A che punto siamo

Fonte: Pierluigi Fagan

Ma sono le misure intermedie della Russia che hanno dato alla Finlandia e alla Svezia la fiducia per entrare a far parte della NATO poiché non vedono alcuna minaccia per se stesse dall’essere membri della NATO. Un devastante colpo russo all’Ucraina avrebbe indotto tutta l’Europa a ripensare all’adesione alla NATO poiché nessun paese europeo avrebbe voluto affrontare la prospettiva di una guerra con la Russia. Invece, ciò che il Cremlino ha prodotto è un primo ministro britannico pronto a coinvolgere la Russia in una guerra nucleare e una NATO che intende mantenere vivo il conflitto ucraino.
Un lettore negligente o ostile potrebbe concludere dal mio articolo che sono un sostenitore del successo militare russo. Al contrario, sono un sostenitore della minimizzazione del rischio di una guerra nucleare. Steven Cohen ed io siamo i due che fin dall’inizio hanno visto come l’interferenza di Washington in Ucraina con il rovesciamento del governo abbia tracciato una rotta che potrebbe concludersi con l’Armageddon nucleare. Cohen è stato insultato dalla sua stessa sinistra liberale e io sono stato dichiarato un “imbroglione/agente di Putin”.
L’insulto che abbiamo subito ha dimostrato il nostro punto. Il mondo occidentale è cieco alle potenziali conseguenze delle sue provocazioni nei confronti della Russia e il Cremlino è cieco alle potenziali conseguenze della sua tolleranza delle provocazioni. Come possiamo vedere, nessuna delle due parti è ancora giunta a questa realizzazione. Il rapporto di Hill dimostra la correttezza della mia analisi della situazione e la mia previsione che il risultato sarebbe un allargamento della guerra e una maggiore probabilità di errori di calcolo che potrebbero sfociare in una guerra nucleare.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/l-operazione-militare-limitata-del-cremlino-in-ucraina-e-stata-un-errore-strategico

One thought on “A che punto siamo

  1. Dopo lo sfondamento ucraino sembra (meglio essere cauti) che si stia stabilizzando il fronte nel settore di Kupyansk-Izjum.
    I russi hanno perso parecchi mezzi ma pochi uomini, e ora (certo in ritardo, ma la coperta russa è corta e quindi se si copre una parte se ne scopre un’altra) stanno allestendo una linea difesa più solida di quella (costituita da un sottile “velo di truppe”) che doveva garantire la sicurezza di Kupyansk e Izjum.
    Fabio Falchi in
    https://www.ariannaeditrice.it/articoli/la-guerra-continua

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