
Forse più scemi di loro sono solo quei giornalisti ormai consacrati alla rozzezza che parlano di scelta coraggiosa invece che delirante. Quindi Stoccolma e Helsinki hanno fatto solo fatto un passo verso e la perdita di sovranità e la possibile rovina. Grazie a due modestissime bancarie
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L’Unione Sovietica ha rispettato rigorosamente i termini del trattato con la Finlandia. Si è persino ritirata da una base militare [2] che, in base al trattato, avrebbe potuto mantenere per altri quarant’anni.
Uno dei motivi era che, come l’Ucraina (ma in netto contrasto con la Svezia), l’eroica lotta della Finlandia contro l’esercito sovietico aveva convinto Mosca che la Finlandia era un osso troppo duro per cercare di schiacciarla. Lo è ancora e lo rimarrebbe anche senza l’adesione alla NATO, perché – ancora una volta come l’Ucraina – i finlandesi sono determinati a difendere il loro Paese.
Non c’era alcun motivo per pensare che la Russia avrebbe cambiato questa politica e attaccato la Finlandia. Per quanto si possa condannare con forza l’invasione russa dell’Ucraina e le atrocità che l’hanno accompagnata, le ragioni per cui Mosca l’ha attaccata sono ovvie. Sin dall’inizio dell’espansione della NATO negli anni ’90, sia i funzionari russi che una serie di esperti occidentali – tra cui tre ex ambasciatori statunitensi a Mosca e l’attuale capo della CIA – hanno avvertito che la prospettiva di un’adesione dell’Ucraina a un’alleanza anti-russa avrebbe potuto scatenare una guerra.
L’adesione alla NATO per Svezia e Finlandia non è quindi necessaria per la loro sicurezza.
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