Mercenari addio

Ci sono ancora mercenari da un’altra sessantina di nazioni, ma si tratta al massimo di poche di decine di persone per ciascuna di esse. ll ministero della difesa russo ha calcolato un totale complessivo di 6956 persone di cui 1956 sono morte (tra cui pare anche una cifra tra 11 e 20 italiani) mentre 1779 sono tornate nei Paesi di origine. Poi ci sono i prigionieri come per esempio i due inglesi e il marocchino che sono stati condannati a morte ( come peraltro previsto dal diritto internazionale) probabilmente proprio per indure i governi ad uscire allo scoperto, ma su questo non ci sono numeri perché è evidente sono situazioni che influenzeranno le trattative di pace .

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Pensiamo a noi

E’ molto difficile pensare che l’Europa possa uscire dalla trappola in cui l’hanno cacciata le oligarchie regnanti se metà dei suoi cittadini riescono a credere che siano i russi e non gli ucraini a bombardare Donetsk. E’ ancora più difficile pensare che l’Italia possa farcela se il maggiore quotidiano del Paese riesce a pubblicare un pezzo del quale si dice che Putin perderà anche se ha conquisterà il Donbass. Ogni giorno da due anni e mezzo a questa parte, assistiamo a una sorta di gigantesco test di intelligenza quotidiana nel quale si misura la capacità della popolazione generale di interpretare correttamente la realtà e di trovare le incongruenze nella narrazione e ogni volta la maggioranza casca nella trappola anche di fronte al medesimo problema.

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A che punto siamo

Tuttavia ogni giorno che passa è per l’Ucraina e per Zelensky che sarà la vittima sacrificale, un passo più vicino all’oblio: nessuno vuole davvero più saperne di Kiev visto come si sono messe le cose e si trascina stancamente anche il continuo invio di armi molte delle quali non sono soltanto obsolete, ma spesso non funzionanti e che sempre meno gente è in grado di usare o vuole usare. Il quotidiano britannico The indipendent ha fatto il punto questa settimana dicendo che in termini di artiglieria, la Russia è venti volte più forte delle sue controparti ucraine, quaranta volte più forte nelle munizioni e dodici volte più potente nel raggio. Non solo, i missili Smerch e Uragan di Kiev sono quasi esauriti e rimangono ancora pochi razzi Grad. La Russia ha una superiorità assoluta in questo campo, essendo in grado di colpire bersagli con precisione a decine o addirittura centinaia di chilometri di distanza. E’vero, c’è qualche lobbista delle fabbriche di armi che suggerisce doverosamente la superiorità delle armi Nato la quale però non si vede da nessuna parte. Al contrario la Russia è apparsa non soltanto forte, ma in grado di cambiare più volte tattica e di avere i sistemi d’arma più adatti per farlo,

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Quanto può durare

Quanto potrà durare la vicenda ucraina ? A leggere il bollettino di ieri del ministero della Difesa russo si direbbe poco. Missili ad alta precisione hanno colpito un impianto di riparazione per mezzi corazzati a Karkov, sono sati distrutti 2 posti di comando, 3 aree di concentrazione di truppe e materiali, 1 batteria di sistemi missilistici a lancio multiplo Uragan vicino a Kharkov, 4 depositi di armi e munizioni e 1 deposito di carburante Inoltre l’aviazione tattica ha colpito 63 aree di concentrazione di soldati e attrezzature militari tra cui il posto di comando della 14a Brigata Meccanizzata, mentre sono stati distrutti 8 carri armati, diversi lanciarazzi multipli di 2° grado, di quelli appena arrivati dagli Usa, una intera batteria di artiglieria, una stazione di guerra elettronica e 13 veicoli di vario uso. Nel corso di questa operazione si calcolano circa 160 soldati ucraini morti. I mezzi di difesa area hanno abbattuto 2 MiG-29 dell’aeronautica ucraina vicino a Snegirevka, nella regione di Nikolaev, 1 elicottero Mi-8 vicino a Belaya Krinitsya, 11 droni, 3 missili Tochka-U, mentre 5 razzi Smerch sono stati intercettati vicino a Chernobaevka. Missili e artiglieria hanno colpito altri 68 posti di comando, 172 posizioni di artiglieria tra cui 2 batterie di sistemi missilistici a lancio multiplo Smerch vicino ad Aleksandrovka e Kutuzovka, una batteria di Uragan MLRS vicino a Kitsevka, nella regione di Kharkov, così come26 aree di concentramento di truppe con un bilancio di circa 320 morti tra i soldati ucraini. Infine dopo tre giorni di combattimenti per la liberazione di Svyatogorsk nella Repubblica popolare di Donetsk sono stati distrutti 6 carri armati pesanti, 5 veicoli corazzati, 36 cannoni e mortai di artiglieria da campo, 4 lanciarazzi multipli Grad e sono caduti circa 300 soldati ucraini.

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La fine dell’Europa

Adesso la russofobia di Boris Johnson si è concretizzata – se questo termine si potesse adattare ai vaneggiamenti di Downing Street – in sogni sgangherati che si sono ingranditi come una montagna da quando il primo ministro inglese ha fallito nel suo tentativo di trascinare l’India nella battaglia che l’anglosfera sta conducendo per rimanere al comando. A parte le frenetiche invocazioni di distruzione della Russia e la continua proposta di provocazioni , l’unica maniera di prendere parte allo spettacolo è quello di inventarsi una sorta di sub Nato o mini europa dominata da Londra della quale dovrebbero far parte gli stati baltici, la Polonia, l’Ucraina e forse in futuro la Turchia. E si capisce perché circoli la barzelletta sulla differenza che passa tra Zelensky e Johnson: il primo è un comico diventato politico e il secondo un politico che si è trasformato in buffone. Questa “Global Britain” che ha appunto un nome ma non un senso, nasce dalla evidente incapacità del governo britannico di prendere atto della realtà, come se davvero credesse alle chiacchiere dei suoi giornali.

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