E’ molto difficile pensare che l’Europa possa uscire dalla trappola in cui l’hanno cacciata le oligarchie regnanti se metà dei suoi cittadini riescono a credere che siano i russi e non gli ucraini a bombardare Donetsk. E’ ancora più difficile pensare che l’Italia possa farcela se il maggiore quotidiano del Paese riesce a pubblicare un pezzo del quale si dice che Putin perderà anche se ha conquisterà il Donbass. Ogni giorno da due anni e mezzo a questa parte, assistiamo a una sorta di gigantesco test di intelligenza quotidiana nel quale si misura la capacità della popolazione generale di interpretare correttamente la realtà e di trovare le incongruenze nella narrazione e ogni volta la maggioranza casca nella trappola anche di fronte al medesimo problema.
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Per questo invece di rinsavire a Bruxelles, anche di fronte al palese fallimento delle sanzioni e della guerra, si stanno facendo piani per il razionamento dell’energia e la sua “concessione” attraverso meccanismi che implicano il green pass. Il che ci fa comprendere come non siano affatto di fronte a una crisi energetica, ma a una crisi politica in un cui si stanno facendo scelte stupide per eseguire gli ordini di poteri neocon convinti di poter riportare l’orologio indietro al periodo del primato globale americano. Non siamo vittime della Russia, siamo vittime di padroni che ormai hanno perso la testa e sono disposti a qualunque sacrificio altrui pur di prevalere. Decisamente ora non possiamo nemmeno attaccarci alla canna del gas, ma sarebbe anche l’ora di smettere di essere vittime delle sanguisughe.
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Ma queste decisioni rimangono solo buone aspirazioni e nulla più. Infatti la Francia, che storicamente ha sempre fatto prevalere i propri interessi a qualsiasi accordo e “buona intenzione” di matrice europea, ha aumentato le importazioni di Lng dalla Russia, grazie allo sfruttamento dei due terminali di Montoir-de-Bretagne e di Dunkirk. Dallo scorso dicembre la Francia ha progressivamente aumentato le proprie importazioni, arrivando a sfiorare il miliardo di metri cubi al mese. Da marzo, poi, la Francia importa oltre 3 miliardi di metri cubi di Lng al mese, grazie all’utilizzo dell’impianto di estrazione e liquefazione della penisola siberiana sul mare di Kara, Yamal, con cui la Russia eroga il gas liquido in Francia.
Così, mentre la Francia – scaltra e sempre attenta ai propri interessi nazionali – incrementa il proprio approvvigionamento di gas liquido russo al di là di ogni circostanziata e prevalente posizione ideologica contingente, l’Italia si sforza in tutte le maniere di auto-penalizzarsi, cercando di scovare delle alternative, siglando sterili accordi di fornitura con nazioni che non hanno ancora estratto alcun metro cubo di gas. A riprova del fatto che, volente o nolente, la classe dirigenziale e governativa italiana non sia in grado di fare gli interessi nazionali e, quindi, dei propri connazionali. Ma si presti, piuttosto, ad applicare delle politiche economiche che avvantaggiano interessi di altri poteri.
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