascondessero un abile e teatrale gioco delle parti? Se ci fosse cioè una logica e un’agenda coperta, che mira a uno sviluppo del nucleare, dietro la loro apparente “follia”?

    C’è da chiedersi: come è possibile che i leader del mondo e persone serie come Mario Draghi si inchinino a una ragazzina come Greta Thunberg e all’infantile movimento apocalittico e millenaristico di salvezza collettiva che le sta attorno? Possibile che non si accorgano del ridicolo in cui cadono inchinandosi agli insostenibili e irrazionali dogmi di quella nuova religione laica? Possibile che non si accorgano degli obiettivi anti euro-occidentali dei suoi chierici? Non li hanno uditi affermare che i Paesi occidentali devono “espiare” per i loro peccati ambientali del passato e pagare la massima parte dei costi della decarbonizzazione globale? Non hanno capito che con l’operazione Green New Deal gli ecologisti radicali mirano soprattutto a dare un colpo alle economie occidentali?
    http://www.opinione.it/editoriali/2021/11/02/lucio-leante_g-20-draghi-nucleare-riscaldamento-globale/

  2. Tsmc è una fonderia per la fabbrica di semiconduttori, il che significa saper rispondere alle richieste iperspecialistiche di design esclusivo che provengono da giganti come Apple, Qualcomm, Intel. Nel corso degli anni, Tsmc ha costruito attorno al suo marchio un vero e proprio ecosistema fiduciario di condivisione della proprietà intellettuale per la fabbricazione di chips proprietari. Pertanto, al contempo, aziende all’avanguardia nella produzione dei macchinari che fabbricano semiconduttori come America’s Applied Materials e l’olandese Asml sono ben felici di vendere a Tsmc i loro prodotti migliori. Ed è proprio questo circuito fiduciario virtuoso ad assicurare a Taiwan il costante primato nella scienza dei materiali e nella litografia, che sono alla base della fabbricazione dei semiconduttori. Perché, osserva ancora Friedman, le tecnologie dell’industria avanzata dei chip sono talmente complesse che nessuno dei protagonisti mondiali può dirsi “primo” in tutte le categorie che compongono tale complessità. Motivo per cui c’è assoluta necessità di avere partners affidabili nel settore.

    Un consiglio, quindi: occorre evitare che, anche in questo campo, l’Occidente subisca i contraccolpi letali prodotti nel recente passato dalle delocalizzazioni industriali e dalle catene allungate di valore. Fare di tutto, cioè, affinché non si ripeta in materia di semiconduttori il dramma planetario del Covid-19, con le forniture e le produzioni salvavita monopolizzate dalla Cina nel settore mondiale dei presidi sanitari essenziali e dei principi attivi degli antibiotici. Pertanto, nel caso di una concreta minaccia di invasione cinese dal mare e da terra, sarebbe il caso di riflettere, alla Dunkerque, sulla possibilità di un’evacuazione tempestiva in Occidente di tutto l’apparato produttivo taiwanese dei semiconduttori, indotto compreso. À la guerre comme à la guerre.
    http://www.opinione.it/esteri/2021/11/03/maurizio-guaitoli_taiwan-hong-kong-ministri-degli-esteri-di-usa-e-cina-wall-street-asiatica-america-first/

  3. Infatti, se il Pentagono fosse una nazione, le sue emissioni supererebbero quelle di circa 140 paesi, tra cui Svezia, Danimarca e Portogallo. Dal 2001 al 2018, le guerre e gli interventi militari americani hanno generato circa 1,27 miliardi di tonnellate di gas serra. Questo senza parlare dei milioni di tonnellate di rovine inquinanti lasciate dai bombardamenti sui territori bombardati.
    Bombardamenti USA ordinati da Obama

    Altri osservatori hanno sottolineato che, come molti altri leader, Obama ha fatto affermazioni allarmistiche sul cambiamento climatico senza compiere scelte di vita in linea con la sua retorica. Ad esempio, nonostante l’avvertimento che l’innalzamento del livello del mare minaccia di “inghiottire intere comunità”, nel 2019 ha acquistato una villa sul lungomare di Martha’s Vineyard da 11,75 milioni di dollari. E come molti altri dignitari della COP26, l’ex presidente vola su jet privati ​​e feste su yacht privati .

    Obama ha seguito le orme del suo ex compagno di corsa, il presidente Joe Biden, che ha usato il suo discorso alla COP26 la scorsa settimana per scusarsi per la decisione di Trump di uscire dall’accordo sul clima di Parigi e ha detto che il suo predecessore ha messo gli Stati Uniti “dietro l’obiettivo 8” uscendo dal Accordo di Parigi sul clima

    Le élite globali che pilotano jet privati ​​alla conferenza sul clima COP26 emettono più CO2 di quanto centinaia di cittadini farebbero in un anno – Lo dicono i media britannici
    Tuttavia, le critiche di Obama non si sono limitate a Trump. Ha anche rimproverato il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping per non aver partecipato alla COP26. Ha accusato Russia e Cina di mostrare una “pericolosa mancanza di urgenza” sulle questioni climatiche.
    https://www.controinformazione.info/obama-chiede-urgenza-sul-clima-ma-non-dice-nulla-sullimpronta-di-carbonio-delle-sue-campagne-di-bombardamenti/

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