Afferma giustamente Hassan: “Oggi ci sono 500.000 senzatetto per le strade degli Stati Uniti e il loro tasso di mortalità è salito alle stelle. Ci sono anche due milioni di prigionieri su un totale di undici milioni in tutto il mondo. Il tasso di povertà infantile è del 17%, uno dei più alti del mondo sviluppato secondo il Columbia University Center on Poverty and Social Policy. L’imperialismo sta distruggendo gli Stati Uniti dall’interno e non ha impedito ai due grandi rivali, Russia e Cina, di conquistare potere. Questo aumento di potere indebolisce le posizioni dell’imperialismo statunitense nel mondo”.
Un mondo è al crepuscolo, un altro sta sorgendo sullo sfondo di uno scontro sempre acuito tra un blocco euro-atlantico ed i suoi satelliti ed uno euro-asiatico in formazione.
Ai comunisti che lavorano dentro lo sviluppo delle contraddizioni in Occidente, “per linee interne” al movimento di classe – a volte tutto da ricostruire – si apre nuovamente la possibilità di giocare un ruolo nella Storia, con la S maiuscola e lasciarsi dietro le spalle le proprie sconfitte..
Si pone nuovamente l’attualità della Rivoluzione in Occidente e dello sviluppo del Socialismo nel XXI Secolo, se non si viene schiacciati dalle chiacchiere dei ciarlatani al soldo degli apparati ideologici dominanti.
L’ex diplomatico etiope, specialista di geopolitica, analizza le ripercussioni della guerra in Ucraina, che segna una svolta storica. In che modo gli Stati Uniti hanno perso influenza? Perché l’Africa si oppone alle potenze occidentali? Quale futuro per l’Europa? Che ruolo possono avere i lavoratori?
In La strategia del caos Mohamed Hassan aveva parlato della transizione verso un mondo multipolare. Undici anni dopo, quella che ai tempi era solo la prefigurazione di una tendenza, ora è una realtà in atto, ed in questa intervista ne fa un bilancio.”
Il testo integrale dell’intervista è qui.
Il gruppo musicale sloveno Laibach rende omaggio al cantautore Leonard Cohen (1934-2016), reinterpretando una sua canzone pre-apocalittica denominata The Future, risalente al 1992. Questa versione rende chiaro che il futuro previsto da Cohen assomiglia moltissimo al nostro presente.
Di certo nella tagliola è caduta proprio l’Ue che non è riuscita a costruire una propria architettura di sicurezza, indipendente da Usa e Nato, per poter perseguire i propri interessi geopolitici che sono assai diversi da quelli di Washington. Non è riuscita o per meglio dire non ha voluto porre fine all’alleanza atlantica divenuta superflua dopo la caduta del nemico contro il quale era stata formata, per non dire imposta e anzi si è lasciata trascinare nella trasformazione della Nato in una alleanza aggressiva che ha portato la guerra in tutto il mondo e persino sul suo stesso territorio. Paradossalmente la vicenda ucraina invece di fa aprire gli occhi a tutti sta portando a una nuova legittimazione dell’alleanza attraverso la fantasmagorica immagine del nemico generata dai media.
https://ilsimplicissimus2.com/2022/11/13/chi-e-caduto-nella-trappola/
Fonte: Massimo Fini
Durante la visita del cancelliere Scholz a Pechino il presidente cinese Xi Jinping ha detto: “Spero che i rapporti tra Europa e Cina non siano presi di mira o controllati da terzi”. I “terzi” sono evidentemente gli americani. Xi ha perfettamente ragione non solo riguardo agli interessi del suo Paese, ma anche a quelli dell’Europa. È l’ora di farla finita con il cosiddetto “atlantismo” che altro non vuol dire che la subordinazione degli interessi europei, e anche italiani, allo zio Sam, com’è stato per 75 anni.
Di recente ho parlato con un senatore keniota. Quello che mi ha detto illustra la mentalità degli africani in questo momento. Mi disse che qualche settimana prima aveva pranzato con un diplomatico statunitense. È durato due ore. E per due ore il diplomatico ha continuato a dirgli: “Non lavorare con la Cina, non lavorare con la Cina“.
Il senatore ha risposto: “Gli Stati Uniti sono in Kenya da 50 anni e non avete costruito nemmeno un bagno. Perché non dovremmo lavorare con la Cina? Almeno dacci un motivo. Il diplomatico non gli ha mai risposto, ha solo ripetuto: “Non lavorare con la Cina“.