




Barbarossa Fallito
L’operazione speciale della Russia come risposta all’assalto definitivo della NATO
Alessandro Lattanzio, 28.02.2022
Le operazioni russe contro la junta atlantista di estrema destra di Kiev, ha sorpreso la NATO oltre che le forze armate ucraine. Infatti, il fulcro delle operazioni russe si trova in Crimea, dove si trova il ventre molle dell’apparato militare ucraino, dispiegato in modo squilibrato in Ucraina orientale, dove era dispiegato il nucleo delle forze armate ucraine, mentre gli altri reparti armati e formazioni paramilitari neonaziste addestrati dalla rete terroristica della NATO, Gladio, che presidiavano Kiev, Kherson e Karkhov, polo industriale dell’Ucraina. Le operazioni russe sono veloci, sebbene la propaganda occidentale e banderista (neonazista ucraina) faccia credere che siano lente e impacciate. In realtà, sono efficienti, ben realizzate, veloci, e dilagano nell’enorme territorio ucraino, vasto quanto l’Europa dalla Polonia alla Bretagna, presidiando centri di notevoli dimensioni come Kherson e Zaporozhe. Le operazioni eliportate hanno permesso di presidiare aeroporti strategici, come Gamostel, il grande aeroporto dell’azienda aerospaziale Antonov, su cui atterrano i rinforzi e i rifornimenti destinati alle operazioni su Kiev, dopo aver superato un’opposizione delle forze armate ucraine effimera, durata 24 ore; la lentezza relativa dell’operazione russa qui, a Kiev, è dettata solo dalle dimensioni della metropoli. Va ricordato che le forze russe impiegano non più di 30mila effettivi su tutta l’Ucraina, tenendo in riserva il grosso delle unità operative in prima linea. La Marina Militare ucraina è stata distrutta nella prima ora della prima fase dell’operazione speciale, consistita nel lancio dei missili da crociera contro grandi basi, centri di comando, aeroporti militari, depositi con le nuove armi inviate dalla NATO (nei depositi di Leopoli, dove c’era anche uno dei due centri di manutenzione dei mezzi corazzati ucraini, l’altro è a Karkhov). La prima fase ha anche visto la distruzione in 48 ore, di tutta la difesa aerea e dell’aeronautica militare ucraine, come la distruzione della base aerea di Belij Tserkov, che ospitava cacciabombardieri e gli aerei da guerra elettronica Su-24 ucraini.
Così nelle prime 48 ore di operazioni, Kiev perdeva due delle tre armi delle sue forze armate. La marina scompariva, e l’aviazione operava quasi esclusivamente coi droni turchi Bayraktar, gestiti sicuramente anche da militari di Ankara, che hanno sfruttato dei video non confermati, come spot pubblicitario per prodotti militari alquanto mediocri, se non scadenti.
Le operazioni a terra hanno avuto come obiettivo:
mettere al sicuro la Crimea; l’operazione tattica qui, vero nucleo dell’operazione speciale in Ucraina, raccoglieva il grosso delle forze russe, liberava i rifornimenti idrici per la penisola, liberava gli snodi stradali e ferroviari per il Donbas a est e Odessa ad ovest, eliminando la presenza marittima ucraina dal Mar Nero, e pone una ampia fascia di sicurezza territoriale intorno all’istmo della penisola di Crimea.
2.
Le operazioni a Kiev e a Karkhov, nel nord dell’Ucraina, servono a gettare nel panico il governo e il comando militari, a Kiev, e ad assumere la base militar-industriale rimasta all’Ucraina banderista, a Karkhov, dove si concentrano le industrie metalmeccaniche dedite a produrre veicoli da combattimento, e a riparare carri armati, artiglieria, blindati, elicotteri, e a produrre motori aeronautici leggeri. Queste tre operazioni avevano anche per scopo indebolire la logistica e la sicurezza nelle retrovie delle forze armate assegnate all’operazione di repressione del Donbas (AFU), che radunavano le unità operative più efficienti dell’esercito ucraino, che ancora, dopo quattro giorni di operazione speciale, continua a bombardare Donestk, capitale delle regioni dell’Ucraina orientale, sebbene il fronte meridionale dell’AFU, sulle rive del Mar d’Azov, sia oramai crollato, con le forze ucraine adesso accerchiate.
Il terzo teatro operativo, è di fatti quelle delle Repubbliche Popolari di Donestk e Lugansk, che con l’appoggio logistico e d’intelligence delle Forze Armate della Federazione Russa, ora posso attuare un’avanzata sistematica, rastrellando in modo meticoloso il territorio vicino dalle bande armate di Kiev. Fin quando gli ucraini saranno ricacciati tanto lontano da non poter mai più costituire una minaccia per la popolazione del Donbas.
Le tanto vantate armi occidentali e turche, si sono rivelate, finora, del tutto insignificanti. Le uniche azioni efficaci degli ucraini contro l’operazione speciale russa, sono stati delle imboscate presso Karkhov, contro unità russe isolate, e forse degli attacchi con droni-sucidi turchi nel primo giorno contro gruppi di veicoli logistici russi. Gli aerei, elicotteri e droni ucraini, ogni volta che effettuavano missioni operative contro le forze russe, subivano perdite per opera dalla difesa aerea russa. I primi video bellici spacciati dai media ucraini, e ripresi da admin ‘russi’ di pagine Vkontakte, chiaramente componenti della quinta colonna costruita dalla rete spionistica ucraina e turca, erano dei falsi palesi o video risalenti alla guerra del 2014-2015 nel Donbas. Come ad esempio il video di un elicottero d’attacco Ka-52 russo a terra, e che in realtà risale al 2015. E sono vari i video e le ‘prove’ del genere, delle fabbricazioni che specialmente i servizi segreti e i militari turchi hanno già impiegato in Siria, Libia e Armenia, coll’attiva assistenza di admin e giornalisti solo formalmente dalla parte di Siria o Russia. Un caso più recente è stata nel 2021 la pesante propaganda sui social media dispiegata dal fronte di liberazione del Tigray contro l’Etiopia, che ha fatto credere a buona parte dei social media, che i fascisti tigrini stessero vincendo la guerra contro l’esercito etiope, sebbene usassero chiaramente video e foto risalenti agli scontri di un anno prima, nel novembre 2020, o addirittura della guerra Etiopia-Eritrea del 1999-2000. Non è un caso, che ogni volta che intervenivo sulle pagine VK di certi admin ‘russi’, contestando le loro informazioni, costoro insistessero a volermi convincere che i russi subissero pesanti perdite, sebbene gli indicassi che molti mezzi dati per russi, erano o potevano essere invece ucraini, essendo mezzi nella disponibilità dell’esercito di Kiev. Infatti, per tali admin ‘russi’, era sufficiente come prova una didascalia che parlasse di ‘mezzi russi distrutti’, da fonti anonime, o addirittura provenienti da cosiddetti ‘esperti’ cittadini di USA e Gran Bretagna, individui anonimi, spesso senza volto, che venivano sempre presentati come “noti esperti” di qualcosa.
L’operazione speciale russa è scaturita come risposta definitiva ad una serie eventi architettati dalla NATO e dalla sua rete terroristica, nota come Gladio; L’escalation dell’assalto a Mosca, obiettivo ultimo di tale operazione congiunta tra Germania, Gran Bretagna, USA e Polonia, iniziò nell’estate 2020 col tentato golpe, mascherato da rivoluzione colorata, a Minsk, in Bielorussia, il cui innesco fu la provocazione dei ‘mercenari russi’ nel Donbas; provocazione che vide tra i responsabili proprio i maggiori artefici della situazione attuale: USA (tramite l’ambasciata a Minsk), una compagnia aerea turca e l’SBU, il servizio spionistico di Kiev, che aveva ‘arruolato’ i cosiddetti ‘mercenari russi’. La Polonia fu dietro al tentato golpe via rivoluzione colorata, preparata sul territorio polacco coll’assistenza dei servizi segreti e del governo di Varsavia. Fallita questa operazione contro la Bielorussia, il passaggio successivo fu il Kazakhstah, dove le solite quinte colonne interne al governo (proprio come avvenuto in Libia), scatenarono delle rivolte che dovevano servire da scudo per attuare un golpe che rovesciasse il governo, per istituirne uno filo-NATO, che probabilmente doveva creare uno scenario ‘ucraino’ al confine meridionale della Federazione Russa. Anche tale azione fu estinta in pochi giorni dall’intervento della Russia e dell’Alleanza regionale della CSTO, L’Organizzazione del Trattato di Cooperazione della Difesa dell’Asia Centrale. Evidentemente, anche se sono fallite le operazione della NATO contro Bielorussia e Kazakshtan, l’occidente non rinunciava a giocarsi la carta Ucraina, minacciando Mosca dell’adesione di Kiev della NATO, con schieramento di unità militari e armi nucleari tattiche, con cui, nell’arco forse di uno o due anni, procedere all’aggressione diretta della Federazione Russa, tramite l’assalto alle repubbliche popolari del Donbas. Era chiaro che l’occidente, la NATO, guidati da USA, Gran Bretagna e asse Germania-Polonia, volesse trascinare la Russia in guerra con un’Ucraina rimpinzata di armi occidentali e di organizzazioni armate incentrate sulla rete neonazista-atlantista di Gladio. Mosca ha scelto giustamente, e direi ovviamente, questo momento per attaccare, visto che le forze armate ucraine sono debolissime e scadenti, dalla scarsa efficienza e inquinate da elementi anarcoidi e mercenari provenienti dall’estrema destra europea, mentre governo, amministrazione ed economia ucraini sono alla deriva.
L’occidente, la NATO, USA e UE, con la reazione isterica e delirante attuata oggi, svela la vera trama perseguita, e scopre le carte:
- Lo scopo ultima dell’ampia operazione geopolitica, viene sventata, e una possibile aggressione diretta alla Federazione Russa scompare, anche per via della forte e netta risposta militare della Federazione Russa.
- Con la neutralizzazione dell’Ucraina neofascista e atlantista, in un modo o nell’altro, Mosca indica al resto del mondo, quello non allineato agli interessi imperialisti di Washington e Berlino, che la NATO è una tigre di carta impotente, e che essa e la sua gemella UE, possono ricorrere solo ad azioni ideologicamente imbarazzanti e moralmente contraddittorie per il sistema liberal-liberista che l’occidente si vanta di professare. Perché vietare la diffusione di informazioni alle altre voci globali, sconfessa la cascata di lamentose contumelie su diritti umani, diritti civili, democrazia, libertà, società aperta, e bla bla vario. Al momento del dunque, come sempre ha fatto l’occidente, i valori professati a casa altrui, scompaiono, evaporano, arrivando a raccattare anche il razzismo più crudo e volgare possibile. L’UE, gli USA, l’Europa, e quello spazio onirico che si fa chiamare ‘occidente’, vietando l’informazione esterna alla propria, e ricorrendo a una propaganda pornografica, per le sue volgarità e palesi aperte menzogne, subisce una catastrofica sconfitta ideologica, che l’occidente ottuso non nota di certo, ma che i popoli di Africa, America Latina e Asia dominata dall’occidente, ben notano e registrano, a futura memoria. L’operazione speciale delle Forze Armate della Federazione Russa, è un tassello, importante e forse cruciale, della costruzione del Mondo Multipolare che va sostituendo sempre più velocemente l’unipolarismo sterile e sempre senza futuro degli USA e del suo lager europeo chiamato NATO-UE.